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venerdì 20 aprile 2018

Recensione | I segreti di mia sorella



Ecco ci sono cascata un'altra volta. Un'altro thriller psicologico. Anzi stavolta si tratta di un mystery/suspense, cioè di quel genere che prevede un mistero da investigare, degli elementi psicologici che devono impressionare il lettore (o almeno i lettori come me) e uno stile adrenalinico dall'inizio alla fine per tenere chi legge col fiato in gola fino alla conclusione della storia.
Alla fine mi è piaciuto anche stavolta, ma cavolo, le storie di cronaca raccontate fanno letteralmente accapponare la pelle!!! Se ne sentono già troppe in televisione e non è che abbia voglia anche di leggerle, ma di nuovo mi è successo di non capire assolutamente dalla trama di cosa trattasse il libro. Comunque il parere che darò è positivo!

Titolo: I segreti di mia sorella
Autrice: Nuala Elwood
Traduttrice: Francesca Toticchi
Editore: EditriceNord
Genere: Mystery/Suspense
Pagine: 352
Letto in formato ebook
Dal 9-04 all'11-04-2018





Kate è una giornalista tutta d'un pezzo e molto coraggiosa, che ha speso la sua giovane vita come inviata di guerra in Siria, dove ha conosciuto da vicino molta gente del posto e visto molta sofferenza. Tutto questo le si è attaccato addosso come una seconda pelle.
Ritornata nella sua casa di origine, lasciata da poco vuota per la morte dell'adorata mamma, i ricordi del passato e gli incubi del presente si mescolano, portandola allo stremo della sopportazione psicologica.
Eppure il bambino che vede e sente di notte non è un fantasma della sua immaginazione, ma è sicura che sia reale. Decide quindi di mettere a tacere i dubbi e il fatto che quelli intorno a lei la trattino un po' come una pazza traumatizzata.

Gran parte del libro viene raccontato proprio da Kate. Ma di punto in bianco Kate sparisce. Non voglio svelarvi altro perchè se qualcuno vorrà leggere il libro ne rmarrà abbastanza interdetto!
Questo libro, che non rappresenta un mio genere preferito, mi ha fatto provare tante emozioni tutte insieme. All'inizio curiosità, perchè lo stile è molto fluido e veloce. L'autrice scrive bene e non si perde in nulla di superfluo, quindi è un piacere leggere un libro all'apparenza "normale".
Poi sono stata colta da un primo sbigottimento! E allora il ritmo di lettura si è velocizzato in modo impressionante. Sono stata ore attaccata a queste pagine per arrivare alla fine. Qui sono rimasta scioccata! Non mi immaginavo nulla del genere!

A distanza di qualche giorno sono contenta di aver letto I segreti di mia sorella. Mi aspettavo tutt'altro sinceramente, ma il feedback finale è positivo per tutta una serie di elementi. Trama originale, stile veloce, personaggi totalmente fuori dalla norma. Ecco proprio sui personaggi avrei qualcosa da ridire: li ho detestati!! Kate e sua sorella Sally sono l'antitesi delle comuni protagoniste di romanzi!! Alcolizzate, paranoiche, trasandate, egoiste: avere a che fare con loro è stato proprio difficile, lo ammetto. Ma senza di loro questo romanzo non sarebbe stato lo stesso.

Non capita spesso che un libro mi stupisca. Alcune volte i romanzi mi piacciono, altre mi piacciono tantissimo oppure per niente, ma che mi sorprendano in uesto modo per la storia che raccontano succede proprio di rado. Quindi vi consiglio questa lettura se avete voglia di uscire dalla comfort zone e provare qualcosa di diverso dai romanzi romantici, con protagonisti normali e trame lineari!!



martedì 17 aprile 2018

Recensione | La nemica di Brunella Schisa

Ci sono molti lati oscuri nella storia che spesso ci viene raccontata a scuola. Per esempio, poche volte ci vengono svelati i retroscena più avvincenti che avviarono questa o quella guerra, questo o quel conflitto. A me è già successo parecchie volte, dopo la scuola e i libri studiati a forza, di aver riscoperto un periodo storico grazie a un romanzo, di averlo capito meglio e assimilato più profondamente che non da un manuale. 
Ho scelto di leggere La nemica per capire meglio cosa c'è stato dietro la Rivoluzione francese e quali personaggi furono davvero i protagonisti principali della vicenda o diedero un largo contributo al suo inizio. Se ne siete interessati anche voi leggete oltre!

Titolo: La nemica
Autrice: Brunella Schisa
Editore: Neri Pozza
Pubblicato il 16 novembre 2017
Genere: Fiction storica
Pagine: 362
Letto in formato ebook
Dal 9-03 al 21-03-2018







Marcel è un giovane giornalista alle dipendenze del suo adorato zio editore, in una Parigi di fine XVIII secolo dove lo scontento popolare, le carestie, le malattie e la povertà in generale sono al massimo del loro apogeo a causa dell'incapacità dei governanti di gestire le finanze dello Stato.
A creare ulteriore scopiglio tra i cittadini è la pubblica condanna per furto della nobildonna Jeanne Valois de La Motte, donna di grande orgoglio per le sue origini reali.

Marcel rimane sconvolto dalla crudeltà della pena che prevede per i ladri come lei l'impressione a fuoco di due V sulle spalle. La donna dopo intense resistenze viene marchiata e portata in prigione a marcire per il resto della sua vita. Ma l'intera Parigi è in subbuglio per la condanna e per le grida strazianti della giovane donna che si proclama più volte innocente.

Perchè Jeanne continua a dirsi innocente e a giurare di essere stata ingannata e sedotta dalla regina Maria Antonietta? Lo scandalo della collana è opera di Jeanne Valois o dell'odiata regina di sangue austriaco? Marcel, ammaliato dalla bellezza e dall'esuberanza di Jeanne comincerà a d investigare sul caso ritrovandosi così a far parte della vita di una donna priva di sentimenti, irascibile, imprevedibile e meschina, i cui unici interessi sono il prestigio e l'orgoglio personale.

Jeanne Valois era una donna di umilissime origini, nonostante il cognome, che fin da piccola aveva dovuto fare i conti con la povertà più assoluta. Divenuta grande, il bell'aspetto e la sfrontatezza riuscirono ad aprirle le porte di svariate corti, innalzandola a nobildonna. Ma Jeanne sognava più in grande. Ciò che voleva era un posto vicino alla regina. Maria Antonietta però non cercò mai la sua compagnia e non la fece entrare a far parte della sua lussuossima corte.

Forse, per questo motivo, Jeanne diede vita allo scandalo della collana così da creare un pretesto per screditarla e farle pagare l'affronto subito. E ci riuscì, ma ciò che non si sarebbe mai aspettata, nè fu in grado di calcolare, furono i risvolti politici della truffa. Nonostante Jeanne venne marchiata a fuoco, le cicatrici della colpa rimasero per sempre impresse anche sul nome e sulla reputazione della detestata regina austriaca.

Ancora oggi l'Affaire du collier rimane in un certo senso un mistero. Sono ancora molti gli interrogativi a proposito di chi acquistò effettivamente la collana. Fu la regina, per soddisfare i suoi stravaganti vizi nonostante il popolo morisse di fame, o fu Jeanne tramite il cardinale Rohan, il quale non capì di essere stato raggirato come un pollo?

Neanche Marcel alla fine ci darà le risposte. Quel che è certo è che la malsana ossessione di Jeanne di denigrare Maria Antonietta cambiò, molto probabilmente, il corso della storia, oltre a compromettere la sua vita in modo irreversibile.

Prima di leggere La Nemica non conoscevo l'autrice Brunella Schisa. Cioè non l'avevo proprio neanche sentita nominare, nonostante si occupasse di un genere che adoro.
Il suo stile mi ha davvero conquistata. Ho apprezzato soprattutto la capacità di romanzare un evento storico inventando poco, ma riuscendo a renderlo accessibile a qualsiasi tipo di lettore. Sì, in effetti ci sono tanti nomi ed eventi storici specifici, che possono confondere un po' se non li si conoscono per niente, ma alla fine la lettura è stata piacevolissima ed istruttiva allo stesso tempo. Questo mi porterà sicuramente a leggere un altro suo romanzo storico, ma questa volta ambietato in Italia!! Spero di  poter parlarvene presto!!






venerdì 6 aprile 2018

Recensione Classici | Storia di una capinera di Giovanni Verga



Storia di una capinera è stato un film che ha segnato la mia infanzia. Le madri (non tutte) ovviamente non pensano che alcune cose possano incidere sulla psiche dei propri figli più a fondo di tante altre cose ritenute più "importanti", o almeno non pensano che film e libri possano condizionarli. 
Ero rimasta molto impressionata dalla crudeltà con la quale una giovanissima ragazza del sud d'Italia venisse confinata contro la propria volontà in un convento, farsi monaca e abbandonare ogni sogno di amare ed essere amata, guandando la felicità altrui da dietro le sbarre della sua stanza. Alla fine la poveretta moriva d'amore. 
Dopo essere stato a lungo in wish list, finalmente ho letto questo libro, che anticipo, non è che sia un capolavoro secondo me, ma ha una storia davvero commovente, che sono stata contenta di leggere, nonostante l'autore non mi sia mai piaciuto.




Titolo: Storia di una capinera
Autore: Giovanni Verga
1° pubblicazione nel 1871
Editore: Fabbri
Pagine: 155
Genere: Narrativa italiana/Classici
Sottogenere: Romanzo epistolare
Letto in formato cartaceo
Dal 24-03 al 26-03-2018








Storia di una capinera può essere considerato come un modo di raccontare le repressioni e i tormenti delle donne che venivano, fin da piccole, rinchiuse in convento per questioni economiche, sociali e chissà che altro. L'800 pullula di racconti simili, uno fra tutti la monaca di Monza, perchè il problema era reale, ma sottaciuto da tutta una schiera di autorità del tempo. Verga, come molti altri letterati, cercarono allora di denunciare la monacazione forzata per sensibilizzare l'opinione pubblica.

Il libro è totalmente scritto in forma epistolare, un genere che io proprio non apprezzo, ma si tratta anche di un romanzo di due secoli fa e non è certo questo il metro di giudizio per valutare un classico. Inoltre, le lettere che leggiamo sono solo quelle di Maria, senza la possibilità di capire quali risposte riceva dalla sua corrispondente. Al centro di tutto c'è quindi la novizia e le sue tribolazioni morali e amorose.


TRAMA CON SPOILER

Il colera dilaga nella Catania della metà del XIX secolo. Maria, giovane monaca novizia, viene rimandata temporaneamente a casa dalla famiglia, con la quale si trasferisce nella villa di campagna per evitare di contrarre la malattia.
Qui, la povera monachella conosce una vita totalmente diversa da quella a cui era solita trascorrere nel convento. Libera di passeggiare, di osservare la natura, gli animali, il cielo senza alcuna grata a impedirglielo, Maria racconta entusiasta la sua nuova esistenza di ragazza senza il velo cristiano a gravarle sulla coscienza.

Gli occhi semplici e puri della ragazza vedono e registrano minuziosamente tutto ciò che le capita intorno per raccontarlo tramite lettere ad una sua cara amica. Dalla bella e vezzeggiata sorrellastra che vive una vita improntata al culto di se stessa in quanto donna da marito, alla matrigna, che si spende in mille modi per il bene dei suoi figli degnando di poca importanza l'orfana Maria, al babbo che, felice di avere di nuovo la sua adorata figlia a casa con lui, è combattutto tra l'amore per la seconda moglie e quello per la docile fanciulla, costretta dalle convenzioni del tempo a ritornare in convento.

Fin dalle prime lettere, Maria non nasconde il fatto di essere ben più contenta di vivere fuori dalla grave aria che si respira tra le quattro mura del convento, che lì in campagna vicina alla sua famiglia. Sembra anzi, che il devotissimo amore da sempre riservato per una monaca a Dio, sia ora consacrato alla famiglia. Maria, infatti, non i accorge che è biasimata dalla sorellastra e mal sopportata dalla matrigna.

A sconvolgere ulteriormente la vita da religiosa di Maria arriva Nino, figlio di una famiglia anch'essa in fuga dal colera cittadino, che in breve tempo si invaghisce, ricambiato, della giovane monaca. Storie di novizie che abbandonarono il convento per sposarsi, con il benestare dei genitori s'intende, ce ne sono state, ma in questo caso il destino volle che una figlia da marito c'era già.

Maria diviene quindi un componente familiare scomodo, soprattutto per madre e sorella. Viene allora rintanata in camera sua, aspettando il momento giusto per riportarla in convento e farle prendere i voti come monaca di clausura. Una volta qui le viene dato l'annuncio dell'imminente matrimonio di Nino e sua sorella. La ragazza conscia che non potrà mai amare ed essere amata come una donna, perde a poco a poco la ragione, perdendo infine anche la vita.


GIUDIZIO (più o meno)

Bè non si tratta proprio di un giudizio, perchè parliamo di un romanzo di altri tempi e con altri obiettivi. A me è piaciuta moltissimo la storia in sè. Bella, drammatica, con un finale doloroso e complicato, con cui il lettore viene portato a riflettere amaramente sull'ingiustizia vissuta dalla protagonista, e da quelle come lei.

Maria è la classica fanciulla di altri tempi, dolce, ingenua, priva di malignità e sottomessa alle leggi imposte da famiglia e Chiesa, a cui non riesce a dare una propria interpretazione, ma si lascia avvincere del tutto. Proprio la frustrazione che ne seguirà la porterà alla follia.

Lo stile di scrittura è quello di Verga, che non amo particolarmente, ma è pur sempre bello rituffarsi in un genere antico, che racconta quasi con pateticità i sentimenti e sensazioni dell'epoca, del tutto prive di cinicità, malizia, furbizia, artificio e tutte quelle cose a cui siamo abituati oggi, in eroi ed eroine.

Se non conoscete questa storia, vi invito caldamente a leggerla. È di poche pagine ma ha la capacità di catturare il lettore grazie al personaggio di Maria.



venerdì 2 marzo 2018

Recensione | Le scarpe rosse, 2° libro della serie "Chocolat"




Non so voi, ma quando un libro mi piace, il film ricalca bene le pagine di carta, gli attori sono quelli giusti e l'autrice, bè, ti garba parecchio, io vado veramente in fissa, cioè tutto il mondo comincia a ruotare intorno a quell'unico libro e ai suoi personaggi! E così era accaduto con Chocolat
Vi ricordate quel bel film dove la cioccolataia aveva particolari doti magiche con cui aiutare la gente che entrava nel suo negozio, offrendo loro il cioccolatino giusto? (La recensione completa è QUI). A ostacolarla c'erano i perbenisti che vedevano in una donna sola, indipendente, con una figlia altrettanto fuori dalle righe, un pericolo di sovvertimento sociale. Ma a inseguire madre e figlia erano anche le "Anime belle" o "l'Uomo nero", come Vianne Rocher chiamava i suoi problemi.
Se alla fine di Chocolat (il libro) Vianne e Anouk partono alla ricerca di altre magie e altre avventure, in Le scarpe rosse le troviamo totalmente cambiate. Niente più magia, niente più passione per la vita e per le persone. Il cioccolato è semplice cioccolato. Ma qualcosa deve pur accadere no?



Titolo: Le scarpe rosse
Autrice: Joanne Harris
Traduttrice: Laura Grandi
Serie: Chocolat
Editore: Garzanti
Pubblicato nel 2012
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 492
Letto in formato cartaceo
Dal 2-02 al 12-02-2018








Sono passati 4 anni da quando Vianne e Anouk hanno lasciato il paesello francese del sud, che le aveva adottate con non poche difficoltà a causa del curato e delle dicerie sul loro conto.
Quando il vento del cambiamento si era di nuovo alzato, Vianne aveva capito che era ora di rifare i bagagli e reinventarsi di nuovo. Nuova vita, nuova identità e nuove persone da aiutare, ma le cose non vanno sempre come uno crede, e a inizio del 2° libro troviamo una Vianne invecchiata dentro, senza quell'aurea di magia che l'aveva contraddistinta per tutto il 1° libro.

martedì 27 febbraio 2018

Recensione | Il giardino delle farfalle




Ogni tanto esco dalla mia comfort zone letteraria per avvicinarmi a libri più commerciali e meno classicheggianti, che mi hanno colpito per il titolo, per la cover, per il nome dell'autore, per la trama o per una recensione letta su qualche blog. 

Il giardino delle farfalle ha di per sè un titolo molto bello, che può deviare sulla sua reale natura, infatti si tratta di una sorta di thriller dell'orrore e non di una bella e placida storia d'amore. E io di solito non sono un'appassionata lettrice di libri del genere, per una serie di motivi scemi, tra cui quello che mi impressiono un po' se leggo di scene caratterizzate da perversioni e crudeltà varie.

Avendo letto alcune opinioni di blogger, però, sapevo già cosa dovevo aspettarmi e per questo motivo, avendo vinto il libro in un piccolo giveaway, mi ci sono buttata senza pensarci troppo. Non vi nego che qualche pagina mi ha un po' inquietata, però è andata meglio del previsto, e non mi sono venuti gli incubi!!!! 





Titolo: Il giardino delle farfalle
Autrice: Dot Hutchison
Editore: Newton Compton
Pubblicato a Luglio 2017
Genere: Thriller
Pagine: 334
Letto in formato cartaceo
Dal 17-02 al 17-02-2018









Le creature bellissime hanno vite molto brevi, così mi aveva detto al nostro primo incontro. Lui se ne assicurava e si sforzava di dare alle sue 
Farfalle una strana specie di immortalità.



venerdì 19 gennaio 2018

Recensione | Non ditelo allo scrittore

Dopo un bel po' di tempo torno con una recensione super entusiasmata per una scrittrice di cui avevo molto sentito parlare, ma che non avevo ancora conosciuto di persona. Alice Basso mi ha stupito davvero in positivo con il suo stile frizzante e ironico, senza essere mai ripetitva o cadere nella più scadente banalità, come avevo constatato in altri romanzi molto commercializzati, ma di pochissimo spessore, come ad esempio Guida astologica per cuori infranti.
Addirittura ho rimandato per parecchio tempo la lettura di Non ditelo allo scrittore, nonostante il titolo mi ispirasse, perchè ero rimasta parecchio scioccata dalle indecenze pubblicate dai grandi editori nell'ultimo periodo. E invece, ho trovato un libro che mi ha tenuto vera compagnia, mi ha intrigato, incuriosito e spinta a smuovere i neuroni per capire cosa sarebbe successo nelle ultime pagine.




Titolo: Non ditelo allo scrittore
Autrice: Alice Basso
Editore: Garzanti
Pubblicato il 18 maggio 2017
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 316
Letto in formato ebook
Dal 3-01 al 14-01-2018









La prego, prof. inizi a fare lezione. 
Ci porti con sé nel mondo della letteratura, 
perché per oggi della realtà 
ne ho veramente piene le palle.


mercoledì 3 gennaio 2018

Recensione | Espiazione



Un mese intero per finire questo romanzo!! Non è brutto eh... anzi ha una bellissima storia, ma l'autore come già mi aveva dimostrato ne La ballata di Adam Henry ha uno stile troppo descrittivo e rindondante, che annoia! E anche stavolta non si è smentito. Ma la storia raccontata, però, credetemi... è davvero da leggere... o se non vi volete sorbire il romanzo potete anche solo guardarla con il film, dove una bella Keira Knightley e un bel James McAvoy sono i protagonisti principali!


mercoledì 22 novembre 2017

Recensione | Mirror mirror



Mi sono avvicinata a questa lettura con tanta curiosità, ma soprattutto con diffidenza e pregiudizio... una modella sa anche scrivere?! Non credevo di poter leggere una storia che mi entusiasmasse o che creasse dell'empatia con i personaggi adolescenti del libro: era assolutamente fuori questione.
Quando ho richiesto il libro alla Dea Planeta Libri (che ringrazio davvero tanto) pensavo di dovermi limare unghie e lingua per fare a pezzetti un romanzo vuoto, privo di significato e di carattere... in pratica una trovata commerciale e basta.
Mirror mirror invece è molto di più e ne sono rimasta profondamente colpita, perchè sotto la storia di quattro adolescenti e i loro problemi, c'è un profondo insegnamento... ama te stesso! Uno young adult con gran carattere, non ve lo aspettavate eh?!


sabato 4 novembre 2017

Recensione | Tempo da elfi




In alcuni boschi dell'Italia, e non solo, vivono le comunità di elfi, persone normali come noi (senza le orecchie a punta e i capelli argentei) che hanno deciso di vivere come una volta... senza luce, senza acqua corrente, senza telefoni, senza arredamento Ikea... insomma senza le nostre comodità.
Sono gente pacifica, che ama la natura, vive alla giornata, tiene sempre la porta di casa aperta e non ha interesse nell'avere un lavoro stressante che si ripete sempre uguale giorno dopo giorno. Coltivano il proprio orto e mangiano ciò che la natura propone, costruendo con le proprie mani piccoli oggetti da usare al momento del bisogno come merce di scambio per altri prodotti o beni di prima necessità.
Tutto dovrebbe filare liscio, ma cosa succede se uno di loro viene trovato morto ai piedi di un dirupo? Gli autori evidentemente se lo domandavano da un po' e poi hanno deciso che era giunto il momento che anche tra gli elfi ci fossero un po' di scaramucce e di prepotenza gratuita.




Titolo: Tempo da elfi. Romanzo di boschi, lupi e altri misteri
Autori: Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli
Pubblicato da Giunti
A settembre 2017
Pagine: 312
Genere: Giallo/Noir
Letto in formato ebook
Da 4-09-2017 al 14-09-2017







martedì 10 ottobre 2017

Recensione | Storie di bimbe, di donne, di streghe






Nell’anno 1691, Lois Barclay stava ritta sul piccolo molo di legno, cercando l’equilibrio sulla terra ferma esattamente come, otto o nove settimane prima, aveva tentato di fare sul ponte rollante della nave, che la portava dalla Vecchia alla Nuova Inghilterra. Trovarsi ora sulla terra era ugualmente strano che, poco tempo prima, esser cullati dalle onde del mare, giorno e notte; e ugualmente strano era il paesaggio. Tutt’intorno le foreste lontane, ma non poi così distanti dalle case di legno della città di Boston, avevano sfumature di un verde diverso e anche contorni diversi, da quelle che Lois Barclay conosceva bene a casa sua, nel Warwickshire. Si sentì mancare, mentre se ne stava lì sola ad aspettare il capitano della bella Redenzione, il vecchio marinaio burbero e buono, che era il suo unico amico conosciuto in quel continente sconosciuto. Ma il capitano Holdernesse, come si era resa conto, aveva da fare e ci sarebbe probabilmente voluto del tempo prima che potesse occuparsi di lei; sicché Lois si sedette su uno dei barili che erano lì intorno, si avvolse ben stretto il pesante mantello grigio, e si riparò alla meglio sotto il cappuccio dal vento penetrante, che sembrava inseguire ostinatamente chi aveva maltrattato in mare, per continuare a tormentarlo sulla terra ferma. Pazientemente Lois sedeva lì, anche se era esausta e gelata; infatti, per esser maggio, la giornata era rigida, e la Redenzione, carica di generi di necessità e di ristoro per i coloni puritani della Nuova Inghilterra, era la prima nave ad essersi avventurata attraverso i mari.




Jane Austen, le sorelle Bronte, Virginia Woolf, Mary Shelly, Louisa May Alcott... ed Elizabeth Gaskell dove la lasciamo? Perchè non ha la stessa risonanza delle altre donne della letteratura? Eppure ha scritto un sacco di romanzi, per lo più di successo! Dovrei auto-flagellarmi per questa imperdonabile dimenticanza. Eppure io della Gaskell so davvero poco, quasi nulla, se non avessi, solo poco tempo fa, letto in un post il titolo Nord e sud, che mi ha incuriosito al punto da andare a ricercare su internet da chi fosse stato scritto e di cosa parlasse. E poi scopro che è contemporanea della Charlotte Bronte, inglese anche lei e amica di quest'ultima (della quale poi scriverà la prima biografia). E io, a 30 anni suonati, non ne sapevo niente! Ah bene!

venerdì 22 settembre 2017

RECENSIONE | Il diario di velluto cremisi


«Mi sembra che ci siamo», disse Joel, sporgendosi dalla porta dell'appartamento. Si guardò intorno, quasi stesse cercando di memorizzare ogni dettaglio di quella casa su due livelli, tipica della New York fin de siècle, che avevamo comprato e restaurato insieme cinque anni prima, in tempi ben più felici. Era uno spettacolo: l'ingresso col suo arco elegante, la bella mensola del camino, scovata in un negozio di antiquariato nel Connecticut e portata a casa con la stessa cura che avremmo riservato a un tesoro, l'opulenza delle pareti della sala da pranzo... Eravamo stati a lungo incerti sul colore e infine avevamo scelto un rosso marocco, che dava alla stanza un'atmosfera malinconica ed eccentrica insieme, un po' come il nostro matrimonio. Osservando il risultato, Joel aveva deciso che virava troppo all'arancione. Io invece avevo pensato che era semplicemente perfetto.
I nostri occhi s'incontrarono, ma io abbassai in fretta lo sguardo sul dispenser che avevo in mano e staccai un altro pezzo di nastro adesivo, appiccicandolo sullo scatolone. Era l'ultimo contenitore della roba di Joel, roba che lui era venuto a riprendersi. «Un momento», dissi, ricordandomi di un libro rilegato in pelle blu che avevo visto in un altro scatolone, ormai chiuso. «Hai mica preso la mia copia di Years of Grace, vero?» gli chiesi in tono accusatorio, fissandolo.



Emily è stata lasciata dal marito per un'altra. Si sente, così, a un punto morto della sua vita, senza l'amore che la sostenga e senza ispirazione per cominciare a scrivere un nuovo libro, nonostante il primo fosse diventato un best seller internazionale. Sebbene di innata bellezza, negli ultimi anni ha trascurato il suo aspetto fisico, e forse Joel l'ha mollata proprio per questa sua attuale sciatteria.

Ma Emily sa dove andare per riprendersi dal divorzio appena legalizzato e dalla monotonia: Bainbridges Island, l'isola dove abita sua zia Bee e dove, fin da ragazzina, ha trascorso tutte le sue estati più belle. Ma non fa in tempo a pensarlo che il telefono squilla, e come per una sorta di stretto legame emozionale, la zia Bee dall'altro capo del telefono la invita per un mese a stare da lei.


Brainbridges Island si rivela come sempre un luogo perfetto per poter riposare lo spirito stanco e inquieto di Emily. E tra una signora allampanata ma ancora frizzante,  una zia testarda e piena di misteri, un vicino di casa bello e sfuggente e un ex fiamma adolescenziale che vuole rifare colpo, Emily trova un diario di velluto dal colore cremisi chiuso da tempo dentro un cassetto. 



Il diario di velluto cremisi 
di Sarah Jio 
pubblicato Casa Editrice Nord 
nel 2012
Genere: Romanzo rosa 
Pagine: 329 
letto in formato ebook
dal 24-08-2017 al 2-09-2017





Al suo interno, Esther racconta gli anni della sua giovinezza in una vivace Brainbridges Island degli anni '40. In poco tempo, Emily, e il lettore, rimangono affascinati dalla storia di un amore tanto travolgente e puro, quanto tragico e imprevedibile, vissuto da Esther ed Elliot più di mezzo secolo prima.

Andando avanti nella lettura, però, Emily si accorge che quella che sembrava un storia romanzata di altri tempi, comincia pagina dopo pagina a presentare alcune analogie con persone e luoghi dell'isola. Nonostante le varie domande poste per scoprire qualcosa di più su chi avesse scritto il diario, nessuno vuole riportare alla luce gli avvenimenti che molti anni prima deviarono la coscienza di alcuni loro. 



La mia opinione
Il passato e il presente si rincorrono anche in questo libro, a fasi alterne. Ma qui i due punti di vista, uno raccontato dal diario di velluto e l'altro dalla stessa Emily, rimangono ben separati fino alla fine. Fino alla fine, infatti, ho cercato di mettere i vari pezzi del puzzle insieme per capire quali collegamenti c'erano tra i personaggi del diario degli anni '40, belli, giovani e innamorati, e quelli dell'odierna Bainbridges Islands.


La vera Bainbridges Islands

I personaggi di Emily e di Esther sono lontani nel tempo, ma si rivelano fin da subito legati da una speciale affinità. Infatti, si scoprirà che il diario riguarda molto da vicino Emily, e che la storia di Esther aspettava proprio lei. 

I personaggi del diario sono numerosi, così come quelli che incontrerà la protagonista sull'isola. Purtroppo, non per tutti il destino riserverà il tanto atteso lieto fine. Eppure, una storia all'apparenza molto semplice, e poco impegnativa, si è rilevata una lettura davvero avvolgente e ricca di spessore.

Bainbridges Islands, inoltre, è un'isola che esiste davvero (e la foto sopra ne è la prova), e le belle descrizioni dell'autrice, che ne conosce ogni singolo sasso, danno alla storia un tocco magico. Anche le varie personalità che ruotano intorno a Emily hanno quel qualcosa di speciale per cui è impossibile non innamorarsene.

Non so se vi è mai capitato di trovare questo libro in biblioteca o da qualsiasi altra parte. Se lo trovate non ve lo fate scappare perchè ha da raccontarvi una storia davvero bella e un po' fuori dal tempo! 








lunedì 18 settembre 2017

recensione | I MISTERI DI CHALK HILL















Quella notte la luna sembrava sbiadita. La donna camminava sul prato ancora umido per la pioggia, sfiorando l’altalena appesa all'olmo per poi scomparire tra gli alberi che circondavano la casa come guardie silenti. Il vestito strusciava per terra, l’orlo era sporco di fango e i sassolini le pungevano i piedi scalzi, ma lei avanzò incurante, spalancò la porta di ferro che si apriva sul muro di cinta, e come un automa seguì il sentiero inoltrandosi nella foresta.
Il silenzio era assoluto, come se tutti gli esseri viventi si fossero nascosti per sfuggire alla luce pallida della luna. Poi un fruscio... forse un topo che guizzava tra le ultime foglie d'autunno. Per il resto, solo i suoi passi sul terreno morbido. [...]
Appena gli alberi si diradarono, si fermò e fece un respiro profondo. Sollevò la testa e guardò in alto, verso il cielo, verso la luna. Poi allargò le braccia, come ad accogliere la notte.




venerdì 11 agosto 2017

recensione | I PASSI CHE CI SEPARANO

Buongiorno lettori avidi!
 Il romanzo che vi recensisco oggi mi è stato regalato attraverso un giveaway, nell'ormai remoto 2016, quando ancora ero attiva sui vostri bei blogghettini e venivo continuamente estratta a sorte per ricevere i premi dei concorsi! Fortunella che ero! Questo concorso l'aveva indetto Anna del blog Appunti di una giovane reader e, nonostante il tempo passato, le sono immensamente grata per questo bel romanzo!!! 💗



I passi che ci separano di Mirian Izaguirre pubblicato da Sperling&Kupfer nel febbraio 2016 traduzione a cura di Giulia Zavagna Pagina: 355 Genere: Romanzo letto in formato cartaceo


 



SINOSSI
Trieste, anni Venti. La bora, che sferza Trieste in certi periodi dell'anno, è un vento pieno di passione, violento e fugace, che piega i corpi e trasforma gli animi.
Salvador e Edita si conobbero lì un giorno di primavera del 1920, spinti dalla bora l'uno verso l'altra. Lei era nata a Lubiana e lui a Barcellona. Avevano vent'anni, l'età della follia. Ma Edita, bella e timida, era sposata e aveva una figlia, mentre l'unica cosa che possedeva Salvador era il suo lavoro nella bottega di un grande scultore, e il desiderio infinito di avere successo nella vita. Il vento sconvolse per sempre le loro esistenze, l'amore abbatté tutti i confini e le convenzioni. 
E solo la Storia, con la sua ferocia, avrebbe potuto dividerli.Barcellona, verso la fine degli anni Settanta. Salvador, ormai vecchio, vuole tornare a Trieste, dove aveva creduto di poter essere felice. Insieme a Marina, la giovane donna che lo accompagna, Salvador fa un viaggio nella memoria, raccontando del suo antico amore: di un parco in riva al mare, di lenzuola stropicciate e corpi abbracciati la mattina tardi, di un'attesa lungo i binari della stazione, di una colpa terribile e di un capolavoro del Rinascimento. 
Delle persecuzioni e dei segreti che si porta dietro da cinquant'anni. È un viaggio lungo, e ogni passo è importante. Perché è un passo in cerca del futuro.

lunedì 17 luglio 2017

recensione | L'isola di Alice

Buongiornoooooo lettori del lunedì mattina!!!
Cavoli ero da un po' che non scrivevo ma vi assicuro che con questo caldo ho perso tutta la voglia di fare qualsiasi cosa al di fuori delle normali faccende quotidiane!! Oggi si sta proprio bene invece e spero che anche voi stiate bene e che la voglia di leggere vi accompagni sempre. Io devo dire che non riesco proprio a trovare un passatempo migliore della lettura. Se fa caldo, se fa freddo, se stai male o se te le hanno fatte girare...un libro è sempre quel che ci vuole!

Il romanzo che vi recensisco oggi è stata una lettura SURPRISE, nel senso che non mi aspettavo di imbattermi in un libro tanto bello senza che me accorgessi! La scelta dell'Isola di Alice è avvenuta senza particolare attenzione alla cover, che è abbastanza anonima e ancora adesso che scrivo non so esattamente come sia (!!), alla trama, a cui ho dato un'occhiata veloce ma in realtà non mi ricordo di averlo fatto, e ad altre caratteristiche che di solito mi colpiscono molto di più.
Sono andata alla ceca insomma. Mi serviva un ebook da leggere e il fatto che ci fosse il termine "isola" nel titolo mi è bastato!! Va a capire la mente umana!
Già dalle prime pagine mi sono entusiasmata e ho seguito la storia letteralmente col fiato sospeso! È stato il classico amore a prima lettura! Vediamo se dalla mia recensione può piacere anche a voi!


lunedì 12 giugno 2017

recensione | LA COMPAGNIA DELLE ANIME FINTE di Wanda Marasco

Buongiorno carissimi lettori onnivori!!
Ho da pochissimo finito un buon libro che poi si è scoperto essere stato nella rosa dei 12 finalisti al Premio strega di quest'anno. Per mia ignoranza non  conoscevo affatto l'autrice, addirittura non l'avevo mai sentita nominare. Invece è una meritevole scrittrice poliedrica che per poco tempo ha saggiato da vicino l'ambito premio letterario (o forse già si conosceva il vincitore!). Bè, sta di fatto che ho fatto una bella scoperta con il libro letto da poco, perchè Wanda Marasco parla nei suoi libri della Napoli sofferente, della miseria, della violenza, senza nessuna possibilità di risalita. Una sorta di Roberto Saviano senza il suo successo mediatico intorno! 
Premetto che ho un debole per storie del genere, che parlano di vita vera e raccontano la drammaticità e lo struggimento dei protagonisti dall'inizio alla fine della loro vita. Quindi siete avvertiti tutti, leggerete un commento positivo😇

venerdì 19 maggio 2017

recensione | L'AMICO RITROVATO

Buongiorno carissimi lettori,
non immaginate la mia felicità finalmente a recensire un libro dopo un bel po' di tempo!!
Questo, amici miei, è uno di quei romanzi che non si può non amare se lo si ha letto. Forse, è una delle poche letture scolastiche che non pesa, anzi... alla fine si ringrazia pure l'insegnante per la bella scoperta!
Anche io sono stata una di quelle che l'aveva letto durante le vacanze estive, ma leggere mi piaceva già all'epoca quindi rimasi estasiata da questo libricino così misero di parole ma pieno di espressione. 
L'ho riletto perchè trovandolo su una bancarella di un mercatino dell'usato non potevo non prenderlo per arricchire la mia biblioteca (tra l'altro, ora rintanata in grossi scatoloni sotto al letto nuovo di Mondo Convenienza, quelli con il vano contenitore super spazioso!). E sono proprio contenta di averlo comprato! Non mi piace solo perchè tratta di uno dei periodi più interessanti della storia, ma anche perchè racconta una storia di amicizia e di vita particolare, intensa e commovente. Quindi se non l'avete ancora fatto correte a leggerlo. Anche perchè ho spoilerato alla grande in questa recensione. 
Avvertiti😝 


venerdì 10 marzo 2017

l'amore raccontato da un angelo | recensione di AVRÒ CURA DI TE

AUGURI carissime lettrici💜
Sono un po' in ritardo per farveli, in effetti, ma chi dice che si fanno solo l'8 marzo?! Bisognerebbe celebrare la donna ogni giorno per ciò che è, ciò che fa e per le ingiustizie che ancora è costretta a subire tutti i giorni!! Per tutte queste ragioni (e per il fatto che non sono riuscita a farlo prima) stasera vi posto la recensione di un libro che parla dell'amore in tutte le sue forme, ed ha come protagonista principale una donna complicata...un po' come tutte noi insomma! 😎
È un libro che mi ha letteralmente stregata e che è stato per me una ricca fonte d'ispirazione! Ditemi voi che ne pensate!



Avrò cura di te ✦ di M. Gramellini e C. Gamberale ✦ pubblicato dalla Longanesi ✦ nel novembre 2014 ✦ Genere: Narrativa italiana ✦ Pagine: 208 ✦ letto in formato cartaceo


SINOSSI
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un'anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l'ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L'angelo ha un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce dell'interiorità prima che dell'aldilà, sia possibile silenziare la testa e l'istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso. 




Un tradimento uccide soltanto gli amori già morti
Quelli che non uccide a volte diventano immortali.

Chiara Gamberale e Massimo Gramellini: un'autrice e un autore a me sconosciuti ma di cui ho sentito molto parlare, in bene e in male. In Avrò cura di te smettono i panni degli scrittori per diventare Giò e Filèmone in un dialogo epistolare davvero particolare incentrato sull'amore.

Gioconda, detta Giò, è una donna di 35 anni, la cui vita matrimoniale è da poco naufragata. Si ritrova così, sola e disperata, a vivere nella casa dei suoi adorati nonni, da poco morti, ma da sempre esempio dell'amore vero e fedele che lei avrebbe voluto vivere insieme a Leonardo. La notte di San Valentino, Giò trova in un vecchio cassetto una lettera di ringraziamento della nonna destinata al suo angelo custode. Per dare sfogo alla sua frustrazione, anche lei si cimenta nello scrivere un biglietto al suo fantomatico angelo. Piena di sarcasmo e speranze disilluse, Giò lascia la lettera nel cassetto della nonna credendo che poco o nulla di magico possa accadere. E invece l'angelo risponde e si presenta: Filèmone. E la rassicura «Avrò cura di te». 

Ti sei mai chiesta perché le corde suonano, Giò? Fanno resistenza alla pressione. E’ da quella resistenza che nasce la musica. Come nella vita: è dalla capacità di resistere alla pressione che nascerà la tua musica migliore.

Comincia così la corrispondenza tra l'Angelo e la custodita: ironica, commovente, romantica e riflessiva. Piano piano scopriamo la storia di Giò, la sua incapacità di fidarsi del prossimo, l'insicurezza in se stessa, l'incomunicabilità con il padre, la diffidenza verso le scelte della madre e l'incomprensione della vita extra coniugale dell'amica. E poi  c'è Leonardo, il problematico ex marito che Giò non è riuscita ad ascoltare e ad amare. 

I botta e risposta tra Giò e Filèmone sono stati per me illuminanti e ricchi di molti spunti di riflessione. Giò è la classica ragazza con molti dubbi sull'amore e sulla vita, per nulla convinta che qualcosa di bello possa capitarle. Sarà Filèmone, però, ricordando la sua esperienza di umano, a riportarla sulla giusta strada della felicità cercando di farle comprendere le sue debolezze e il suo valore.

Solo chi si vuole bene è capace di volerne anche al prossimo.

I colpi di scena non mancano, la trama è originale e lo stile veloce, stimolante e gioioso. La parte interpretata da Gramellini è forse quella più significativa e apprezzabile. Il suo modo di raccontare è candido, soave, senza giudizi, né luoghi comuni o frasi fatte. Forse c'è un'eccessiva sdolcinatezza di fondo, ma personalmente ha reso la mia lettura più positiva e benefica per l'umore. 
Avrete sicuramente capito che questo romanzo mi è piaciuto molto e che ve lo consiglio caldamente, sopratutto se siete in uno di quei momenti in cui avete bisogno di dolcezze e tenerezze! 

L’amore perfetto non esiste: quello reale è la somma di tante imperfezioni.

Ma c'è un però... devo ammettere che il finale mi ha un po' fatta trasecolare. Alla fine non ho sentito grande empatia con Giò, e la sua scelta finale ne è la prova perchè non mi sono riconosciuta per nulla nelle sue scelte. Comunque, Chiara Gamberale è stata una bella scoperta, così come Gramellini. Continuerò a seguirli!



Ogni essere umano è un eroe. E l'eroe combatte sempre per tornare a casa. Potrebbe restarci fin dall'inizio, ma l'intuito gli suggerisce che per amare le sue radici in maniera consapevole dovrà prima lasciarle, dimenticarle, addirittura rinnegarle, per poi iniziare a struggersi nel ricordo e, superata la prova della lontananza, decidere in piena libertà di farvi ritorno. Soltanto allora sarà in grado di apprezzare ciò che già possedeva, ma non era in grado di comprendere. Il tesoro che cerchi si trova dove sei, ma come faresti a saperlo se non andassi a cercarlo da qualche altra parte?













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