/* -->
Visualizzazione post con etichetta classici. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta classici. Mostra tutti i post

giovedì 20 settembre 2018

Recensione | La famiglia Aubrey di Rebecca West

Quando senti dal profondo del tuo cuore che quel libro, di cui stai ammirando la copertina, sarà una lettura eccezionale, ecco che c'hai preso. A me è successo da poco, proprio con La famiglia Aubrey. D'altronde, come non innamorarsi di una cover dalle tonalità blu, con ornamenti classicheggianti e con quel non so che di epoca vittoriana molto british? 
Ad essere sincera, all'inzio sono stata un po' diffidente. Non capivo se si trattava di un libro a noi contemporaneo che raccontava del passato o un vero e proprio classico arrivato con molti anni di ritardo. Alla fine ho scoperto che questo romanzo non può essere definito "antico o classico", nel senso letterario del termine, ma la sua autrice non è nostra contemporanea, ma del secolo scorso.
Quindi, se anche voi guardandolo siete stati presi da dubbi e sospetti, non preoccupatevi e leggetelo. Non ve ne pentirete. 
Ma se prima volete capire un po' di cosa tratta, ecco qui la mia recensione!


Titolo: La famiglia Aubrey
Autrice: Rebecca West
Traduttrice: Francesca Frigerio
Editore: Fazi
Pubblicato il 5 luglio 2018
Prima pubblicazione: 1958
Genere: Narrativa inglese/Saga familiare
Pagine: 576
Letto in formato ebook


La mia opinione

La famiglia Aubrey si compone di tre libri. Il primo, recentemente ripubblicato da Fazi Editore, è parecchio lungo e carico di contenuti, tanto da farvi pensare "Wow questo sì che è un Romanzo". Al centro della storia c'è, come si può ben immaginare, una famiglia, ma non una come tante, bensì quella degli Aubrey, un po' fuori dal comune in confronto alla consuetudine londinese di inizio '900.

Gli Aubrey sono una famiglia di artisti. Poveri ma molto uniti, fanno fronte alle difficoltà quotidiane con grande spirito. Si spostano in continuazione a seconda dell’impiego del padre, Piers. Giornalista e scrittore molto stimato, vive in un mondo tutto suo, ha un problema con la gestione del denaro e un debole per il gioco d’azzardo. 

lunedì 17 settembre 2018

Recensione | Una coppia quasi perfetta di Emily Eden

Rieccomi in carne e ossa su Gli Alberi, carissimi lettori!
Le vacanze sono ufficialmente finite quindi è ora di riprendere in mano la situazione e ridare al blog una sorta di regolarità di pubblicazione. Spero di riuscirci anche se è da un po' di tempo che lo dico. 
Oggi voglio proprio stupirvi con la recensione di un romanzo di quelli che piacciono a noi, lettrici patentate, che abbiamo nel nostro DNA l'amore incrollabile per le autrici inglesi del 18°-19° secolo: zia Jane, le sorelle Bronte, Emily Dickinson, Mary Ann Evans (alias George Eliot), ecc.
Bene, sono sicura che dopo aver leggiucchiato la trama e visto la copertina del libro che vi propongo sono sicura che inserirete nelle vostre lunghissime liste di lettura anche la meno nota EMILY EDEN! 
Come già vi avevo anticipato nel riassunto delle letture estive, la Eden fu contemporanea di Jane Austen ma in Italia è approdata solo da pochissimi anni e non si sa bene perché. Forse il motivo è che non ha scritto molti romanzi, ma comunque sia è stata comunque un'autrice di talento, forse di più della Austen, visto il maggior senso critico della società a lei contemporanea e delle più marcate conoscenze politiche. 



Titolo: Una coppia quasi perfetta
Autrice: Emily Eden
Traduttrice: Roberta Arrigoni
Editore: Elliot
Prima edizione: 1860
Edizione italiana: Agosto 2018
Genere: Narrativa inglese/Classico
Pagine: 245









Recensione

I vicini di casa della famiglia Beaufort, in particolare Mrs. Douglas, sentono che nell'aria c'è un vivacissimo cambiamento: la bella, dolce e graziosa Helen Beaufort si sposa. E non con uno qualunque, ma con niente popò di meno che con Lord Teviot, lo scapolo più ambito di tutta la regione, straordinariamente affascinante e terribilmente ricco! 

I peparativi in pompa magna, i numerosissimi importanti invitati e le immense proprietà che faranno da location al matrimonio, sono solo alcuni dei dettagli che fanno parlare l'intera città. Ma il particolare che a nessuno sfugge è: ma la dolce Helen è veramente innamorata del suo sposo? Sembra infatti che la ragazza cerchi in tutti i modi di sviarlo e quando è in sua presenza il suo pallore appare quasi mortale. Ma queste non sono che le puntigliose e alquanto cattive considerazioni dell'austera Mrs Douglas, invidiosa che le sue altrettanto amabili figlie non avranno un simile matrimonio. 

venerdì 6 aprile 2018

Recensione Classici | Storia di una capinera di Giovanni Verga



Storia di una capinera è stato un film che ha segnato la mia infanzia. Le madri (non tutte) ovviamente non pensano che alcune cose possano incidere sulla psiche dei propri figli più a fondo di tante altre cose ritenute più "importanti", o almeno non pensano che film e libri possano condizionarli. 
Ero rimasta molto impressionata dalla crudeltà con la quale una giovanissima ragazza del sud d'Italia venisse confinata contro la propria volontà in un convento, farsi monaca e abbandonare ogni sogno di amare ed essere amata, guandando la felicità altrui da dietro le sbarre della sua stanza. Alla fine la poveretta moriva d'amore. 
Dopo essere stato a lungo in wish list, finalmente ho letto questo libro, che anticipo, non è che sia un capolavoro secondo me, ma ha una storia davvero commovente, che sono stata contenta di leggere, nonostante l'autore non mi sia mai piaciuto.




Titolo: Storia di una capinera
Autore: Giovanni Verga
1° pubblicazione nel 1871
Editore: Fabbri
Pagine: 155
Genere: Narrativa italiana/Classici
Sottogenere: Romanzo epistolare
Letto in formato cartaceo
Dal 24-03 al 26-03-2018








Storia di una capinera può essere considerato come un modo di raccontare le repressioni e i tormenti delle donne che venivano, fin da piccole, rinchiuse in convento per questioni economiche, sociali e chissà che altro. L'800 pullula di racconti simili, uno fra tutti la monaca di Monza, perchè il problema era reale, ma sottaciuto da tutta una schiera di autorità del tempo. Verga, come molti altri letterati, cercarono allora di denunciare la monacazione forzata per sensibilizzare l'opinione pubblica.

Il libro è totalmente scritto in forma epistolare, un genere che io proprio non apprezzo, ma si tratta anche di un romanzo di due secoli fa e non è certo questo il metro di giudizio per valutare un classico. Inoltre, le lettere che leggiamo sono solo quelle di Maria, senza la possibilità di capire quali risposte riceva dalla sua corrispondente. Al centro di tutto c'è quindi la novizia e le sue tribolazioni morali e amorose.


TRAMA CON SPOILER

Il colera dilaga nella Catania della metà del XIX secolo. Maria, giovane monaca novizia, viene rimandata temporaneamente a casa dalla famiglia, con la quale si trasferisce nella villa di campagna per evitare di contrarre la malattia.
Qui, la povera monachella conosce una vita totalmente diversa da quella a cui era solita trascorrere nel convento. Libera di passeggiare, di osservare la natura, gli animali, il cielo senza alcuna grata a impedirglielo, Maria racconta entusiasta la sua nuova esistenza di ragazza senza il velo cristiano a gravarle sulla coscienza.

Gli occhi semplici e puri della ragazza vedono e registrano minuziosamente tutto ciò che le capita intorno per raccontarlo tramite lettere ad una sua cara amica. Dalla bella e vezzeggiata sorrellastra che vive una vita improntata al culto di se stessa in quanto donna da marito, alla matrigna, che si spende in mille modi per il bene dei suoi figli degnando di poca importanza l'orfana Maria, al babbo che, felice di avere di nuovo la sua adorata figlia a casa con lui, è combattutto tra l'amore per la seconda moglie e quello per la docile fanciulla, costretta dalle convenzioni del tempo a ritornare in convento.

Fin dalle prime lettere, Maria non nasconde il fatto di essere ben più contenta di vivere fuori dalla grave aria che si respira tra le quattro mura del convento, che lì in campagna vicina alla sua famiglia. Sembra anzi, che il devotissimo amore da sempre riservato per una monaca a Dio, sia ora consacrato alla famiglia. Maria, infatti, non i accorge che è biasimata dalla sorellastra e mal sopportata dalla matrigna.

A sconvolgere ulteriormente la vita da religiosa di Maria arriva Nino, figlio di una famiglia anch'essa in fuga dal colera cittadino, che in breve tempo si invaghisce, ricambiato, della giovane monaca. Storie di novizie che abbandonarono il convento per sposarsi, con il benestare dei genitori s'intende, ce ne sono state, ma in questo caso il destino volle che una figlia da marito c'era già.

Maria diviene quindi un componente familiare scomodo, soprattutto per madre e sorella. Viene allora rintanata in camera sua, aspettando il momento giusto per riportarla in convento e farle prendere i voti come monaca di clausura. Una volta qui le viene dato l'annuncio dell'imminente matrimonio di Nino e sua sorella. La ragazza conscia che non potrà mai amare ed essere amata come una donna, perde a poco a poco la ragione, perdendo infine anche la vita.


GIUDIZIO (più o meno)

Bè non si tratta proprio di un giudizio, perchè parliamo di un romanzo di altri tempi e con altri obiettivi. A me è piaciuta moltissimo la storia in sè. Bella, drammatica, con un finale doloroso e complicato, con cui il lettore viene portato a riflettere amaramente sull'ingiustizia vissuta dalla protagonista, e da quelle come lei.

Maria è la classica fanciulla di altri tempi, dolce, ingenua, priva di malignità e sottomessa alle leggi imposte da famiglia e Chiesa, a cui non riesce a dare una propria interpretazione, ma si lascia avvincere del tutto. Proprio la frustrazione che ne seguirà la porterà alla follia.

Lo stile di scrittura è quello di Verga, che non amo particolarmente, ma è pur sempre bello rituffarsi in un genere antico, che racconta quasi con pateticità i sentimenti e sensazioni dell'epoca, del tutto prive di cinicità, malizia, furbizia, artificio e tutte quelle cose a cui siamo abituati oggi, in eroi ed eroine.

Se non conoscete questa storia, vi invito caldamente a leggerla. È di poche pagine ma ha la capacità di catturare il lettore grazie al personaggio di Maria.



lunedì 21 novembre 2016

Recensione | La scuola di Linda di Regina di Luanto

Ciao miei carissimi lettrici e lettori...
ho appena finito un libro davvero bello e interessante che mi ha tenuta col fiato sospeso per molti capitoli! Un romanzo che riprende le storie d'amore ottocentesche ma ambientato in Italia e con tematiche di denuncia nei confronti della società maschilista del tempo. Un libro che mi è davvero piaciuto per tutta una serie di elementi che adesso vi racconterò, sperando di farvi venire voglia di leggerlo per riportare in auge un romanzo, e la sua autrice, dimenticati davvero per molti decenni ma oggi in grado di far valere il proprio diritto di far parte della letteratura classica italiana!!



La scuola di Linda ✦ di Regina di Luanto ✦ edito in ebook da Sara Minervini per E.M.A ✦ 1° edizione nel 1894 ✦ Genere: Classico ✦ Pagine: 241 ✦ letto in ebook 




La contessina Linda Vallorsara è cresciuta alla scuola della finzione, della menzogna e del privilegio di classe, confusa da opinioni oscillanti e senza una guida a regolarne gli istinti e insegnarle a giudicare con chiarezza. Solo l’incontro con il vero amore potrebbe risvegliare il suo cuore e lo spirito, riconducendola alla semplicità della sua vera indole. Ma «l’amore è un atto generoso e costa caro ed è sempre più vantaggioso seguire l’esempio della maggioranza e caricare le spalle altrui per alleggerire le proprie». Sullo sfondo della gaudente Roma umbertina e giolittiana, questo romanzo dimenticato di Regina di Luanto restituisce non solo le pagine strappate dalla Storia della Letteratura Italiana ‒ quelle della scrittura femminile tardo ottocentesca ‒ ma anche il senso di una feroce critica alle convenzioni e convenienze di una società fiacca e priva di sostanza morale che non conosce differenze fra i sessi.

Regina di Luanto è lo pseudonimo di Anna Guendalina Lipparini (Terni, 22 febbraio 1862 – Pisa, 8 settembre 1914). Divenne celebre per i temi narrati nei suoi racconti e romanzi nei quali non nascose lo sprezzo per l’ipocrita visione della donna e della condizione femminile, oggetti inerti da tenere confinati nello stretto raggio delle convenzioni sociali.




Linda Vallorsara è una bambina che vive la sua appartenenza alla ricca nobiltà romana in modo contrastante: da un lato si balocca con il lusso e l'aspirazione di partecipare a numerose feste e raduni alla moda quando sarà grande; dall'altro osserva disgustata l'ipocrisia dei ricchi, la superficialità della madre vanitosa, le scappatelle amorose del padre e il bisogno di apparenza insito nella sua classe sociale. La purezza e la lealtà di Linda la portano ad amare, ad aver compassione e a non giudicare inferiori coloro che non appartengono al lusso e che sono capaci di veri sentimenti verso di lei.

Educata in convento con le signorine della più ricca nobiltà italiana, Linda sogna il suo vero amore: un amore puro, non attaccato alle convenzioni economiche che vogliono la dote come scambio di moneta per sobbarcarsi il peso di una moglie, ma che, al contrario, senta solo il bisogno di stare insieme a lei, al di là di contratti, tradizioni, usi e costumi obbligatori per la società corrotta intorno. 

Purtroppo, l'uomo che le ruba il cuore è lontano da tutto questo e, scoperto l'inganno, la ragazza decide di non abbandonarsi più a futili cedimenti amorosi capaci solo di farla soffrire. Linda si lascia avvincere dal mondo bigotto e ipocrita da lei sempre osteggiato, e ne diventa un'illustre rappresentante. E grazie a questo suo nuovo modo di comportarsi Linda trova marito: un uomo dapprima mite e amichevole ma che col tempo diventa inetto, egoista e disinteressato alla moglie, la quale ricerca l'adulazione nei propri confronti in altri uomini, nelle feste, nei pettegolezzi e nell'ipocrisia generale. Una Linda del tutto diversa dalla bambina di inizio libro, che porterà il lettore a conoscenza di una società e dei suoi molteplici protagonisti e, immancabilmente, a un tragico epilogo.

Il mutamento di Linda mi ha lasciata davvero amareggiata. Fino alla fine pensavo, e speravo, che qualcosa sarebbe cambiato, avesse trovato l'amore vero e sarebbe ritornata ad essere l'eroina per eccellenza! Invece non è accaduto, ma questo, insieme al triste finale, ha dato al libro maggiore carattere e più spessore!!

Tanti i personaggi che si conoscono in modo approfondito, e tanti quelli che si ripresentano a distanza di tempo nella vita di Linda raccontando di sé. 
La storia scorre davvero fluida senza noia  lentezza in alcuna parte del romanzo. Le sensazioni di Linda sono ben trascritte e mai melense o svenevoli, anzi, la protagonista è una bambina, poi una donna, con un carattere abbastanza forte e deciso che segue un percorso di formazione parecchio logico e coerente.  

A sorprendermi un po' e a dare al libro una nota piccante, ma non oscena, sono state le insinuazioni lesbiche nella vita di Linda, durante il periodo in convento. L'autrice vela i comportamenti tra ragazze con descrizioni allusive e poco esplicite, ovviamente per il riserbo che nel suo tempo c'era a proposito di determinati argomenti.

L'autrice, Regina di Luanto, è una donna che ha vissuto in prima persona la società e il mondo di Linda e per questo offre un quadro davvero ben illustrato di ciò che accadeva nei salotti, a teatro, tra amiche o nelle case di campagna dei nobili aristocratici italiani. 
Alla fine, la scuola di Linda è la sua vita, il suo trascorso e le persone al suo fianco. Per farvi capire quanta immoralità, degenerazione e falsità risiedeva in tale scuola, tale da costringere un animo puro come quello della piccola Linda a corrompersi in modo tanto brutale, vi cito alcune frasi del libro che sono il succo dell'educazione dei nobili del tempo e di molti di oggi, purtroppo!!


«Figurati che ad un tratto la mamma diventasse vecchia, brutta...»
«Non importa, le dovresti volere bene lo stesso. Non è vero babbo che tu non divorzierai?»
«No, no. Ma dimmi quando la tua bambola è sciupata e
le mancano gli occhi e i capelli, non mi vieni a dire "babbo compramene un'altra?"»
«Sì». Mormorò Linda, scossa nella sua opinione da un tale argomento.
«Dunque?»
«Dunque, per farsi volere bene, bisogna essere sempre belli?»
«Potendo!» Concluse il conte Vallorsara.









mercoledì 16 novembre 2016

RECENSIONE | Mary Poppins di Pamela Lyndon Travers

Ciao carissimi!
Mi ci è voluto più di una settimana per finire di leggere il libro di Mary Poppins. Il romanzo era breve ma particolare e la storia non era quella che mi aspettavo. Non mi ha delusa ma non mi ha coinvolta al 100%. 
Per chi non avesse letto il libro o visto il film premetto che in questa recensione troverete degli spoiler! Ma leggete per capire... buona lettura!



Mary Poppins ✦ di Pamela Lyndon Travers ✦ pubblicato da Rizzoli ✦ nel 2010 traduzione di Letizia Bompiani ✦ illusrazioni di Mary Shepard ✦ 1° edizione: 1934 ✦ Genere: Letteratura per ragazzi ✦ Pagine: 116 letto in formato e-book 



Non c'è bambino che, vedendo il film di Walt Disney del 1964, non abbia desiderato conoscere Mary Poppins, salire le scale scivolando sul corrimano, come lei; aprire un ombrellino e prendere il volo; pescare dalla sua grande borsa che contiene di tutto, persino una poltroncina. Mary Poppins compare un giorno portata dal vento in Viale dei Ciliegi 17, davanti alla casa più piccola della strada, e cambierà per sempre la vita dei bambini Banks.



Scrivere questa recensione è stato proprio difficile. Credevo di trovarmi di fronte alla Mary Poppins del film, con canzoni, balletti e magia, e credevo anche che la storia fosse esattamente quella che ci aveva propinato la Disney per decenni. Invece no! La cosa inizialmente mi ha un po' fatto arricciare il naso, proprio come a Mary Poppins, perchè mi sembrava tutto lento e noioso; poi ho cominciato a entrare nella storia e nella "mente" dell'autrice, e da quel momento la lettura è andata meglio! 
Mentre leggevo preparavo la recensione. Ora che ho finito il libro, tutto quello che avevo scritto l'ho cancellato e ho voluto ricominciare da capo! Quindi...

...Mary Poppins arriva a casa Banks sospinta dal vento dell'est! Qui, i suo modi autoritari e tirannici faranno da padrone, ma diverranno anche cari ai bambini Banks. Giovanna, Michele, ma anche Giovannino e Barbarina, i due gemelli neonati, si meravigliano delle cose sorprendenti che Mary Poppins può far fare loro: prendono il tè sul soffitto insieme allo zio Alberto, girano di notte per il Parco Zoologico dove tutto è al contrario, gli uomini in gabbia e gli animali i padroni, e poi vanno a far compere di Natale insieme a una stella che chiede consigli sui regali per le altre sue sorelle del cielo! Ogni giorno è un'avventura diversa per Giovanna e Michele, ma quando il vento cambia è ora che Mary Poppins vada via!

Mary Poppins è una donna con un carattere imperioso, vanitoso e molto capriccioso. È impossibile capire cosa le passi per la testa e se provi realmente dei sentimenti di amore e affetto verso i bambini. Con loro è più una bisbetica tiranna che una governante. Giovanna e Michele, tuttavia, si affezionano a lei pur dovendosi sottomettere ai suoi mille capricci.

Gli altri personaggi, Berto (lo spazzacamino del film), signor e signora Banks, sono lontanamente abbozzati e poco attivi nella storia. I veri protagonisti sono ovviamente Mary Poppins e i bambini, ma loro non fanno altro che essere il filo conduttore della storia. Infatti, i vari capitoli, ognuno dei quali racconta un'avventura unica, sono legati tra loro solo dalla presenza dei tre protagonisti e da nient'altro.

Lo stile di scrittura è poco descrittivo e molto sbrigativo. Il libro infatti è breve ma lento, purtroppo. Alcuni capitoli sono stati noiosi e per nulla coinvolgenti. A volte personaggi, luoghi e azioni superavano esageratamente la fantasia diventando troppo banali e infantili. 

Impossibile entrare in sintonia con Mary Poppins, è stata per me un'antieroina nella maniera più assoluta. Il suo personaggio non è tanto attivo quanto spesso nominato. Cioè, la sua presenza è debole, infatti agisce poco, ma è sempre richiamata all'attenzione del lettore attraverso dei riferimenti!! I bambini invece sono stati più piacevoli e comunicativi.

Una cosa davvero fastidiosa è stata l'italianizzazione di tutti i nomi dei personaggi: Giovanna e Michele, BERTO (!!!) e zio Alfredo! Strano che la traduttrice non l'abbia fatto anche con Mary Poppins. Non voglio neanche immaginare cosa sarebbe uscito fuori!!

Mentre leggevo il libro, mi sono decisa a guardare il film Saving Mr. Banks, che parla di come Walt Disney riuscì ad avere i diritti cinematografici di Mary Poppins per poi farne il film animato del 1964. A parte che ve lo consiglio davvero tanto (io ho addirittura pianto alla fine!), fare la conoscenza dell'autrice, l'imperativa Miss Travers, è stato come conoscere e comprendere meglio Mary Poppins. Non voglio svelarvi altro perché è un film da vedere assolutamente!!! Ma credo che solo questa piccola parentesi mi abbia decisa ad andare avanti nella lettura! Cosa molto triste per me da dirvi.

Insomma, avrete ben capito che il film d'animazione è meglio del libro perchè la storia raccontata è più ricca di contenuti, più attraente e più magica. Purtroppo sono un po' dispiaciuta di questo perché amando molto i libri avrei preferito fosse stato il contrario. Capisco comunque che la mia visione di Mary Poppins era stata idealizzata dal film e questo è andato a discapito del libro, che comunque vi consiglio di leggere per farvi un'idea più precisa di questo classico!!

Se qualcuno l'avesse letto sarei molto curiosa di conoscere la sua opinione!! Scrivetemi nei commenti!!
Se avete letto fino a qui grazie della pazienza! Avevo molto da scrivere :):) 







lunedì 7 novembre 2016

RECENSIONE | La lettera scarlatta

Buon lunedì a tutti!
Oggi vi parlerò di un classico della letteratura: La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne. Amo molto i classici, infatti uno dei miei desideri sarebbe quello di leggerli tutti ma proprio tutti tutti!! Questione impossibile da fare, lo so. La passione per questo genere di libri parte dal fatto che adoro le storie scritte tra il XVIII e il XX secolo. Pochi classici mi hanno lasciato l'amaro in bocca, uno di questi è stato Moll Flandersi di Daniel Defoe, ed ora anche La lettera scarlatta! Mannaggia!

La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne pubblicato da OttoCento nel 2010 traduzione di Marcella Majnoni 1° edizione: 1850 Genere: classico/romanzo storico Pagine: letto in formato cartaceo



Il romanzo si apre con una donna sul patibolo, mostrata alla popolazione di Boston, dopo il processo per adulterio che l’ha giudicata colpevole. Hester, infatti, ha dato alla luce una bambina, nonostante il marito sia assente dalla città da molto tempo: per questo viene esposta al pubblico ludibrio; ma la pena più infamante sarà portare sul petto una lettera scarlatta, la A di “adultera”, che renderà sempre evidente il suo peccato agli occhi della chiusa comunità puritana della Boston del XVII secolo. Per amore, la donna non rivela chi è il padre della piccola Pearl, scontando da sola la sua pena e costruendosi una dignitosa esistenza appartata e solitaria, mentre il suo amante, uno degli uomini più rispettati della città, vive nel tormento e nella disperazione per la sua vigliaccheria e la sua ipocrisia. Intanto il marito di Hester è tornato dopo una lunga prigionia presso gli indiani. Nemmeno a lui la donna rivela chi sia il padre di Pearl e l’uomo assume un’altra identità con l’intenzione di scoprirlo…

martedì 24 maggio 2016

RECENSIONE | Il piccolo principe

Buon martedì carissimi!
Il mese di maggio è stato un po' morto per Gli Alberi, sia per la mia piccola assenza che per una brusca frenata nella lettura. Ho letto, infatti, molto poco in quest'ultimo periodo, ma la colpa è anche di Stephen King, che mi sta intrattenendo più del dovuto con il suo 22.11.63. Bellissimo eh, ma che lungo!! Spero per fine maggio-inizio giugno di finirlo e recensirlo! Sto poi leggendo Una famiglia quasi perfetta di Jane Shemilt, un thriller, che di solito non leggo, davvero angoscioso!! L'ho comprato al Salone (al breve il post) perchè era in offerta, ma non sapevo di che parlasse. La lettura è molto piacevole e interessante ma il fatto che venga descritto in modo molto dettagliato la vita di una madre la cui figlia sparisce, mi sta un po' abbattendo il morale. Quindi, per riprendermi ho letto tutto d'un fiato una storia con una trama più rilassata ma non per questo banale, Il piccolo principe.

mercoledì 27 aprile 2016

Recensione | La famosa invasione degli orsi in Sicilia di DINO BUZZATI




PRO
. Trama originale
. Significati nascosti
. Personaggi a cui affezionarsi
CONTRO
. Scrittura adatta ad alunni delle scuole elementari e medie





Titolo: La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Autore: Dino Buzzati
Editore: Mondadori Scuola
Anno dell'edizione: 1996
Prima pubblicazione nel 1945
Pagine: 124
Genere: Libro per ragazzi
Formato di lettura: Cartaceo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...