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lunedì 22 luglio 2019

Recensione| Breve storia amorosa dei vasi comunicanti di Davide Mosca



Nonostante il tempo per curare il mio blog sia sempre meno, per la lettura il tempo lo trovo sempre! Anzi, ho ritagliato uno spazio davvero bellissimo per questa mia passione di vita: una volta al mese partecipo ad un interessantissimo gruppo di lettura in una libreria indipendente della mia città! Fantastico, appassionante, coinvolgente... un'esperienza che è necessario fare una volta nella vita se si amano i libri. 
In questo gruppo sto conoscendo diverse "personagge" (tutte donne), ognuna con una propria storia, tirata in ballo ad ogni occasione propizia (in tema con il libro in lettura), tutte cariche di sano cinismo, consigli di vita, battutacce sul mondo maschile, ma anche con una folle passione per i libri! 
Fino ad ora avevo conosciuto persone di questo tipo solo qui nella nostra piccola e ben riparata blogosfera. Ma ora, frequentare persone REALI che non fanno altro che comprare libri, parlare di libri, sfogliare libri, cercare libri, volere libri... bé è un sogno divenuto realtà. 
L'età delle partecipanti al gruppo di lettura è abbastanza vario, ma spiccano per sfrontatezza le 50-60enni, per equilibrio e assennatezza le 40enni (la libraia fa parte di questo gruppo) e le 30enni (come me), che siamo più simili a una cornice che a un vero e proprio dipinto, per il riserbo e l'inibizione allo scambio di opinioni... in pratica, ascoltiamo soltanto!

La lettura di giugno è stata "Breve storia amorosa dei vasi comunicanti" di Davide Mosca, un libro che a me è piaciuto molto ma che, sinceramente, non avrei neanche lontanamente intravisto se non mi fosse stato consigliato dalla libraia. Prima di tutto perché ha un titolo inoffensivo (a noi piacciono i titoli aggressivi ormai), poi perché il nome dell'autore non dice nulla (anche se avevo un omonimo alle superiori), la copertina è, sì carina, ma non spicca particolarmente per colori e soggetti, la trama è interessante ma c'è sempre un libro più interessante da scegliere da qualche altra parte. Però leggendolo ho scoperto un piccolo capolavoro!




Titolo: Breve storia amorosa dei vasi comunicanti
Autore: Davide Mosca
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa
Pagine: 208
Letto in formato cartaceo









***


Remo e Margherita sono giovani e smarriti, imprigionati entrambi in un corpo inospitale: lui soffre di bulimia, lei è anoressica. Almeno fino a quando non si imbattono l’uno nell’altra. E scoprono che insieme ci si può salvare.

Remo ha ventiquattro anni e l’ultimo trascorso è stato terribile. L’ha passato chiuso in casa, a mangiare senza sosta, ingrassando fino a superare i cento chili. Stanca della sua indolenza da fallito, la fidanzata l’ha pure lasciato. Una sera, in un bar che frequenta con dei vecchi amici, Remo conosce Margherita. Lei fa l’ultimo anno di liceo e di sera lavora nel ristorante di famiglia fino a tardi. È appassionata, curiosa, un po’ irascibile. Ed è bella, anche se pesa meno di quarantacinque chili. 

Quella sera cominciano a parlare e da allora non smettono piú. Passeggiano sulla spiaggia d’inverno, inseguono la luce abbagliante della riviera ligure, si aprono l’un l’altra. Pian piano si innamorano, senza mai dirselo, forse senza neppure rendersene conto. La notte di Capodanno salgono sulla bilancia per la prima volta. Lui pesa settanta, lei cinquanta. Che sia l’inizio o la fine della storia, non importa a nessuno dei due.

***

Questa è una storia vera. L'autore, un libraio ligure, ha davvero subito le metamorfosi scritte nel libro ed è riuscito a salvarsi grazie all'amore per una ragazza con altrettanti disordini alimentari.
Breve storia amorosa dei vasi comunicanti è un romanzo ordinario e lineare, senza colpi di scena né vicende estreme o intense emozioni. Però mi è piaciuto perchè è scritto bene con uno stile fluido, conciso e diretto, che non fa perdere tempo al lettore ma lo porta dritto al punto di arrivo.

I personaggi, Remo e Margherita, sono anch'essi persone normali anche se vivono il cibo in modo problematico e dannoso per se stessi. Nonostante agli occhi degli altri siano strani e complicati, ed essi stessi fanno fatica a comprendersi, tra di loro nasce subito un'affinità molto forte. Senza accorgersene si innamorano e cominciano un percorso di guarigione sia mentale che fisico.

Remo è un ragazzo pacato, riflessivo, che cerca sempre di fare del suo meglio per salvare la situazione, che capisce le persone che ha intorno e non vuole dar fastidio a nessuno con la sua mole esagerata e la sua goffaggine. Per questo si è chiuso in casa da solo, crede di non avere posto nel mondo adesso che è grasso.

Margherita è invece una ragazza nervosa, sempre in movimento eppure fissa nelle sue idee sul cibo e nel controllo spasmodico delle calorie che ingurgita giornalmente. Con una coca light il suo corpo è sazio, ma il suo cuore è evidentemente bisognoso di qualcuno che si prenda cura di lei perché non appena conosce Remo ne diventa un gracile ma determinato satellite, in grado di smuovere i diversi strati di grasso del ragazzo per giungere in modo silenzioso alla sua forza di volontà e alla sua coscienza. 

L'intento dell'autore è chiaro alla fine: non è una storia che vuole​ colpire nel segno, non vuole vincere il premio Strega e non vuole porre fine ai disturbi alimentari nel mondo. Davide Mosca sembra che abbia messo per iscritto la sua storia per potersela staccare un po' di dosso e guardarla dall'esterno, forse per giudicarla a distanza di anni dalle vicende narrate, oppure per averla sempre a portata di mano e rileggerla ogni tanto per ritrovare la forza interiore di quel periodo. 

Di certo io non lo so con sicurezza, però mi ha fatto piacere conoscere un pezzo di vita così particolare di due persone a me sconosciute, con le quali non ho nulla in comune se non l'amore per la vita. 

Questo libro credo di poterlo tranquillamente consigliare a coloro che sono in cerca di una lettura semplice, ma comunque in grado di stimolare qualche riflessione sulle persone affette da disturbi alimentari e sulla forza dell'amore, capace di scontrarsi con ogni più subdolo ostacolo insito in noi stessi e vincere!



mercoledì 3 gennaio 2018

Recensione | Espiazione



Un mese intero per finire questo romanzo!! Non è brutto eh... anzi ha una bellissima storia, ma l'autore come già mi aveva dimostrato ne La ballata di Adam Henry ha uno stile troppo descrittivo e rindondante, che annoia! E anche stavolta non si è smentito. Ma la storia raccontata, però, credetemi... è davvero da leggere... o se non vi volete sorbire il romanzo potete anche solo guardarla con il film, dove una bella Keira Knightley e un bel James McAvoy sono i protagonisti principali!


mercoledì 12 ottobre 2016

RECENSIONE | La ballata di Adam Henry di Ian McEwan

Buonasera a tutti!
Come state? La settimana va come al solito o avete novità in vista? In ogni caso spero che stiate bene. 
Oggi ho intenzione di recensirvi il libro che ho finito di leggere da pochi giorni. Se siete passati di qua martedì scorso avrete già letto qualcosa a proposito. In quel post ero davvero entusiasta della lettura che stavo affrontando, adesso che l'ho finito non sono più tanto sicura del mio entusiasmo!




La ballata di Adam Henry di Ian McEwan edito da Einaudi nel settembre 2014 titolo originale The Children Act tradotto da Susanna Basso pagine: 199 genere: narrativa inglese letto in formato cartaceo




"Divino distacco, diabolica perspicacia": cosi si mormora negli ambienti giudiziari londinesi a proposito di Fiona Maye, giudice dell'Alta Corte britannica in servizio presso la litigiosa Sezione Famiglia. Sposata da trentacinque anni con lo stesso uomo e senza figli, il giudice Maye ha dedicato tutta la sua carriera alla composizione di dissidi sanguinosi spesso giocati nella carne di chi un tempo si è amato. Battaglie feroci per l'affidamento di figli non più condivisi, baruffe patrimoniali, esplosioni d'irrazionalità cui il giudice Maye oppone un paziente esercizio di misura e sobrietà nella convinzione di "poter restituire ragionevolezza a situazioni senza speranza". I casi su cui è chiamata a pronunciarsi popolano i giorni e ossessionano le notti di Fiona, calcandone la coscienza. Forse la rendono più sfuggente, distratta. Sarà dunque a questo che si deve l'oltraggiosa richiesta di suo marito Jack? "Ho bisogno di una bella storia passionale", un "ultimo giro" extraconiugale con la ventottenne Melanie, esperta di statistica. Umiliata, ferita, "abbandonata agli albori della vecchiaia", Fiona cerca rifugio, come d'abitudine, nel caso successivo. È quello di Adam Henry, violinista dilettante, poeta in erba, diciassette anni e nove mesi, troppo pochi per decidere autonomamente della propria vita o della propria morte. Adam è affetto da una forma aggressiva di leucemia che richiede trattamento immediato.

lunedì 11 luglio 2016

RECENSIONE | La strana biblioteca di Murakami Haruki

Buongiorno cari readers!
Come state e come è andato il vostro fine settimana? Il mio parecchio bene. Da giorni mi impegnanavo per organizzare un bel compleanno al mio futuro marito (XD). Non mi piacciono le cose normali e così ho cercato di creare un compleanno di ben due giorni fatto di sorprese improvvise. Dopo anni di fidanzamento bisogna pure mantenere vivo l'amore, no?! 
La settimana appena passata è stata ricca di belle e interessanti letture. Oggi volevo parlarvi di un libro davvero particolare. Quando vado in biblioteca non scelgo i libri ma faccio in modo che siano loro a prendermi in prestito. In pratica mi faccio catturare dalla copertina o dal titolo, senza leggere trama o autore. Questa volta è stato il titolo a fare da esca: ho abboccato alla parola 'biblioteca'! 


La strana biblioteca ♦ di Murakami Haruki ♦ edito da Einaudi ♦ il 17 nov. 2015 ♦ Tradotto da Antonietta Pastore ♦ Illustrato da Lorenzo Ceccotti ♦ Pagine: 75 ♦ Genere: Graphic novel/Racconto Fantasy ♦ letto in formato cartaceo



Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po' strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'Impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora più bizzarro della prima: «Aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio». È davvero una ben strana biblioteca, questa! Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta... Una fiaba fantastica e immaginifica sul potere della lettura nel darci le chiavi per fuggire dalla prigione dell'infelicità.




Le biblioteche contengono storie.
Le storie contengono universi.
E certi universi possono essere molto pericolosi.


Sì, la trama è a dir poco surreale ma è davvero così! 
Uno studente, il cui nome non ci viene svelato, chiede a un vecchio e minaccioso bibliotecario di poter leggere dei libri su un argomento pallosissimo! Il bibliotecario capisce di avere tra le mani un lettore con la L maiuscola e, dopo avergli consegnato tre voluminosi tomi sulla riscossione delle tasse nell'Impero ottomano, lo scorta per vari labirinti sotterranei fino a condurlo in una "stanza di lettura" alquanto bizzarra. La stanza non è altro che una cella e al piede del ragazzo viene attaccata una palla di ferro così che non possa scappare. In un mese dovrà imparare a memoria i tre libri e solo al quel punto sarà liberato! L'uomo-pecora, il suo gentile carceriere, lo consola con deliziose leccornie e gli svela che quando avrà imparato tutto a memoria il gracile ma astuto bibliotecario gli succhierà il cervello (divenuto cremoso grazie alla lettura!!!) per accedere così ad una maggiore conoscenza!! Lo studente decide quindi di scappare, e dopo vari tentennamenti ragazzo e uomo-pecora fuggono. La loro avventura verrà poi supportata da un personaggio misterioso: una ragazza bellissima e splendente. 

Trama insolita ed irreale? Tantissimo!
Intreccio straordinario ed eccezionale? Assolutamente!
Intento didascalico? Chiaro che sì!

Il romanzo è molto breve e si legge in pochi minuti anche grazie ad uno stile di scrittura veloce, sintetico ed asciutto. Procedendo nella lettura sono rimasta a bocca aperta. Mi chiedevo: ma che storia eh? L'uomo-pecora; uno studente sequestrato per un mese; una ragazza evanescente; un vecchietto assassino; un'ossessione maniacale per i donuts! Ma più mi addentravo nella lettura e più non riuscivo a fermarmi. 

Questo racconto è stato scritto per la primo volta da Murakmi nel 1982, poi pubblicato in Giappone nel 2005 e infine in Italia nel 2015. Da altre recensione ho capito che questo è lo scritto peggiore dell'autore! 


È la prima volta che leggo questo autore e l'ho trovato brillante. Un mix tra Kafka, Roal Dahl e la genialità di Tim Burton. Il libro è correlato, inoltre, di splendide illustrazioni in bianco e nero, che richiamano alcuni elementi narrati.




Ho trovato le descrizioni di Murakami parecchio oniriche. Tutto il racconto si presenta come un sogno, una storia immaginata dal protagonista, e il finale ne è quasi una prova. Ma vi dirò, è impossibile dire con certezza qual'è il preciso intento moralistico del racconto. L'autore non sente la necessità di accompagnare il lettore passo dopo passo. Le situazioni, così come i personaggi, sono abbozzati e non hanno né passato né futuro. Ciascun lettore darà una propria interpretazione a ciò che avrà letto perchè è proprio questo che vuole Murakami.
Secondo me, il racconto de La strana biblioteca vuole essere una metafora della lettura: l'alienante vicenda vissuta dal povero studente imita il classico atteggiamento di chi legge estraniandosi dalla realtà. Il lutto finale conferma, secondo me, la volontà del protagonista di volersi distrarre completamente, vivendo una storia inquietante in un mondo parallelo.


Un fiaba misteriosa sul potere della lettura: 
liberarci dalla prigione dell'infelicità.

Mi è piaciuto molto leggere questo racconto lungo. Voglio però consigliarvi di non comprare il libro, ma di prenderlo in prestito come ho fatto io (a meno che non siate fan ossessionati dai libri di Murakami). Vi dico questo perchè il prezzo di 15 euro non è proporzionato al numero di pagine né al contenuto. Questo è il classico caso di autore famoso-prezzo altissimo!

A parte questa critica credo di fare la cosa giusta dicendovi che è un'opera assolutamente da leggere e conoscere. Io sicuramente approfondirò la conoscenza di questo autore: ho letto recensioni incredibili su altre sue opere.

Sono molto curiosa di sapere quello che ne pensate voi. Lo leggereste? E se lo avete già letto, che interpretazione date alla storia? Vi auguro una buon proseguimento di giornata!







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