Girovagando come sempre nella mia ormai fornitissima biblioteca digitale di MLOL (fino all'anno scorso gli unici ebook scaricabili erano quelli di un paio d'anni prima) mi sono imbattuta in una cover con un titolo e una cover ambigui, di un autore che non ho mai sentito nominare.
Leggendo la trama, però, mi sono convinta a prenderlo in prestito. Nella trama c'era una persona che adoro professionalmente e che non mi aspettavo di trovare. Sto parlando di niente popò di meno che di Charles Dickens, il mio mito perdiana!
Leggendo la trama, però, mi sono convinta a prenderlo in prestito. Nella trama c'era una persona che adoro professionalmente e che non mi aspettavo di trovare. Sto parlando di niente popò di meno che di Charles Dickens, il mio mito perdiana!
Tuttavia, non capivo assolutamente cosa c'entrasse lui con tutta la storia, quindi ho fatto la cosa più logica che potessi fare, cioè leggere sto benedetto romanzo ambientato in un secolo londinese che adoro, l'800. Ma purtroppo la lettura non è andata come mi sarei aspettata...
Titolo: Solo per desiderio
Autore: Richard Flanagan
Editore: Bompiani
Pubblicato nel 2017
Prima edizione: 2008
Genere: Narrativa inglese
Pagine: 240
letto in formato ebook
La mia opinione
Tasmania,
1841. La piccola aborigena Mathinna è stata adottata dal governatore
dell'isola e dalla moglie, Lady Jane, per dimostrare che anche i
selvaggi possono essere civilizzati. Ma l'esperimento si ribalta e
Mathinna diventa la vittima innocente di un desiderio violento.
Londra, 1854. Lady Jane chiede aiuto a Charles Dickens per
riabilitare la memoria del marito, macchiata dal sospetto di
cannibalismo, dopo essere rimasto vittima di un nubifragio tra i ghiacciai. Ma dietro l'immagine pubblica del grande scrittore
emerge la natura di uomo consumato dal desiderio.
In questo romanzo non troviamo Charles Dickens nei panni del celebratissimo scrittore, ma è una sorta di detective che cerca di risolvere il mistero della scomparsa di un esploratore artico realmente esistito.
Pensavo di trovare aneddoti sulla sua vita da romanziere, magari scoprire retro scena dei libri che ho amato di più, conoscere meglio un uomo illuminato, invece niente di tutto questo. Eppure di aneddoti sulla sua persona ci sono eccome, ma sinceramente avrei voluto non saperli!
Diverse pagine sono dedicate alla pessima vita matrimoniale e familiare dello scrittore. Dickens, sposato con Catherine e padre di 10 figli, nonostante metta al centro dei suoi romanzi il ruolo della famiglia come essenza principale della vita, è un uomo egoista e superficiale, soprattutto nei confronti di sua moglie. Catherine, sfiancata da tutti i parti, è una donna grassa e infelice, che non comprende il marito e vuole allontanarlo il più possibile da se stessa perchè lo ritiene responsabile della sua salute cagionevole, della perdita della giovinezza e della profonda depressione che ormai è sua compagna di vita da tempo.
I due coniugi non parlano, non cercano di avvicinarsi e non vogliono più capirsi.
Quello che è facile comprendere della sua persona è che vive la famiglia, i suoi libri e il successo di scrittore come un tremendo buco niero dal quale ha difficoltà a risalire, mentre riesce a ritrovare se stesso e la voglia di vivere solo recitando a teatro e indossando costumi di scena in grado di camuffarlo e trasformarlo. Ed è qui che incontra la giovane Ellen, con la quale comincerà una relazione.
Ed ecco come uno dei miei autori preferiti perde il suo fascino. Pensavo che dietro all'autore di Oliver Twist e Canto di Natale, ci fosse una persona altruista, buona, comprensiva, invece si scopre che è stato anche un po' razzista.
In parallelo, viene narrata la vera storia di Mathinna, una bambina aborigena adottata dal Governatore della Tasmania e da sua moglie e poi abbandonata qualche anno dopo.
Nonostante i due racconti si intersichino tra loro, l'intento dell'autore è quello di mostrare quanto l'uomo bianco, quello che si definisce superiore per non si sa quale motivo, sia più selvaggio di coloro che vestono pelli di animali, vanno in giro a piedi nudi, non conoscono Dio e vivono una vita semplice.
Colui che colonizza con la forza è più facile che cada preda dei suoi istinti. Sia Charles Dickens che il Governatore della Tasmania sono i due esempi principali.
Purtroppo, nonostante la storia sia bella perchè reale, non è riuscita a darmi molto. I protagonisti rimangono lontani dal lettore, sono raccontati, non vissuti.
La storia si sviluppa in meno di 200 pagine ma credo fermamente che molte informazioni potevano benissimo venire omesse e stringere ancora di più il volume del libro. Infine, non mi è piaciuto lo stile. Antico, un po' contorto e poco fluido.
Ho fatto fatica a finire di leggerlo. L'unica cosa che mi ha spinto fino alla fine era la possibilità che ci fosse una redenzione per dickens e una vita migliore per Mathinna, ma purtroppo nulla di tutto questo c'è stato!
Pensavo di trovare aneddoti sulla sua vita da romanziere, magari scoprire retro scena dei libri che ho amato di più, conoscere meglio un uomo illuminato, invece niente di tutto questo. Eppure di aneddoti sulla sua persona ci sono eccome, ma sinceramente avrei voluto non saperli!
Diverse pagine sono dedicate alla pessima vita matrimoniale e familiare dello scrittore. Dickens, sposato con Catherine e padre di 10 figli, nonostante metta al centro dei suoi romanzi il ruolo della famiglia come essenza principale della vita, è un uomo egoista e superficiale, soprattutto nei confronti di sua moglie. Catherine, sfiancata da tutti i parti, è una donna grassa e infelice, che non comprende il marito e vuole allontanarlo il più possibile da se stessa perchè lo ritiene responsabile della sua salute cagionevole, della perdita della giovinezza e della profonda depressione che ormai è sua compagna di vita da tempo.
I due coniugi non parlano, non cercano di avvicinarsi e non vogliono più capirsi.
Quello che è facile comprendere della sua persona è che vive la famiglia, i suoi libri e il successo di scrittore come un tremendo buco niero dal quale ha difficoltà a risalire, mentre riesce a ritrovare se stesso e la voglia di vivere solo recitando a teatro e indossando costumi di scena in grado di camuffarlo e trasformarlo. Ed è qui che incontra la giovane Ellen, con la quale comincerà una relazione.
Ed ecco come uno dei miei autori preferiti perde il suo fascino. Pensavo che dietro all'autore di Oliver Twist e Canto di Natale, ci fosse una persona altruista, buona, comprensiva, invece si scopre che è stato anche un po' razzista.
In parallelo, viene narrata la vera storia di Mathinna, una bambina aborigena adottata dal Governatore della Tasmania e da sua moglie e poi abbandonata qualche anno dopo.
Nonostante i due racconti si intersichino tra loro, l'intento dell'autore è quello di mostrare quanto l'uomo bianco, quello che si definisce superiore per non si sa quale motivo, sia più selvaggio di coloro che vestono pelli di animali, vanno in giro a piedi nudi, non conoscono Dio e vivono una vita semplice.
Colui che colonizza con la forza è più facile che cada preda dei suoi istinti. Sia Charles Dickens che il Governatore della Tasmania sono i due esempi principali.
Purtroppo, nonostante la storia sia bella perchè reale, non è riuscita a darmi molto. I protagonisti rimangono lontani dal lettore, sono raccontati, non vissuti.
La storia si sviluppa in meno di 200 pagine ma credo fermamente che molte informazioni potevano benissimo venire omesse e stringere ancora di più il volume del libro. Infine, non mi è piaciuto lo stile. Antico, un po' contorto e poco fluido.
Ho fatto fatica a finire di leggerlo. L'unica cosa che mi ha spinto fino alla fine era la possibilità che ci fosse una redenzione per dickens e una vita migliore per Mathinna, ma purtroppo nulla di tutto questo c'è stato!
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