Cari Lettrici e Lettori,
“Chi
non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà
vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia,
quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità
all'indietro”
Sagge
parole!
Dettagli
Titolo:
Se fossi una strega
Autrice:
Celia Rees
Editore:
Salani (2003)
Classificazione:
Letteratura inglese
Pagine:
266
Prequel:
Il viaggio della strega bambina
Abstract
Se fossi una strega riprende la storia di Mary, la
strega bambina che alla fine del primo libro riusciva a fuggire dal villaggio
puritano che l’accusava di stregoneria. La sua vita, questa volta, ci viene
riferita dalle visioni di Agnes Herne, una studentessa universitaria discendente
dei nativi canadesi. Agnes sente un forte legame con Mary; la vede quando sogna
ma anche quando è sveglia. Decide quindi di aiutare la studiosa Allison Ellman,
ossessionata dalla ricerca di Mary e di ciò che di lei ne è stato dopo essere
scappata dalla comunità di Beulah. Anche se sono loro a cercarla è Mary che si
fa trovare e decide quindi di raccontarsi e far conoscere un pezzo di storia
non tramandato completamente dai libri.
Recensione
Una domanda mi frullava in testa dopo
aver terminato il primo libro della Rees: ma chi è Allison Ellman?
Finalmente leggendo il sequel il dubbio è ben svelato: Allison è colei che ha
scoperto il diario di Mary nella coperta, ha messo insieme la storia raccontata
nel diario nel libro Il viaggio della strega bambina, e cerca
nuovamente di trovare informazione sulla Mary adulta per continuare il libro.
Questa è la sua parte, ma in Se fossi una strega il suo
personaggio si vede ben poco. Nonostante questo è comunque una componente
importante essendo lei quella che incoraggia la ricerca di notizie su Mary.
Continuo però a domandarmi: è un personaggio vero o pura finzione?
La Rees l’ha inventato per creare un preludio alla storia di Mary? Certo,
questo sarebbe plausibile da parte di una buona scrittrice. Eppure io vedo
troppi riferimenti a situazioni che molto probabilmente sono reali. Per
esempio, alla fine del libro Allison raccoglie tutte le notizie che ha trovato
sui vari personaggi che hanno ruotato intorno a Mary nel primo libro: gente
inglese che si è spostata in America e ha ovviamente prodotto documenti legali
(diari, lettere, biglietti della nave, certificati di nascita, matrimonio,
morte) facilmente rintracciabili nel corso della storia grazie ad archivi e
quant’altro. Visto che tutto questo è stato riportato alla fine del libro,
possibile che sia tutto inventato?? Io, personalmente, non lo credo. Ma a cosa
credo? Credo alla storia di una ragazza con poteri magici che li ha messi al
servizio della ben più tollerante gente indigena, anch’essa fedele alla magia
prodotta dalla natura? Forse sì, o forse vorrei proprio crederci, perché
proverei avversione verso un mondo tinto solo di bianco e nero senza nessuna
sfumatura al suo interno. Credo all’impossibile, non perché l’ho vissuto ma
perché così spero sempre che qualcosa di straordinario possa capitare.
La storia è originale, ben scritta e
ben esposta. La scrittura della Rees è veloce da leggere e ciò che vuole dire è
facile da comprendere. Le pagine scorrono via rapidamente, un po’ perché
la storia è intrigante e avvincente e un po’ perché viene raccontata da Mary
come se scrivesse pagine di diario, riportando, quindi, le informazioni più
importanti in maniera abbastanza dettagliata e accennando superficialmente
quelle secondarie.
La parte che sicuramente ho preferito
di questo secondo racconto della vita di Mary è la sua storia d’amore con Penna
Azzurra e il passaggio dalla civiltà alla vita selvaggia. Mentre leggevo,
i loro sentimenti, solo appena accennati dalla narratrice, mi hanno colpita con
forte intensità. In certi momenti mi sono commossa per la dolcezza e la
genuinità del loro amore. L’autrice, anche in questo caso, ha saputo usare
abilmente le parole.
Impossibile non fare un confronto tra
la condizione della donna tra i “civili” e quella tra i “selvaggi”.
Mary racconta che la donna inglese è
costretta dagli abiti così come dal marito, mentre la donna indigena ha più
libertà d’azione e maggior indipendenza.
L’irritazione è d’obbligo pensando
alla prepotenza dell’uomo bianco e al suo modo di voler soggiogare coloro che
reputa diversi da se stesso. La storia di Mary e delle donne che hanno lottato
contro la loro arroganza restituisce dignità e orgoglio alla donna d’oggi che
continua a lottare per non farsi schiacciare.
Il tema degli Indiani d’America è
un po’ un’incognita per noi occidentali. Quel poco che conosco non è certo per
merito di libri scolastici o corsi universitari, ma grazie alla visione di film
e documentari vari. Leggere questo libro che racconta in maniera abbastanza
specifica la vita degli indigeni mi ha intrigato molto e sicuramente
approfondirò l’argomento con altri libri e romanzi. Se avete dei consigli utili
ve ne sarei molto grata!
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