ho da poco finito di leggere un libro proprio carino, L’albergo delle 5 stelle dell’autore e regista Guido Mazzella. Devo dire la verità, fin quasi alla fine del libro ho creduto che lo scrittore fosse un autore emergente che finalmente, dopo anni di porte chiuse in faccia e rospi ingoiati, fosse riuscito a coronare il sogno di aver dato alle stampe il suo primo romanzo. La mia sensazione non era data dal libro in sé, ben scritto e originale, ma prima di tutto dalla copertina davvero sciatta, forse a causa dello sfondo bianco, poi perché non ho trovato altre recensioni, commenti o anteprime del libro in giro. Addirittura, cercando il titolo sul web non si viene indirizzati al libro ma ai siti degli alberghi da 5 stelle presenti in Italia!
Cercando Guido Mazzella, invece, è palese che proprio uno sconosciuto non è e che ha all'attivo altre due pubblicazioni, collaborazioni, varie iniziative teatrali, società teatrali ecc… Alla fine del libro comunque c’era la sua biografia. Quindi… mai giudicare un libro dalla copertina e mai sottovalutare gli altri.
Dettagli
Titolo: L’albergo delle 5 stelle
Autore: Guido Mazzella
Editore: Robin Edizioni (novembre 2015)
Pagine: 336
Classificazione: Narrativa italiana, Giallo
Abstract
L’albergo delle 5 stelle è un luogo appartato, tranquillo e pacifico. Chiunque voglia prendersi una pausa dalla caotica e traviata vita quotidiana viene qui. Lo sanno bene i pochi clienti dell’albergo che hanno deciso di fare di questo luogo la loro stabile dimora. Un’anziana attrice, un pastore idealista, un trader professionista, un reduce di guerra e una coppia di amanti sadici fuggono dal mondo e dalle sue brutture sociali per ritrovare se stessi. Ma la contaminazione esterna riesce a penetrare anche dentro l’idilliaco albergo causando la morte di uno dei misteriosi clienti. La polizia indagherà senza sosta sull'omicidio cercando di scoprire chi e perché l’ha commesso, scoprendo che ogni cosa è controllata da un unico letale obiettivo.
Recensione
Non riesco a tenermi i segreti quindi sappiate che l’elemento che manovra tutta l’azione è il denaro. Alcuni giustamente e ironicamente lo chiamano il “dio denaro” perché certuni ne fanno una vera e propria filosofia di vita, imperniata sull’accumulo di ricchezze in maniera non sempre legittima.
Tutti i protagonisti del libro, chi più chi meno, trattano l’argomento del denaro: chi non ne ha abbastanza, chi vuole esserne sommerso, chi ce l’ha ma vuole altro, chi lo detesta ma sa che è necessario. Tutte situazioni di riflessione che si congiungono a un minimo comune denominatore: cosa faresti per ottenere ciò che desideri ardentemente? La risposta che viene da questo romanzo è tutto, anche uccidere.
L’assenza di ideali è quindi il tema predominante del libro che riflette la nostra società e noi stessi. Non esiste compassione né misericordia; non si guarda in faccia il prossimo ma si continua sulla propria strada per arrivare a ciò che ci siamo prefissi: il successo, la popolarità, il rispetto.
Per quanto riguarda la prosa, Mazzella scrive in maniera molto diretta, con i tempi tutti al presente, facendo credere al lettore che quello che sta leggendo sta succedendo in quel momento da qualche parte nel globo. I dialoghi sono brevi e alcune volte banali, ma nel complesso mi sono piaciuti e li ho trovati anche ironici. Il loro maggior pregio è che, essendo al presente, mi hanno coinvolta tantissimo all’interno della vicenda, come se fossi stata anche io lì.
I protagonisti, diciamo, più seguiti all’interno della storia sono il commissario e il suo vice. Io, grazie all’empatia con i personaggi, mi sono sentita fin da subito il terzo membro del gruppo poliziesco. Ho cercato di dare una mano nel risolvere l’omicidio, ma niente, non ne ho azzeccata una!!! Fino alla fine ero quasi sicura che l’assassino fosse uno e invece era l’altro, vabbè non è il mio mestiere! E sinceramente parlando, il giallo non è neanche il mio genere!!! Quindi, mi sconvolge, ma in maniera positiva, il fatto che questo libro mi abbia coinvolta così tanto. Un BRAVO all’autore.
Nonostante il tema non sia dei più felici, all’interno della narrazione si odora un certo aroma di calma generale, nonostante qualcuno sia morto. Sicuramente questa mia personale sensazione è data dal rapporto, maggiormente descritto, dei due poliziotti che collaborano in perfetta armonia con varie dimostrazioni di rispetto e stima reciproca, effondendo nell’aria vivide sensazioni di serenità e quiete. Questo mi fa pensare che il resto dei personaggi non sono stati molto delineati, e le loro caratterizzazioni sono solo accennate.
Per finire posso dire che la trama è carina e originale, ma non eccessivamente elaborata. È certamente un’ottima lettura da fare e una buona occasione per conoscere un bravo autore di cui non si sente molto parlare in giro. Sicuramente terrò d’occhio le sue prossime pubblicazioni.
Voi lo leggerete?
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