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giovedì 28 aprile 2016

Recensione | Shikò. Una bambina di strada


PRO
. Storia toccante, commovente
. Lieto fine
. Scrittura semplice 

CONTRO
. Scene crude, intense






Titolo: Shikò. Una bambina di strada
Autore: Renato Kizito Sesana
Editore: Sperling & Kupfer
Pubblicato nel 2006
Pagine: 232
Genere: Biografia
Formato di lettura: Cartaceo


Recensione...
Renato Sesana, missionario comboniano, ha voluto far nascere questo libro per dare voce ad una specifica fetta di popolazione mondiale che pochi conoscono o in pochi si ricordano. La storia viene raccontata in prima persona da Shikò, una dei tanti street children che "infesta" le strade di NairobiÈ lei a raccontare perchè, fortunatamente, è riuscita a lasciare quel mondo, grazie sopratutto a padre Sesana, che l'ha accolta in una casa famiglia in Italia.

Shikò è nata in un sobborgo di Nairobi. Questo luogo vede nascere continuamente baracche, casupole e capanne fatiscenti al suo interno, ma poco più in là vede anche la grande e bella metropoli allargarsi e arricchirsi rapidamente. Ripercorre per noi la sua vita, da quando, a tre anni, scappò via con la madre e i fratelli da un padre violento, per ritrovarsi soli, in una baracca ancora più brutta della precedente e ancora più poveri. Dopo che la madre muore di AIDS, Shikò è praticamente sola al mondo. Comincia per lei un lungo e tortuoso percorso per arrivare viva al giorno dopo. 

Il mio nome è Shikò e vengo da un posto chiamato 87, nel quartiere di Uthiro, un sobborgo di Nairobi. La mia casa è una grossa scatola di cartone in un vicolo del centro. Sembra tranquillo e sicuro. Almeno per il momento. Poi forse andrò altrove Mi chiamano bambina di strada. Non so...

I bambini di strada sono un fenomeno sociale parecchio diffuso in luoghi come l'Africa dove la povertà è ai massimi livelli. Questi bambini nella maggior parte dei casi non hanno famiglia: sono stati abbandonati, sono scappati o sono semplicemente orfani. Molti di loro sono figli prostitute o di ragazze giovanissime rimaste incinte, "bambini di bambine".
La loro vita si svolge totalmente in strada. Qui mancano dei bisogni più elementari, ma sopratutto non hanno  affetto  protezione da parte degli adulti.

È qui che mi picchiano e mi derubano, qui dove sniffo la colla e mi buco, dove la polizia ci cattura, ci mena e ci sbatte in prigione, dove i grandi se la prendono con noi piccoli...

La fame porta questi bambini a sniffare colla da falegname per smorzarne i sintomi. A lungo termine, i danni provocati al cervello e ai polmoni sono devastanti e irreversibili. 
Durante il giorno, gli street children vivono di espedienti per racimolare qualche soldo, come fare lavoretti per gli impiegati, raccogliere rifiuti da riciclareelemosinare, vendere droga, rubare e purtroppo anche prostituirsi. 

Tutto il libro è permeato da scene di vita violente, cruente e davvero intollerabili per chi guarda all'infanzia come ad una tappa idilliaca nella vita di una persona. Essendo raccontata in prima persona da chi ha vissuto tutto questo fin dai primi anni di vita, la narrazione pare sommessa, tranquilla, quasi disinteressata tanto viene ritenuta normale come esistenza. 
In altri casi, Shikò non riesce a spiegare alcuni comportamenti o alcuni eventi che ha vissuto in prima persona. Per questo motivo, per far comprendere meglio al lettore la vita dei bambini di strada e ciò che li circonda, l'autore si inserisce nella storia fornendo nozioni di storia e politica di Nairobi, del Kenya e più in generale dell'Africa.

Il libro mi è stato regalato da due amiche, Sara e Irene, che ringrazio tantissimo. La lettura, però, è stata davvero difficile dal punto di vista emotivo. Impossibile non soffrire tanto per queste storia, sapendo che proprio ora stanno accadendo. Impossibile, anche, chiudere il libro e dire "non voglio leggere oltre". Al contrario, è d'obbligo andare avanti per scoprire se qualcosa di buono è successo, per sapere se questi bambini, ragazze e ragazzi alla fine hanno potuto riscattarsi da un'infima esistenza di cui loro non hanno colpa. Purtroppo alcuni ce la fanno e altri no. 
Il mio nome è Shikò, ma quasi più nessuno mi chiama così. Ora che sto nella Casa di Anita tutti hanno ricominciato a chiamarmi Malaika. Che vuol dire angelo. [...] Il mio nome è Malaika e, ne sono sicura, d'ora in poi sarà tutta un'altra storia!



8 commenti:

  1. Buongiorno Nik. Che dire, sembra un libro forte, tosto, di quelli da pugno sullo stomaco. A volte ci vogliono libri così, però.

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    1. Buongiorno carissima! Sì, è proprio un libro che ti rimane appiccicato addosso. Pensa, sono andata a dormire con il pensiero di questi bambini per svariate sere e se anche poi dopo un po' l'effetto libro svanisce, queste realtà sai che esistono e che tu non fai e non puoi fare niente per migliorarle. Serve leggere questi libri in effetti, però poi non puoi più fare finta di niente!

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  2. Molto interessante, non so se fa per me, mi sembra un po' troppo forte, di quelli che fanno star male.

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    1. Sì cara Viola. Fa stare proprio male. Inutile dire che il finale di questa storia è lieto, perchè ad una ragazza che va bene ce ne sono altre migliaia a cui invece va in tutt'altra maniera. Quindi se si può essere felici alla fine del libro poi non vuol dire che messo da parte quello non si pensi a tutti quelli che stanno, in questo momento, passando lo stesso inferno! è una lettura impegnativa!!

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  3. Ciao Nik!
    é uno di quei libri che secondo me vanno sicuramente letti... a volte abbiamo bisogno di una scossa "concreta" per renderci davvero conto delle realtà che ci sono sul nostro pianeta.
    Me lo segno, ma aspetto il momento giusto per leggerlo. I temi così forti spesso mi destabilizzano.
    E grazie per avercelo fatto conoscere! :)

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    1. Figurati Erin! Capisco cosa intendi con aspettare il momento giusto per leggere. Anche io vado a periodi. Alcuni sono felici di altri e altri più riflessivi. In questi ultimi leggo i libri come questo. Fai bene ad aspettare il tuo momento! ;)

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  4. Nella vita di un lettore questi libri dovrebbero entrarci ogni tanto, così forse si ricorderebbero realtà deverse dalle nostre e forse ci lamenteremmo meno...Bellissimo il tuo pensiero Nik ♥

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    1. Brava Cuore!! Ci lamentiamo troppo nonostante sappiamo benissimo che ci sono persone che si trovano in situazioni ben peggiori. Grazie mille per essere passata^_^

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