Ciao carissime amiche e amici,
se stavate aspettando l'appuntamento di poesia, eccovi qua accontentati!!
Premetto che questa nuova sezione di Angolo Poesia, riferita alle opere di poeti emergenti, mi sta rendendo molto felice ed entusiasta di come prosegue. Infatti, sto trovando autrici e autori davvero interessanti, grazie sopratutto al passaparola!
Oggi vi presento una poetessa, Agnese Coppola, conosciuta grazie al supporto della mia cara amica Erica del blog Nel dì di Demetra e delle Muse.
Agnese non è proprio un'autrice emergente perché ha all'attivo già parecchi lavori, editi e inediti. Per esempio, ha pubblicato Ho sciolto i capelli con l'editore il Pozzo e l'Arancio di
Oria (Brindisi), considerato un vero e proprio manifesto poetico di emancipazione femminile (leggete QUI l'articolo dedicato), e il libro di poesie Nella terra di mezzo con ILMIOLIBRO e
l'associazione gaggianese AVAS.
Quando le ho chiesto di poterla inserire nel mio settimanale appuntamento di poesia, Agnese ha gentilmente accettato e ha scelto per noi due sue poesie inedite, che qui vi propongo, insieme a un suo breve commento.
Da
vicino il fiume segue
l’incostanza delle tue parole
il manto
animale
tracciato dalle stelle
sulle sinapsi invisibili
di quel vago
sapore di-vino.
Da lontano lo spettacolo di
ogni fiume
ha portate
regolari
in contrasto i pagliacci
agitano il sorriso.
E piove
la sete
della sera.
La poesia nasce dal contrasto tra vita e forma, tra essenza e apparenza. Io amo molto un verso di una poesia di Vincenzo Cardarelli che scrive "l'idea che ci facciam di ogni cosa è cagion che tutto ci deluda" e in questi miei versi ho cercato di considerare e condensare tutta la mia delusione per un mondo dove il nulla appare e il contenuto rimane in silenzio. C'è una morale rovesciata. Un circo che esegue sempre il solito spettacolo senso vita al vuoto, all'ignoranza, al potere dei prepotenti.
Sì,
è vero ho detto tante volte che sarei cresciuta e
avrei portato in
spalla il cuore.
Serve per attutire i colpi inferti da infette parole
sguardi affettati da grammi di cattiverie sotto vuoto.
Sì, ho
promesso che avrei portato in spalla il cuore.
Serve per allentare la pressione e respirare senza contratture.
Eppure le costole tremano e premono ancora senza lasciarlo passare
e le spalle sono cariche di lacrime e
stagni di leggi e laghi,
bacini vicini o lontani,
e tu
ancora respiri.
Sì, prometto di portare a spasso questo cuore che
non ne vuole sapere
di battere solo per le sue arterie e
recircolare
solo il sangue sporco delle proprie miserie.
Risponde ancora questo cuore ad aritmie fuori porta
del mondo accovacciato sullo zerbino di
casa.
Questa seconda poesia è più intima. Indica l'ascolto incessante che ho con il mondo e i suoi mali. Per me scrivere è medicare e liberare il mio sentire delle pressioni esterne che si sedimentano nelle mia anima e vengono poi filtrate dalla poesia. Spesso la pressione è troppo forte. Ci sono troppe situazioni (vicine o lontane ) che la mia anima trascina. Ma l'indifferenza non appartiene alla mia vita, alla mia scrittura.
Sono poesie che mi sono piaciute moltissime perché hanno la capacità di mettere, chi legge, a diretto contatto con la passione e il coinvolgimento dell'autrice. Sono piene di sentimento, cosa davvero impossibile da non notare. Sono poesia pura!
Cosa ne pensate?
Ringrazio immensamente Agnese per aver accettato l'invito e per aver condiviso la sua esperienza e la passione per la poesia qui a Gli Alberi Da Libri. Un grazie di cuore di nuovo a Erica, che posso definire un po' la mente di questa nuova veste di Angolo Poesia :) E un grazie speciale a voi, lettori, che continuate a supportare questa rubrica!!
Vi lascio con una frase di Agnese che mi è piaciuta molto :)
Io credo molto nella poesia e nella condivisione di questo genere che per molti è per pochi. Per me invece deve essere di tutti e camminare per le strade del mondo!