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lunedì 3 febbraio 2020

Recensione | Storia della nostra scomparsa di Jing-Jing Lee



Non c'è proprio limite all'orrore umano e questo libro ne è un'ulteriore prova. 
Non conoscevo la storia delle donne comfort, e non preoccupatevi troppo se non la conoscevate neanche voi: le forze politiche giapponesi hanno fatto in modo che non trapelassero troppe informazioni a riguardo pure nei loro territori! Poi, come sempre, c'è la paura e la vergogna delle vittime, che vengono sopraffatte, di nuovo, dall'ignoranza della gente e quindi isolate e ridotte al silenzio. 
Il risultato è una grave omissione storica, l'assenza di giustizia per chi ha subito i soprusi, l'incomprensione e l'inconsapevolezza generale.
Per il Giorno della Memoria è normale e giusto leggere dell'Olocausto degli ebrei, dei campi di concentramento, dei soprusi dei nazisti e dei fascisti, ma proprio perché è un giorno del ricordo è importante non dimenticare tutti gli altri
In questo post vi racconto la mia lettura e ciò che ho provato nel leggerla.





Titolo: Storia della nostra scomparsa
Autrice:Jing-Jing Lee
Traduzione di S. Tummolini
Categoria: Narrativa asiatica
Casa editrice: Fazi
Anno di pubblicazione: gennaio 2020
Pagine: 399
Prezzo: 9.00 € Ebook - 14.45 € Brossura






Questa è la storia delle comfort women


Wang Di è una ragazza di 16 anni, molto povera, che vive con i suoi genitori e i suoi due fratelli in un villaggio vicino Singapore, dove sopravvivono vendendo uova e verdura del loro misero orto. La guerra è una pallida cornice nelle vite arrangiate di queste famiglie, che mandano a scuola i maschi ma non le femmine.


Mi ricordai con quanta sufficienza mio padre aveva detto che le figlie tocca darle via, mentre il nome della sua famiglia, per fortuna, sarebbe continuato con Yang e Meng. Per i miei genitori - specie nei momenti di massima disperazione e povertà - ero sempre stata inutile. E a disposizione.

giovedì 20 settembre 2018

Recensione | La famiglia Aubrey di Rebecca West

Quando senti dal profondo del tuo cuore che quel libro, di cui stai ammirando la copertina, sarà una lettura eccezionale, ecco che c'hai preso. A me è successo da poco, proprio con La famiglia Aubrey. D'altronde, come non innamorarsi di una cover dalle tonalità blu, con ornamenti classicheggianti e con quel non so che di epoca vittoriana molto british? 
Ad essere sincera, all'inzio sono stata un po' diffidente. Non capivo se si trattava di un libro a noi contemporaneo che raccontava del passato o un vero e proprio classico arrivato con molti anni di ritardo. Alla fine ho scoperto che questo romanzo non può essere definito "antico o classico", nel senso letterario del termine, ma la sua autrice non è nostra contemporanea, ma del secolo scorso.
Quindi, se anche voi guardandolo siete stati presi da dubbi e sospetti, non preoccupatevi e leggetelo. Non ve ne pentirete. 
Ma se prima volete capire un po' di cosa tratta, ecco qui la mia recensione!


Titolo: La famiglia Aubrey
Autrice: Rebecca West
Traduttrice: Francesca Frigerio
Editore: Fazi
Pubblicato il 5 luglio 2018
Prima pubblicazione: 1958
Genere: Narrativa inglese/Saga familiare
Pagine: 576
Letto in formato ebook


La mia opinione

La famiglia Aubrey si compone di tre libri. Il primo, recentemente ripubblicato da Fazi Editore, è parecchio lungo e carico di contenuti, tanto da farvi pensare "Wow questo sì che è un Romanzo". Al centro della storia c'è, come si può ben immaginare, una famiglia, ma non una come tante, bensì quella degli Aubrey, un po' fuori dal comune in confronto alla consuetudine londinese di inizio '900.

Gli Aubrey sono una famiglia di artisti. Poveri ma molto uniti, fanno fronte alle difficoltà quotidiane con grande spirito. Si spostano in continuazione a seconda dell’impiego del padre, Piers. Giornalista e scrittore molto stimato, vive in un mondo tutto suo, ha un problema con la gestione del denaro e un debole per il gioco d’azzardo. 

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