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mercoledì 13 febbraio 2019

Come Comincia IL Cosa Sto Leggendo?... Rubrica

Come comincia il cosa sto leggendo? 
Leggetelo proprio così come ve l'ho scritto, come fosse una normalissima domanda, perché è proprio ciò che dice di essere. D'ora in poi, ho deciso che queste due rubriche molto in voga tra i book blogger si fonderanno insieme in modo da essere più esaustive ed esaurienti possibili. 

Quindi, senza ulteriori indugi vi parlo di cosa ho sul comodino in questo momento lasciandovi l'opportunità di leggerne l'incipit e capire se può essere di vostro interesse.





Personaggio principale: Violet, metà cinese e metà americana costretta a diventare una cortigina in una casa di piacere di lusso a 14 anni

Luogo: Shangai degli anni '10-'20

Antagonisti: La vita e gli eventi fortuiti

Morale: Non arrendersi mai nonostante i numerosi ostacoli sulla propria strada

Impressioni iniziali: La storia di Violet, prima ragazza privilegiata e poi superba cortigiana di lusso, può sembrare drammatica e molto ingiusta, e così è infatti. Ma Violet è una ragazza forte, orgogliosa e poco incline a farsi compatire.




Capitolo 1
Sentiero di Giada


Shangai
1905-1907

Violet

A sette anni sapevo bene chi ero: una bambina completamente americana nella razza, nelle maniere e nel linguaggio, figlia di Lulu Minturn, unica donna bianca che a Shangai fosse tenutaria di una casa di piacere di lusso.
Mia madre mi chiamò Violet, come il piccolo fiore che le piaceva tanto durante la sua infanzia a San Francisco, ittà che ho visto solo in cartolina. Quel nome finii per odiarlo. Le cortigiane lo pronunciavano vaiolà, un termine dialettale che a Shangai significa "levati di torno". Ovunque venivo accolta da quel vaiolà, vaiolà.
Mia madre si era data un nome cinese, Lulu Mimi, che assomigliava al suo nome americano, e la sua casa di cortigiane era nota a quei tempi come la Casa di Lulu Mimi. I clienti la conoscevano con la traduzione inglese dei caratteri del suo nome proprio: Sentiero di Giada.

***




mercoledì 23 gennaio 2019

Come comincia... Il giardino dei segreti di Kate Morton


Buon mercoledì innazintutto!
Oggi voglio mettervi a parte sia dell'incipit di un libro della Morton, sia del libro che ho in lettura proprio in questo momento. Si tratta di una storia davvero emozionante, con uno stile mozzafiato, interessante come solo pochi potrebbero esserlo e difficile da lasciare per troppo tempo chiuso sul comodino. 
È il secondo libro di quest'autrice che leggo, e se il primo mi era piaciuto moltissimo, questo posso dire con certezza che gli sta un gradino sopra! Non ci sono quasi parole per descriverlo. La storia è incredibile e prende subito; le protagoniste sono tre ed è difficile scegliere quella che piace di più o quella più appassionante! 
Sicuramente recensirò il libro tra qualche tempo, quindi per ora dovrete accontarvi delle prime righe del primo capitolo!



***

 



1
Londra, 1913


INTORNO a lei era tutto buio, ma la piccola fece come le avevano ordinato. La signora le aveva detto di aspettare lì, in quel posto sicuro, silenziosa come un topolino nella dispensa. Tanto era tutto un gioco, lo sapeva, un po’ come nascondino. 

 Da dietro i barili, la bimba ascoltava. E intanto si faceva un disegno nella mente, come le aveva insegnato il suo papà. Vicine sentiva tante voci di uomini, certamente marinai, che si gridavano cose. Erano voci dure e tonanti, incrostate di mare e di salsedine. Da lontano le arrivavano il rombo e i fischi delle navi misti allo sciabordio dei remi, e su tutto lo stridore dei gabbiani che ad ali spiegate assorbivano la luce piena del giorno. 


 La signora sarebbe tornata, così le aveva detto, e la piccola sperava che arrivasse presto. Ormai aspettava da molto tempo, tanto che il sole aveva attraversato il cielo e ora le scaldava le ginocchia sotto il vestitino nuovo. Cercò di sentire il fruscio delle gonne della signora contro le tavole del ponte, il rumore dei suoi tacchetti rapidi, veloci, sempre di corsa, molto diversi dai passi della sua mamma. Chissà dov’era la sua mamma, pensò distrattamente, come capita ai bambini molto amati. Chissà quando sarebbe arrivata. E pensò anche alla signora. Sapeva chi era, lo aveva sentito dire dalla nonna. La chiamavano l’Autrice, e abitava nel piccolo cottage in fondo alla tenuta, oltre il labirinto. La bimba non avrebbe dovuto saperlo. A lei era proibito giocare nel labirinto di siepi. La mamma e la nonna le avevano spiegato che era molto pericoloso spingersi fino alla scogliera. Ma qualche volta, quando nessuno vedeva, a lei piaceva fare le cose proibite. Intanto, i granelli di polvere le danzavano intorno a centinaia nella lama di luce che tagliava lo spazio tra due barili. La bambina sorrise e di colpo la signora, la scogliera, il labirinto e la mamma svanirono dai suoi pensieri per dare spazio a un nuovo gioco: prendere i granelli di polvere con le dita. Ma ogni volta che si avvicinavano ai polpastrelli non faceva in tempo a chiudere le dita che scappavano via, e lei rideva.


Il giardino dei segreti 
Kate Morton
Sperling & Kupfer
Narrativa inglese
Pubblicato in Italia nel Maggio 2010

***

Il giardino dei segreti, ma secondo me sarebbe meglio il titolo originale Il giardino dimenticato, è un libro d'avventura, di mistero e d'amore. Tre sono le epoche storiche che si intrecciano in questa storia, così come tre sono le protagoniste collegate tra loro da un recondito segreto.

Cosa ne pensate? Gli dareste una possibilità?
Io lo sto divorando e non riesco a smettere di pensarci! Adoro i segreti così ben celati e le protagoniste femminili così forti! Non vedo l'ora di parlarvene!




mercoledì 26 dicembre 2018

Come comincia... Piccole donne di Loiusa May Alcott


Buon mercoledì a tutti e di nuovo buone feste!
Avendo del tempo libero non potevo non fare un salto qui sul mio angolino preferito e parlare di libri. E oggi il giorno cade a pennello perchè c'è la rubrica dell'incipit! Visto che siamo ancora in aria di festa mi sembra doveroso citare un inizio letterario molto conosciuto e anche molto natalizio, che mi è venuto subito in mente per la dolcezza e l'allegria che riesce sempre a darmi ogni volta che leggo queste poche righe.
Le 4 piccole donne che tutti noi conosciamo sono il classico esempio della bontà di cui spesso si parla nei giorni che precedono il Natale, ma anche della voglia di ricevere regali che in questo periodo non è esente in quasi nessuno di noi. 
Leggendo queste prime righe mi ritrovo tantissimo nel pensiero delle sorelle: non voler spendere denaro utile per altro, ma bramare sotto sotto un sacco di belle cose. 
spero che tutti voi abbiate ricevuto ciò che volevate. Io mi ritengo fortunata, ma ahimè nessuno mi ha regalato uno straccio di libro. Ma sapete che c'è? Me lo comprerò da solo con la befana!  



***



"Un Natale senza regali non è un vero Natale", brontolò Jo, sdraiata sul tappeto.
"Che cosa triste essere poveri!" sospirò Meg guardandosi il vestito ormai vecchio.

"Però non è giusto che ci siano ragazze che hanno un sacco di cose graziose, e altre niente del tutto!", aggiunse la piccola Amy con aria indignata.
"Ma noi almeno abbiamo i nostri genitori e ci vogliamo bene", 
osservò Beth dal suo angolino, con tono soddisfatto.
I quattro giovani visetti, sui quali si riflettevano le fiamme del camino, s'illuminarono a quelle parole, ma subito si rannuvolarono ancora non appena Jo disse: "Intanto papà non è qui con noi e non lo vedremo per chissà quanto tempo". Non aggiunse "forse mai più", ma ognuna in silenzio lo pensò, perché il loro padre era lontano, dove si combatteva.
Per un po' nessuna parlò, poi Meg disse con voce alterata: "Sapete bene perché la mamma ha deciso che non ci siano regali questo Natale. L'inverno sarà duro per tutti, e lei pensa che non si debba spendere denaro in divertimenti mentre i nostri uomini soffrono in guerra. Noi non possiamo far molto, ma di certo qualche piccolo sacrificio possiamo compierlo e dovremmo farlo volentieri. Io, però, temo che non ci riuscirò". E Meg scosse la testa pensando con rammarico a tutte le belle cose che desiderava.

Piccole donne
di Louisa May Alcott
DeAgostini Classici
Romanzo di formazione
Prima pubblicazione 1869

***

Spero di avervi fatto rivivere belle sensazioni con questo incipit. Sarebbe bello rivedere il film con Wynona Ryder nei panni di Jo in questi giorni. Non so voi ma io passo pomeriggi e sere a cercare qualche film natalizio per poter sentire il Natale ancora di più! Ma ora che ci penso, non ho ancora visto Canto di Natale quest'anno. Oddi quale mancanza!! Devo rimediare assolutamente! 
E voi? Come le state passando queste feste? Lavorate o siete a casa? Vi state abbuffando di cose buone e tipicamente natalizie o avete deciso di non esagerare e di puntare alle cose di tutti i giorni?
Io sto facendo un po' l'uno e un po' l'altro. Per esempio la vigilia abbiamo mangiato pizza, così che poi il giorno dopo potessimo fare un prano più abbondante e con diverse scelte di primi e secondi. Oggi invece vado di sushi! Lo so che non è proprio natalizio, ma è l'unico pasto che faremo io e il mio fidanzato e quindi mangiamo fuori qulcosa di diverso dal solito! Alla fine il Natale è anche questo, l'inusualità. 
Bè raccontatemi qualcosa di voi, sapete quanto mi piace ascoltarvi :)



mercoledì 28 novembre 2018

Come comincia... Le vergini suicide di Jeffrey Eugenides



Buona sera carissimi lettori, 
mi dedico a questo post solo adesso perché le giornate lavorative sono diventate lunghe e impegnate e le mie capacità organizzative non hanno ancora superato il livello "posso farcela per tempo", quindi pubblico tardi e con lo sbadiglio facile, visto che fra meno di un'ora ho proprio intenzione di andare a nanna (vecchia che sono)!
L'incipit di oggi arriva dal passato recente, gli anni '90, ma è già una sorta di classico della narrativa di cui tutti, più o meno, hanno sentito parlare, anche grazie al film di Sofia Coppola con una giovanissima Kristen Dunst nei panni di una delle vergini suicide.
Questo libro l'ho letto quasi un paio di anni fa e qui potete trovare la mia recensione. A mente fredda devo ammettere che non mi ricordo molto bene lo stile dell'autore, e questo mi dà la sensazione che non mi avesse appassionata poi così tanto. Ciò che però mi è rimasto impresso è la triste storia di queste 5 sorelle che, una a una, si tolgono la vita in poco tempo e, a distanza di vent'anni, vengono ricordate dagli ex compagni di scuola che le avevano idealizzate come fossero state delle figure angeliche e forse mai esistite.
Vi propongo questo incipit perché può interessare molti di voi per la presenza di protagoniste adolescenti molto diverse dal tipo di eroine a cui siamo abituati di incontrare, sia perché è un libro che porta il lettore a porsi molte domande e a dare giudizi forti. Molto particolare, ve lo assicuro!
  





***

1

La mattina che si uccise anche l’ultima figlia dei Lisbon (stavolta toccava a Mary: sonniferi, come Therese) i due infermieri del pronto soccorso entrarono in casa sapendo con esattezza dove si trovavano il cassetto dei coltelli, il forno a gas e la trave del seminterrato a cui si poteva annodare una corda. Scesero dall’ambulanza, con quella che come al solito ci sembrò una lentezza esasperante, e il più grasso disse sottovoce: “Mica siamo in tivù, gente: più presto di così non si può”. Stava spingendo a fatica le apparecchiature per la rianimazione accanto ai cespugli cresciuti a dismisura, sul prato incolto che tredici mesi prima, all’inizio di quella brutta storia, era perfettamente curato.
Ad aprire la serie era stata Cecilia, la minore, di tredici anni appena, che si era tagliata le vene nella vasca da bagno come uno Stoico. Quando la trovarono, a galla in quella pozza rosea, gli occhi gialli di un'invasata e il corpo minuto che emanava l'odore di una donna adulta, aveva un'aria così placida che i due soccorritori, spaventati, erano rimasti immobili, come stregati. 


Le vergini suicide
di Jeffrey Eugenides
Mondadori
Narrativa americana
249 pagine
Pubblicato nel 1993

***

Ricordo ancora che ho passato più tempo a desiderare di leggerlo che a leggerlo. La fama che precede questo romanzo è forse un po' troppo altisonante rispetto al suo contenuto, ma la storia delle vergini suicide merita di essere conosciuta per le diverse interpretazioni che ciascun lettore può darvi e per i numerosi spunti di vita che si possono trovare.  
Cosa ne pensate? Lo conoscete o lo vorreste leggere?
Cosa pensate di una storia simile? Potrebbe essere troppo pesante?
Fatemi sapere nei commenti. Buona notte...


mercoledì 21 novembre 2018

Come comincia... Sharp Objects di Gillian Flynn



Buon mercoledì a tutti, 
state bene? Spero proprio di sì.

L'incipit del libro che vi propongo oggi, lo leggo anche io per la prima volta adesso. Si tratta di un thriller la cui cover ultimamente si può vedere spesso su instagram o sui bookblog, perché è salito alla ribalta grazie alla recente mini serie che vede Amy Adams come protagonista.

La trama gira attorno alla reporter Camille Preaker e a un caso di sparizione di minore nella sua cittadina natale. Qui, oltre a far luce sulla scomparsa di una ragazzina, Camille dovrà fare i conti con il proprio passato e con i segreti che si nascondono dietro il finto decoro e le mal celate apparenze dei sui concittadini.

Non sono una grandissima amante di questo genere, ma devo dire che non ne sono mai rimasta delusa fino adesso. I pochi thriller che ho letto mi hanno sempre lasciata con la giusta suspence, e questo romanzo mi dà le stesse belle sensazioni! Valutate anche voi...





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1
  

  
     Il mio maglione nuovo, di un rosso vivace, era davvero orrendo. Secondo il calendario era il 12 maggio, ma la temperatura era precipitata. Così, dopo quattro giorni passati a rabbrividire in maniche di camicia, avevo preferito ricorrere ai saldi, piuttosto che mettermi a rovistare negli scatoloni degli abiti invernali. Primavera a Chicago.

mercoledì 14 novembre 2018

Come comincia... Ricordati di sorridere di Daniele di Benedetti



Ciao lettori, come state? 
Sì, mi ero dimenticata che oggi è mercoledì e che avevo impostato questa rubrica proprio in questo giorno. Chissà quante altre volte mi capiterà😁

Avete mai letto libri di auto-aiuto? Si tratta di testi specifici scritti da professionisti, tipo life coach e cose così, che trattano temi relativi alla conoscenza di sé, all'autoanalisi, al non dare nulla per scontato, al guardare in faccia quei problemi che non riusciamo a individuare perché diventati routine, ai preconcetti insit dentro di noi, eccetera.
In pratica, servono per aprire gli occhi sulla propria vita, per prendere maggior coscienza di qualcosa che ci riguarda, affrontare i problemi e diventare persone migliori e più felici.

Ci riescono? Sicuramente aiutano a guardare le cose da una diversa prospettiva e a mettere in dubbio nozioni a cui non facciamo più caso ma con cui ci scontriamo ogni giorno, ma è anche vero che ogni persona è diversa e l'aiuto che possiamo darci cambia in base al nostro carattere e alla nostra visione della vita. Ma il discorso è molto più ampio di così, quindi per darvi un assaggio del libro che sto leggendo ecco qui il primo capitolo. Buona lettura!





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ILLUSIONE COLLETTIVA

Immagina per un attimo che tutto ciò che sai della felicità sia fuorviante, che siano proprio le tue convinzioni sulla felicità a essere la causa della tua infelicità (e della tua frustrazione). Se fosse così? Se fosse proprio la ricerca della felicità a tutti i costi a impedirti di trovarla?

     Le statistiche sono impressionanti: viviamo nel migliore dei mondi possibili (se non altro perché non dobbiamo lottare con la natura per la nostra sopravvivenza), eppure non siamo mai stati infelici come oggi. Ogni anno il 30 per cento della popolazione globale soffre di un problema psicologico riconosciuto. L’Organizzazione mondiale della sanità posiziona la depressione al quarto posto delle patologie più comuni e prevede che nel 2020 salirà al secondo. I coach e gli psicologi sono sempre più numerosi, ma siamo sempre più tristi e depressi.

     Perché?

     Bella domanda. Anzi, ottima.

mercoledì 7 novembre 2018

Come comincia... Vox di Christina Dalcher


Ripresa da non so quale buio cassetto della memoria di questo blog, la rubrica "Come comincia..." rivive di nuovo. Il motivo è che ho cominciato a leggere un libro surreale di cui poi vi darò la mia opinione quanto prima, ma che per adesso volevo solo darvene un assaggio. Il libro in questione, Vox, gira da un po' di tempo tra i blog e come sempre piace e non piace. Io sono all'inizio della lettura e non so ancora cosa pensare. Di certo non è un libro per stomaci deboli, nel senso che di pagina in pagina mi si accappona la pelle per la misoginia che traspare dlla società in cui è immersa la protagonista. Non c'è bisogno che vi dica oltre perché questo primo capitolo vi farà capire tutto! 
Buona lettura... spero!



***

1

Se qualcuno mi dicesse che in una settimana potrei far fuori il presidente, il Movimento per la Purezza e quell’incompetente pezzo di merda di Morgan LeBron, non gli crederei. Ma non potrei nemmeno contraddirlo. Non potrei dire niente.

   Sono diventata una donna di poche parole.

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