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martedì 11 dicembre 2018

Christmas Book&Food | Recensione + dolce natalizio


Buon martedì carissimi amici,
come promesso oggi il progetto Christmas Books&Food prosegue con altre due tappe. Una è la mia, l'altra potete trovarla da Alice sul blog Some books are.
Come vi avevo già anticipato, questa splendida iniziativa natalizia, creata da Susy ed Ely, vuole unire una nostra lettura di Natale con un piatto, una ricetta o un cibo che più amiamo gustare durante queste feste.

Per me non è stato difficile scegliere di cosa parlarvi, anzi questo progetto capita proprio a pennello per raccontarvi questo mio particolare momento natalizio.
Da una settimana a questa parte la mia vita lavorativa (e anche tutto il resto) è stata scombussolata da un nuovo evento, che vi racconterò con il "food". Ma andiamo per ordine. Il libro che ho letto è stato un fulmine a ciel sereno, in senso positivo per fortuna. Non potevo scegliere niente di più bello e natalizio e, se lo conoscete, sarete sicuramente d'accordo con me.

Il libro che ha reso speciale questo Natale 2018 è


Il tredicesimo dono 
di Joanne Huist Smith


Natale è alle porte e la famiglia Smith sta vivendo questo periodo in maniera molto sentita. La recente morte del marito di Joanne, l'autrice, condiziona in modo angoscioso la bella famigliola e le felici tradizioni natalizie, che tanto amavano seguire quando Rick era ancora vivo.
Ma la forza prorompente del Natale non cede il passo al disinteresse e al distacco, ed è così che, all’alba di una fredda mattina del tredicesimo giorno prima di Natale, un piccolo dono compare davanti la porta di casa Smith. E così accade giorno dopo giorno fino al 25 dicembre, sempre accompagnato dalla strofa della canzone The twelve days of Christmas

Inizialmente, solo la piccola di casa sembra interessarsi al mistero dei "cari amici" che lasciano loro i doni. Ma dopo qualche giorno tutto cambia e torna la serenità, così come la possibilità di andare avanti.


«Venite. Accompagnatemi. 
Vi racconterò il modo in cui la mia famiglia è cambiata per sempre.»

Il tredicesimo dono racconta una storia vera. Apre una finestra su ciò che è successo davvero all'autrice, che ha deciso di condividere un'esperienza importante che ha riportato la gioia nella sua famiglia in un momento non solo difficile da superare, ma anche da accettare, che poteva condurli per sempre alla deriva.
Più volte mi sono commossa leggendo la storia di questa particolare famiglia sull'orlo del baratro. Fin dalla prima pagina mi sono immedesimata nell'autrice, ma anche nei figli, privati della normalità in modo così crudele, ma resi più forti e spensierati dall'altruismo e dalla bontà che ancora può trovarsi nelle persone.

Insieme agli Smith, anche il lettore diventa partecipe della magia del Natale ritrovandosi troppo spesso con le lacrime agli occhi e sentendosi sfiorare il cuore dal dolore profondo e dal calore umano.


La stile narrativo di questo romanzo è tanto semplice quanto emozionante, perché rievoca perfettamente i sentimenti dei protagonisti e dona la forza necessaria per affrontare qualsiasi ostacolo noi possiamo incontrare sulla nostra strada.



Se pensavate di aver già avuto la necessaria dolcezza natalizia dal mio post, vi sbagliavate, perché il dolce arriva adesso!
Ciò che ho scelto come Christmas Food è la 

MERINGA NATALIZIA


una preparazione dolce a base di albume di uova e zucchero a velo, leggerissima e friabile, di origine francese, ma ormai acquisita anche in Italia grazie alla diversa preparazione dell'albume. 

Ho scelto proprio questo dolce perché da una settimana a questa parte ho aperto una panetteria nella mia città d'origine (o meglio, ne ho rilevata una già avviata), e come dolce di benvenuto il panettiere mi ha preparato diverse merighette a tema natalizio che mi sono piaciute tantissimo e che sto regalando ai clienti per farmi accettare dal quartiere! 😁 Una bella impresa vi assicuro, soprattutto perchè le cose da imparare sono tante e le cose da fare ancora di più! Ma questo è quello che ora mi riserva la vita. Vedremo come andrà!





Spero che il mio libro e il mio dolce vi siano piaciuti. Per seguire le altre tappe dell'evento potete seguire il calendario qui sopra. Intanto vi auguro felici giorni e un buon proseguimento...




venerdì 9 novembre 2018

Recensione | Una lontana follia di Kate Morton

Ormai ho capito che non mi piace solo raccontarvi l'opinione che mi sono fatta del libro che ho letto, ma che sento la necessità anche di riportare per iscritto il perché mi sono trovata a leggerlo e come abbiamo fatto a incontrarci. Non so, mi piace pensare che questo blog sarà visionabile per sempre e che potrò tra 30 anni ritornare qui e andarmi a leggere il perché e il come di un libro di cui magari non ricorderò assolutamente nulla. A voi non piacerebbe rileggervi e ritrovarvi tanti anni dopo? Una cosa del genere per me è elettrizzante!
Comunque, ho scelto di leggere Una lontana follia in modo abbastanza casuale. Non conoscevo Kate Morton e ora mi vorrei strozzare per questo, perché quest'autrice è un'abilissima scrittrice che chiunque ami le storie d'amore non può non conoscere!
In questo periodo potete trovare su altri blog le recensioni del suo ultimo libro, La donna del ritratto, che mi hanno piacevolmente incuriosita. Ma cercando nella mia solita biblioteca virtuale non ho trovato quest'ultimo lavoro bensì tutti gli altri. Dalle varie trame quello che mi ha colpito di più è stato proprio questo, e devo dire che mai scelta più casuale fu azzeccata!





Titolo: Una lontana follia (The distant hours)
Autrice: Kate Morton
Traduttrice: A. E. Giagheddu
Editore: Sperling&Kupfer
Anno di pubblicazione: 2011
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 563
Letto in formato ebook








La mia opinione

Edie Burchill ha un'anima appassionata e un bruciante amore per i libri. Forse per questo non capisce sua madre Meredith, una donna fredda, scostante e silenziosa, che ha passato una vita intera assorta in pensieri che solo lei conosce. Ma un giorno a casa Burchill arriva una lettera con il timbro di cinquant'anni prima: sulla busta, l'indirizzo di Milderhurst Castle, la dimora di campagna dove Meredith, sfollata da Londra, trovò accoglienza quando aveva tredici anni. Di fronte a quella lettera ingiallita dal tempo, Meredith è sconvolta. E la figlia comprende che sua madre nasconde un segreto. È così che Edie comincia un viaggio nel passato di quella donna che non ha mai conosciuto davvero; un viaggio che inizia proprio dall'imponente castello ormai in rovina, con il suo giardino vasto e impenetrabile, dove Meredith ha vissuto i giorni che hanno segnato il suo destino. Il castello è ancora abitato dalle tre figlie del famoso scrittore Raymond Blythe, allora giovani e bellissime, con una vita piena di promesse davanti a sé. Ma di quelle promesse la vita non ne ha mantenuta nessuna, e loro oggi non sono che tre ombre, prigioniere di una lontana follia, destinate a vagare senza pace tra i corridoi dell'antica dimora. Un luogo che, scoprirà Edie, porta impresso il ricordo di un incendio rovinoso, e di una morte che non ha mai trovato un senso. Solo immergendosi nei misteri di Milderhurst Castle, Edie potrà liberare sua madre da ciò che la opprime. Imparando, finalmente, a volerle bene.



Ogni tanto ripenso a quella borsa, e alle centinaia di missive d'amore, di bollette da pagare, di biglietti d'auguri, di letterine di bambini che mischiati insieme sussurravano i loro messaggi nell'oscurità. E aspettavano che qualcuno si accorgesse di loro. Sapete come si dice, vero? Una lettera trova sempre il suo lettore. Prima o poi, piaccia o no, le parole riescono in qualche modo ad arrivare alla luce, a svelare i loro segreti. 






venerdì 26 ottobre 2018

Recensione | Come fermare il tempo di Matt Haig + Ebook gratis

Buon venerdì a tutti.
Sto passando una settimana un po' pesantina e non vedo l'ora che finisca. Le giornate sono lunghe e piene di cose da fare e spostamenti che a fine giornata pesano sulle mie vecchie ossa :) 
Il week end sembra ancora e i tempi di ripresa tra una notte e l'altra non funzionano come dovrebbero. La mattina cammino come uno zombie! Per fortuna la prossima settimana è settimana di vacanza e questa cosa mi fa comunque essere ottimista! Riposo, letture, passeggiate, castagne e cioccolata calda, poi Halloween, e come sempre non so cosa fare.
Qui a Torino ci sono un sacco di eventi per questo particolare giorno, ma eliminando le discoteche e i luoghi dove si balla e basta l'offerta scende un po' di numero. Ho comunque trovato un paese che viene adibito interamente a festa di Halloween e organizza momenti terrificanti e stand carini per passare una nottata all'insegna dell'horror e della paura. Vedremo! Magari scapperà qualche foto e capirete che fine ho fatto!

Oggi volevo parlarvi di una mia recente lettura, un libro uscito da poco qui in Italia, che ho scelto di leggere per la trama e per l'argomento trattato, ovvero il tempo che non passa per tutti nello stesso modo. Inizialmente pensavo si trattasse di una sorta di manuale che spiegava qualche cretinata su come sembrare più giovani (!!!), invece è un vero e proprio romanzo con tanto di bella storia. Spero vi piaccia la mia recensione.

Per l'occasione, ho deciso di mettervi a disposizione l'ebook del romanzo, in formato epub, così che se volete potete leggerlo e farmi sapere se vi è piaciuto. Lo trovate alla fine della recensione.


Titolo: Come fermare il tempo 
(How to stop time)
Autore: Matt Haig
Traduttrice: Silvia Castoldi
Editore: Edizioni e/o
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 311
letto in formato ebook






La mia opinione

Pensate a un uomo che dimostra quarant’anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna… ma è una maledizione. 
Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. 
Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall’Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell’età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. 
Tom deve ad ogni costo difendere l’equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c’è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi.

Tom è quindi nato nel lontano 1569 (o giù di lì). Tutti coloro che amava sono morti e per alcuni di essi la colpa è sua. Il fatto di poter vivere così a lungo è per lui una maledizione, una disfunzione, e non riesce a cogliere il lato bello della cosa. E io avrei voluto ammazzarlo, sinceramente! Cosa non darei per vivere nei secoli e vedere il mutamento delle cose intorno a me.

Ma è anche vero che veder morire i propri cari e non poter stabilire legami duraturi con le persone normali è un bel problema. Per questo Tom è un personaggio molto sofferente, non privo di forti sensi di colpa, debolezze e insicurezze, che più volte metteranno in dubbio la sua vita. Eppure in questa sua maledetta vita ha uno scopo: ricercare ciò che davvero gli è più caro e non lasciarselo sfuggire per nessuna ragione al mondo. Solo questo riesce a portarlo avanti nei secoli, affrontare i grandi cambiamenti della storia e non lasciarsi andare nell'oblio della frustrazione.

Ad aiutarlo in tutto questo ci sono altre persone come lui, che al contrario di Tom pensano che l'invecchiare lentamente sia una benedizione e un modo di vivere con diversi vantaggi. Ed è così che Tom ritorna a Londra, nei posti dove nel 1500 girava con sua madre per le vie puzzolenti della contrada o dove suonava per Shakespeare, cercando di ragranellare qualche soldo. 

Tutto il romanzo è una piccola chicca, perché, andando avanti e indietro nel tempo attraverso i ricordi del protagonista, possiamo essere testimoni dei vari periodi storici in cui Tom ha vissuto. Nel 1600 c'erano i processi alle streghe e la peste. Nel 1700 le spedizioni per mare e posti da scoprire e colonizzare. Nell'800 i medici sapientoni e le nuove scoperte. Mentre nel '900 le persone cominciano a divertirsi in diversi modi e la vita cambia drasticamente in meglio ma anche in peggio.

Suoni, colori, odori, tutto ci viene descritto in modo accurato, affascinante ma mai noioso o troppo descrittivo. Per me è stato facile immaginarmi la Londra del XVII secolo e poi quella del XIX. Bellissimo e stimolante. Ma non crediate che tutto si esaurisca qui perché le difficoltà sono dietro ogni angolo.

E poi c'è l'amore e tutte le conseguenze che questo sentimento porta con sé. Come fermare il tempo offre molti spunti di riflessione sia sul tempo che passa, sia sulla necessità di amare qualcuno, della paura di perderlo o di essere la causa delle sue sofferenze.

Ho finito questo libro da diversi giorni e dopo questo tempo di riflessione posso dire che mi è piaciuto tantissimo, una lettura davvero azzeccata, che vi consiglio con sicurezza. Inoltre, lo stile dell'autore riesce fin da subito a catturare il lettore e renderlo partecipe dell'angoscia del protagonista, dei suoi successi e delle difficoltà che incontra. Tutto ciò che ci viene raccontato prende vita!


***
Volete leggere l'ebook di Come fermare il tempo di Matt Haig, allora clikkate la cover e scaricate ovunque vogliate l'epub gratuito. Per leggere questo formato vi servirà l'apposito programma Adob Digital Edition, anche questo facilmente scaricabile gratuitamente sui vostri dispositivi direttamente dal sito produttore. Questa copia non ha l'intento di pubblicizzare nessuno ed è offerta da me come regalo a chiunque voglia leggere l'ebook. Per qualsiasi problema contattatemi.





Cosa ne pensate di questo libro? L'avete letto, pensate di farlo o non è il vostro genere? Avete apprezzato la possibilità di scaricare l'ebook? Spero in futuro di potervene regalare altri, ma per ora è tutto, quindi fatemi sapere i vostri pareri... 
Vi auguro un buon proseguimento di giornata...



lunedì 8 ottobre 2018

Recensione Romance | La piccola casa dei ricordi perduti #1



Ci sono libri che sono un vero toccasana per l'anima. Magari perché arrivano al momento giusto o magari perché si ha solo bisogno di un po' di dolcezza e di qualche coccola librosa. La piccola casa dei ricordi perduti ha rappresentato proprio questo per me, un balsamo lenitivo che ha alleggerito e alleviato qualche dispiacere quotidiano.
Da tempo non mi beavo delle meravigliose atmosfere descritte in modo tanto nitido e della compagnia di personaggi ben raccontati e di carattere, che mi facevano sentire come se fossi proprio lì con loro. 
Questo libro è stata una rivelazione e la cosa bella è che non è finita la storia, perchè la serie continua con altri due volumi che ho tutta l'intenzione di leggere a breve.




Titolo: La piccola casa dei ricordi perduti
Autrice: Helen Pollard
Serie: La serie dei ricordi perduti #1
Editore: Newton Compton
Pubblicato a giugno 2017
Genere: Romanzo rosa/Serie
Pagine: 379
Letto in formato ebook








La mia opinione

Fantastico! Questa potrebbe essere la mini recensione di questo libro, ma posso comprendere come a voi non dica un tubo una singola parola, quindi andiamo per ordine.

Emmy Jamieson arriva a La Cour des Roses, una bella pensione 
nella campagna francese, con l’intenzione di trascorrere 
due settimane di relax in compagnia di Nathan, il suo fidanzato. 
Tra loro c’è qualche problema, ma Emmy è certa che questa vacanza risolverà tutto. Si sbaglia… Neanche il tempo di disfare le valigie e Nathan se l’è già svignata con Gloria, la moglie di Rupert, il proprietario della pensione. 
L’uomo è scioccato ed Emmy, sentendosi in parte responsabile 
dell’accaduto, si offre di aiutarlo a gestire la pensione. 
Emmy ha il cuore a pezzi, ma si trova all’improvviso in una dimensione nuova, circondata da tanti amici, e anche da qualche uomo interessante: 
Ryan, il provocante giardiniere, e Alain, il ragazzo che 
si occupa dell’amministrazione, irritante ma bellissimo. 
Mentre Emmy si riappropria del proprio tempo e del contatto con la natura comincia a sentirsi a casa. Ma sarebbe una follia lasciare amici, 
famiglia e tutto ciò per cui ha sempre lavorato… O no? 

sabato 29 settembre 2018

Recensione 😢 | Solo per desiderio di Richard Flanagan

Girovagando come sempre nella mia ormai fornitissima biblioteca digitale di MLOL (fino all'anno scorso gli unici ebook scaricabili erano quelli di un paio d'anni prima) mi sono imbattuta in una cover con un titolo e una cover ambigui, di un autore che non ho mai sentito nominare. 
Leggendo la trama, però, mi sono convinta a prenderlo in prestito. Nella trama c'era una persona che adoro professionalmente e che non mi aspettavo di trovare. Sto parlando di niente popò di meno che di Charles Dickens, il mio mito perdiana!

Tuttavia, non capivo assolutamente cosa c'entrasse lui con tutta la storia, quindi ho fatto la cosa più logica che potessi fare, cioè leggere sto benedetto romanzo ambientato in un secolo londinese che adoro, l'800. Ma purtroppo la lettura non è andata come mi sarei aspettata...



Titolo: Solo per desiderio
Autore: Richard Flanagan
Editore: Bompiani
Pubblicato nel 2017
Prima edizione: 2008
Genere: Narrativa inglese
Pagine: 240
letto in formato ebook









La mia opinione


Tasmania, 1841. La piccola aborigena Mathinna è stata adottata dal governatore dell'isola e dalla moglie, Lady Jane, per dimostrare che anche i selvaggi possono essere civilizzati. Ma l'esperimento si ribalta e Mathinna diventa la vittima innocente di un desiderio violento. 

Londra, 1854. Lady Jane chiede aiuto a Charles Dickens per riabilitare la memoria del marito, macchiata dal sospetto di cannibalismo, dopo essere rimasto vittima di un nubifragio tra i ghiacciai. Ma dietro l'immagine pubblica del grande scrittore emerge la natura di uomo consumato dal desiderio.


giovedì 27 settembre 2018

Recensione | La società letteraria di Guernsey

Mi è sempre capitato in autunno di fare delle letture magnifiche, e adesso che la stagione delle castagne è cominciata, posso proprio dire di aver cominciato coi fiocchi! 
Bisogna dire che per scovare certe letture bisogna avere sicuramente fortuna ma anche un po' di intuito. E a me in questo va quasi sempre bene. Ma se anche a voi fosse capitato di leggere un titolo del genere, Il club del libro e della torta di buccia di patata di Guernsey, avreste letto il libro? Io mi ci sono fiondata senza pensarci. 
In realtà questo strano titolo riguarda la trasposizione cinematografica del romanzo che vi recensirò oggi. Il titolo del libro vero e proprio è La società letteraria di Guernsey. Vi anticipo che l'ho adorato!!!



Titolo:  La società letteraria di Guernsey
Autrici: Mary Ann Shaffer e Annie Barrows
Traduttrice: G. Scocchera
Editore: Sonzogno
Pubblicato nel 2008
Genere: Romanzo storico-epistolare
Pagine: 274
Letto in  formato cartaceo







La mia opinione

Fine Seconda Guerra Mondiale. Il mondo sta uscendo a fatica dall'incubo della guerra, e a Londra la scrittrice Juliet Ashton cerca invano l'ispirazione per il suo nuovo romanzo, dopo il successo del primo libro. 

All'improvviso, Juliet riceve la lettera di un abitante dell'isola di Guernsey, nella Manica, che ha trovato il suo indirizzo su un vecchio libro usato. Fra i due inizia una fitta corrispondenza, e Juliet scopre che sull'isola, occupata per cinque anni dai tedeschi, era nato un circolo di lettura, Il club del libro e della torta di buccia di patata di GuernseyLa Società era diventata ben presto la ragione della loro vita, l'unico modo per sfuggire, attraverso il piacere che solo i grandi libri sanno offrire, agli orrori della guerra. 

Juliet decide quindi di raggiungere il gruppo e partecipare per qualche giorno alle riunioni letterarie per trovare ispirazione per una nuova storia.

giovedì 20 settembre 2018

Recensione | La famiglia Aubrey di Rebecca West

Quando senti dal profondo del tuo cuore che quel libro, di cui stai ammirando la copertina, sarà una lettura eccezionale, ecco che c'hai preso. A me è successo da poco, proprio con La famiglia Aubrey. D'altronde, come non innamorarsi di una cover dalle tonalità blu, con ornamenti classicheggianti e con quel non so che di epoca vittoriana molto british? 
Ad essere sincera, all'inzio sono stata un po' diffidente. Non capivo se si trattava di un libro a noi contemporaneo che raccontava del passato o un vero e proprio classico arrivato con molti anni di ritardo. Alla fine ho scoperto che questo romanzo non può essere definito "antico o classico", nel senso letterario del termine, ma la sua autrice non è nostra contemporanea, ma del secolo scorso.
Quindi, se anche voi guardandolo siete stati presi da dubbi e sospetti, non preoccupatevi e leggetelo. Non ve ne pentirete. 
Ma se prima volete capire un po' di cosa tratta, ecco qui la mia recensione!


Titolo: La famiglia Aubrey
Autrice: Rebecca West
Traduttrice: Francesca Frigerio
Editore: Fazi
Pubblicato il 5 luglio 2018
Prima pubblicazione: 1958
Genere: Narrativa inglese/Saga familiare
Pagine: 576
Letto in formato ebook


La mia opinione

La famiglia Aubrey si compone di tre libri. Il primo, recentemente ripubblicato da Fazi Editore, è parecchio lungo e carico di contenuti, tanto da farvi pensare "Wow questo sì che è un Romanzo". Al centro della storia c'è, come si può ben immaginare, una famiglia, ma non una come tante, bensì quella degli Aubrey, un po' fuori dal comune in confronto alla consuetudine londinese di inizio '900.

Gli Aubrey sono una famiglia di artisti. Poveri ma molto uniti, fanno fronte alle difficoltà quotidiane con grande spirito. Si spostano in continuazione a seconda dell’impiego del padre, Piers. Giornalista e scrittore molto stimato, vive in un mondo tutto suo, ha un problema con la gestione del denaro e un debole per il gioco d’azzardo. 

lunedì 17 settembre 2018

Recensione | Una coppia quasi perfetta di Emily Eden

Rieccomi in carne e ossa su Gli Alberi, carissimi lettori!
Le vacanze sono ufficialmente finite quindi è ora di riprendere in mano la situazione e ridare al blog una sorta di regolarità di pubblicazione. Spero di riuscirci anche se è da un po' di tempo che lo dico. 
Oggi voglio proprio stupirvi con la recensione di un romanzo di quelli che piacciono a noi, lettrici patentate, che abbiamo nel nostro DNA l'amore incrollabile per le autrici inglesi del 18°-19° secolo: zia Jane, le sorelle Bronte, Emily Dickinson, Mary Ann Evans (alias George Eliot), ecc.
Bene, sono sicura che dopo aver leggiucchiato la trama e visto la copertina del libro che vi propongo sono sicura che inserirete nelle vostre lunghissime liste di lettura anche la meno nota EMILY EDEN! 
Come già vi avevo anticipato nel riassunto delle letture estive, la Eden fu contemporanea di Jane Austen ma in Italia è approdata solo da pochissimi anni e non si sa bene perché. Forse il motivo è che non ha scritto molti romanzi, ma comunque sia è stata comunque un'autrice di talento, forse di più della Austen, visto il maggior senso critico della società a lei contemporanea e delle più marcate conoscenze politiche. 



Titolo: Una coppia quasi perfetta
Autrice: Emily Eden
Traduttrice: Roberta Arrigoni
Editore: Elliot
Prima edizione: 1860
Edizione italiana: Agosto 2018
Genere: Narrativa inglese/Classico
Pagine: 245









Recensione

I vicini di casa della famiglia Beaufort, in particolare Mrs. Douglas, sentono che nell'aria c'è un vivacissimo cambiamento: la bella, dolce e graziosa Helen Beaufort si sposa. E non con uno qualunque, ma con niente popò di meno che con Lord Teviot, lo scapolo più ambito di tutta la regione, straordinariamente affascinante e terribilmente ricco! 

I peparativi in pompa magna, i numerosissimi importanti invitati e le immense proprietà che faranno da location al matrimonio, sono solo alcuni dei dettagli che fanno parlare l'intera città. Ma il particolare che a nessuno sfugge è: ma la dolce Helen è veramente innamorata del suo sposo? Sembra infatti che la ragazza cerchi in tutti i modi di sviarlo e quando è in sua presenza il suo pallore appare quasi mortale. Ma queste non sono che le puntigliose e alquanto cattive considerazioni dell'austera Mrs Douglas, invidiosa che le sue altrettanto amabili figlie non avranno un simile matrimonio. 

giovedì 28 giugno 2018

Recensione | Quando eravamo eroi di Silvio Muccino

Da una vita e mezza non scrivevo sul blogghettino ma ho avuto una validissima giustificazione: ho cominciato a leggere la Ferrante, L'amica geniale, e non mi sono più fermata. Ho fatto fuori tutti e quattro i libri in meno di un mese e non ho voluto pensare ad altro!! Vi assicuro che immergendomi in quel modo in quella saga mi sono estraniata dalla realtà e mi sono persa in un limbo. Ora però ho concluso quindi ritorno alle recensioni e alla vita vera.
Il libro che recensisco oggi l'ho letto oltre un mese fa, quindi non è un'opinione a caldo ma ben ponderata. Ho conosciuto finalmente un Silvio Muccino scrittore che mi è piaciuto davvero tanto. Il suo stile, se tutta farina del suo sacco, è proprio ben riuscito. La storia che racconta è stata per me originale e piena di sentimento. Ho cominciato a leggere questo libro più per l'autore che per ciò che poteva aver scritto e mi sono ritrovata a dimenticarmi quasi subito del primo per immergermi completamente nella seconda.


Titolo: Quando eravamo eroi
Autore: Silvio Muccino
Editore: La Nave di Teseo
Pubblicato l'8 marzo 2018
Genere: Narrativa italiana
Pagine: 236
Letto in formato ebook
Dal 16-05 al 18-05







Recensione

Questo libro mi è davvero piaciuto. Non solo per lo stile, il ritmo, i personaggi e la trama, ma per la forza che si sprigiona da ogni pagina. Il fatto che 5 amici si incontrino dopo 15 anni e che tutti loro abbiano speranze, illusioni e rancori da tirare fuori al momento opportuno, mi ha fatto capire e conoscere meglio l'autore.
Silvio Muccino oltre ad essere attore, regista, scenneggiatore (e insomma suo padre è un dirigente Rai, che doveva fare?!) è figlio di una famiglia infelice, come lui stesso ha ammesso in un'intervista. Questo libro sembra il racconto di come l'autore sia caduto e poi risalito

Alex ha 34 anni e dopo 15 anni di assenza invita per tre giorni i suoi migliori amici del liceo nella casa che per anni era stata un loro rifugio. 
Il bisogno di rivederli nasce dalla necessità di mettere la parola fine a qualcosa cominciato molti anni prima. Per farlo deve avere intorno a sé le persone a lui più care. 

Rodolfo, Eva, Melzi e Torquemada sono oggi uomini e donne con i classici problemi degli adulti, ma quando erano ragazzi, o meglio quando con loro c'era Alex, erano unici, originali, "alieni", che nulla poteva fermarli. 
Ritrovandosi, gli alieni si scopriranno diversi perché cresciuti, eppure ancora dipendenti da Alex e capaci di fare quello che pensavano fosse impossibile per loro. 

Ti amo così tanto che non mi basta averti. 
Vorrei essere te.

Questa frase, davvero tanto bella, riassume il sentimento che tutti gli alieni provano nei confronti di Alex. Proprio questo personaggio mi è piaciuto tantissimo perché è così originale, ipnotico, misterioso, ma anche e soprattutto fragile e bisognoso di amore.

Il tema alla base del romanzo, su cui l'autore sembra voler passare uno spesso strato di evidenziatore giallo, è la diversità che una persona può scoprirsi dentro in ogni periodo della sua vita. 

C'è chi non si sente in grado di poter raggiungere degli obiettivi, chi vorrebbe poter assimilare i tratti caratteriali o estetici di un'altra persona e chi si sente incompreso da chiunque. La diversità è ovunque e ha parecchie forme, ma la nostra società tenta ancora di ostacolarla e sottometterla alla norma. 

Con questo libro, Muccino è riuscito a descrivere molto bene la frustazione e la paura di cui si cade vittima quando non si viene accettati per quello che si è o si ha paura di mostrarsi.

La storia ci viene mostrata in sequenza da tutti i protagonisti. L'autore dà spazio a ciascun alieno così che possa raccontare il bene e il male di quell'amicizia così fuori dagli schemi. La fine non mancherà di stupire e di commuovere. Ciò che mi ha fatto capire è che non bisogna mai disperare del fallimento, perché è da quello che ci viene data la possibilità di risalire


Leggetelo, ve lo consiglio!!

mercoledì 23 maggio 2018

Recensione | Un ragazzo normale di Lorenzo Marone




Mi sono appassionata alla lettura in generale perché le storie che leggevo nei libri sembravano raccontare alcune parti della mia vita, sapevano dare voce alle emozioni che provavo e mi insegnavano come affrontare diverse difficoltà. In Un ragazzo normale ho ritrovato tutto questo. Questa è la prima volta che leggo Lorenzo Marone. Attorno a questo nome, da anni, c'é un bel polverone. Lettori che stimo in quanto tali me ne parlavano davvero bene e mi dicevano: "Ma come fai ad avere un blog di recensioni e a non aver mai letto e parlato di questo autore?" Semplicemente perché quando a tutti piace qualcosa, a me, state sicuri, non mi prenderà nemmeno un pochino. Ho avuto paura che tutto il parlare e il leggere Marone, a me non avrebbe dato niente. E poi che tristezza sarebbe stata. Uno dopo l'altro avrebbe tirato fuori libri e io me ne sarei stata in disparte dalle discussioni. Fortunatamente non è stato così e quindi ecco quello che penso di Un ragazzo normale e dei suoi mitici personaggi.




Titolo: Un ragazzo normale
Autore: Lorenzo Marone
Editore: Feltrinelli
Pubblicato il 22 febbraio 2018
Genere: Narrativa italiana
Pagine: 288
Letto in formato ebook
Dal 5-05 al 05-2018









Mimì a 12 anni sogna un futuro diverso: un futuro da supereroe, da astronauta, da ricercatore medico, insomma da uno che lascerà il segno. Figlio del portinaio del condominio, che si accontenta della vita così come viene senza fare nulla per cambiare le cose, e di una segretaria, che ama all'inverosimile quel figlio così intelligente e diverso ma che fatica a capire, ne seguiamo le peripezie l'anno che a Napoli nevicò come non faceva da tempo, era il 1985.

In quel particolare anno il giovane giornalista Giancarlo Siani cominciò a scrivere di camorra e a interessarsi di questioni spinose, normalmente nascoste sotto spesse coltri di omertà popolare e governativa. In autunno Giancarlo morì crivellato di colpi di pistola per aver "parlato troppo". Un ragazzo normale, diventato negli anni a seguire un mito per aver avuto il coraggio di fare la cosa giusta.

Per Mimì quel ragazzo sorridente che gira con una auto strana è un vero supereroe che non ha paura di dire ciò che gli altri non dicono ed essere dalla parte dei più deboli. Eppure ad impegnare le sue giornate ci si mettono anche gli amici, in particolare Sasà, la famiglia, e gli alti e i bassi del vivere in 6 stipati in un piccolo appartamento. E l'amore per Viola, la ragazzina che abita all'ultimo piano, nell'appartamento più grande di tutto lo stabile.

Impossibile non provare un sincero affetto per Mimì e per il suo essere una mosca bianca, incompresa per il parlare forbito, l'amore per i libri, l'aria sognatrice, il disinteresse per il calcio e gli scherzi da sgherro di Sasà. A raccontarci la sua storia è lo stesso Mimì ormai cresciuto, che ripercorre con la memoria i posti dell'infanzia imprimendogli le sue più intime sensazioni, a cui è facile associare l'esperienza personale dell'autore.

Un ragazzo normale mi ha preso per mano e mi ha condotto, un po' alla sprovvista, in un tempo e in un luogo a me sconosciuti, che grazie ai ricordi di Mimì mi sono diventati tanto cari e familiari. Insieme a lui ho provato di nuovo la gioia dell'infanzia, il senso di famiglia come non l'avevo mai provato, la bellezza della prima vera amicizia, la tenacia dell'amore giovanile, ma anche la nostalgia tipica della solitudine che ognuno si porta dentro, la sofferenza che deriva dalle delusioni e la rabbia per le ingiustizie.

Non ho smesso di leggere fino all'ultima pagina, bisognosa di veder crescere Mimì e conoscere le sue amarezze e le sue conquiste, che mi hanno strappato sorrisi e sospiri. Leggendo è impossibile non domandarsi dove comincia la finzione letteraria e dove finisce la biografia di Lorenzo Marone. Ma cosa ancora più bella, ho trovato me stessa in alcune peculiarità di Mimì. L'amore sproporzionato per dei libri snobbati da chiunque, l'inquietudine tra le mura di casa per un costante senso di inadeguatezza (quante volte ho chiesto silenziosamente ai miei genitori "sicuri di non avermi adottata?!), la fragilità delle amicizie. Molte cose sembravano potermisi cucire addosso.

Veramenti tanti i temi affrontati in modo completo e realistico in questo libro. Credo sia impossibile non trovare tutti un po' di se stessi qui dentro e della propria "italianità", per cui non sempre andiamo fieri o da cui cerchiamo a volte di discostarci. Leggerò piano piano gli altri libri di Marone per avere altri stralci di vita quotidiana come in Un ragazzo normale. Dovreste farlo anche voi se siete ancora titubanti.



martedì 1 maggio 2018

RECENSIONE | Wonder



Esistono libri che già poco tempo la loro pubblicazione entrano di diritto nella lista di libri che devono assolitamente essere letti! Wonder fa parte di questi. Il racconto di un bambino col viso gravemente deforme e la sua lotta a farsi accettare dagli altri, per quello che è dentro e non per come è fuori, è qualcosa che può insegnare tanto a chiunque. Durante la lettura, più volte mi sono chiesta come mi sarei comportata con una persona come il protagonista. Non lo so sinceramente. Alcuni inorridiscono alla sua vista, altri cercano di non farsi toccare. Di certo, in una società dove l'estetica conta veramente tanto non è facile fare in modo che una persona diversa possa essere accettata da tutti né




Titolo: Wonder
Autrice: R.J. Palacio
Traduttore: A. Orcese
Editore: Giunti
Pubblicato nel 2012
Genere: Libri per ragazzi
Pagine: 316
letto in formato ebook
Dal 18-04 al 28-04-2018







August, per la famiglia Auggie, è un bambino con una grave deformazione facciale. A causa di questo problema ha passato la sua giovane vita solo con i parenti più stretti della sua famiglia e con poche altre persone, evitando di andare a scuola o in posti eccessivamente affollati. Per nascondersi, quando aveva ancora 4 anni, girava sempre con un casco da astronauta. A 11 anni però è arrivato il momento di affacciarsi al mondo, vivere una vita quanto più normale possibile e andare a scuola! 

Auggie sa che effetto fa alla gente che lo vede per la prima volta, e per quelle successive, conosce la cattiveria dei bambini e la diffidenza e il disprezzo che scatena nelle persone in generale. Per questo motivo, non gli piace l'idea di frequentare una scuola vera e lasciare l'adorato e protetto nido familiare, che lo tiene nascosto al resto del mondo.

In effetti l'esperienza scolastica non inizia nei migliori dei modi. Per tutti è una sorta di appestato, che con un semplice contatto fisico rischia di trasmettere la peste.Viene lasciato da solo a pranzo, nessuno vuole sedersi vicino a lui a scuola ed è continuo oggetto di sguardi di scherno. Eppure, Auggie è un ragazzino divertente, ironico, molto curioso e riflessivo. Fin da subito si percepisce il suo, fin troppo maturo, adattamento ad una vita da "diverso". Non ne fa una colpa a nessuno per questo.

C'è però qualcuno che se ne frega di cosa dicono o pensano gli altri e dà ad Auggie un'occasione per farsi conoscere oltre la deformità. Col tempo, la sindrome che lo rende così diverso da tutti sembra non fare più alcun effetto su chi gli sta intorno. Lo stesso Auggie dirà: "Non so perché sono stato così stressato per tutto questo tempo. È divertente vedere come a volte ci si preoccupa molto di qualcosa che non è niente".


Tanto per cominciare, bisogna abituarsi a quella faccia. Le prime volte ero tipo “Uau, non mi ci abituerò mai”. E poi, dopo circa una settimana, ho cominciato a fare tipo “Huh, non è poi così terribile”. Secondo, August è veramente in gamba. Sì, insomma, è piuttosto divertente. Genere che un professore dice una cosa e lui mi sussurra subito qualcosa di divertente e mi fa piegare in due dalle risate.




 Ciò che ho apprezzato di più in questo libro sono stati i diversi punti di vista che si alternano a quello del protagonista. Tutti racconteranno in prima persona il loro rapporto con Auggie, che effetto gli ha fatto la prima volta che l'hanno visto e come lo vedono dopo averlo conosciuto meglio. Molto interessante è la parte narrata dalla sorella Via, un'adolescente che ama da sempre il fratello ma comincia ad avere bisogno anche lei di maggiore attenzione e supporto.

I temi che tratta questo romanzo sono diversi e profondi. L'autrice stessa ha spiegato perché è nato il libro. Un giorno, al parco con i suoi figli, incontrò una bambina con la sindrome di Treacher Collins. Uno dei suoi figli, spaventato, urlò disperato per il terrore e la Palacio decise di allontanarsi in fretta e furia per non peggiorare le cose. A casa venne poi assalita da un profondo senso di colpa per non aver ragionato col figlio e per aver dato la sensazione alla bambina di essere un mostro da cui dover scappare. Lo stesso episodio l'ha poi inserito nel libro.

Spero di avervi incuriosito parlando di Wonder perchè credo che sia davvero importante fare una lettura simile. Tutti i personaggi sono davvero imperdibili ed è bello ascoltare le loro esperienze con Auggie e le emozioni del protagonista stesso, che descrive in modo preciso ciò che sente. Mi raccomando, se lo leggerete voglio sapere le vostre impressioni! Non è un libro solo per far crescere i bambini, ma anche per far ragionare gli adulti.




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