Ormai ho capito che non mi piace solo raccontarvi l'opinione che mi sono fatta del libro che ho letto, ma che sento la necessità anche di riportare per iscritto il perché mi sono trovata a leggerlo e come abbiamo fatto a incontrarci. Non so, mi piace pensare che questo blog sarà visionabile per sempre e che potrò tra 30 anni ritornare qui e andarmi a leggere il perché e il come di un libro di cui magari non ricorderò assolutamente nulla. A voi non piacerebbe rileggervi e ritrovarvi tanti anni dopo? Una cosa del genere per me è elettrizzante!
Comunque, ho scelto di leggere Una lontana follia in modo abbastanza casuale. Non conoscevo Kate Morton e ora mi vorrei strozzare per questo, perché quest'autrice è un'abilissima scrittrice che chiunque ami le storie d'amore non può non conoscere!
In questo periodo potete trovare su altri blog le recensioni del suo ultimo libro, La donna del ritratto, che mi hanno piacevolmente incuriosita. Ma cercando nella mia solita biblioteca virtuale non ho trovato quest'ultimo lavoro bensì tutti gli altri. Dalle varie trame quello che mi ha colpito di più è stato proprio questo, e devo dire che mai scelta più casuale fu azzeccata!
Titolo: Una lontana follia (The distant hours)
Autrice: Kate Morton
Traduttrice: A. E. Giagheddu
Editore: Sperling&Kupfer
Anno di pubblicazione: 2011
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 563
Letto in formato ebook
Comunque, ho scelto di leggere Una lontana follia in modo abbastanza casuale. Non conoscevo Kate Morton e ora mi vorrei strozzare per questo, perché quest'autrice è un'abilissima scrittrice che chiunque ami le storie d'amore non può non conoscere!
In questo periodo potete trovare su altri blog le recensioni del suo ultimo libro, La donna del ritratto, che mi hanno piacevolmente incuriosita. Ma cercando nella mia solita biblioteca virtuale non ho trovato quest'ultimo lavoro bensì tutti gli altri. Dalle varie trame quello che mi ha colpito di più è stato proprio questo, e devo dire che mai scelta più casuale fu azzeccata!
Titolo: Una lontana follia (The distant hours)
Autrice: Kate Morton
Traduttrice: A. E. Giagheddu
Editore: Sperling&Kupfer
Anno di pubblicazione: 2011
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 563
Letto in formato ebook
La mia opinione
Edie Burchill ha un'anima appassionata e un bruciante amore per i libri. Forse per questo non capisce sua madre Meredith, una donna fredda, scostante e silenziosa, che ha passato una vita intera assorta in pensieri che solo lei conosce. Ma un giorno a casa Burchill arriva una lettera con il timbro di cinquant'anni prima: sulla busta, l'indirizzo di Milderhurst Castle, la dimora di campagna dove Meredith, sfollata da Londra, trovò accoglienza quando aveva tredici anni. Di fronte a quella lettera ingiallita dal tempo, Meredith è sconvolta. E la figlia comprende che sua madre nasconde un segreto. È così che Edie comincia un viaggio nel passato di quella donna che non ha mai conosciuto davvero; un viaggio che inizia proprio dall'imponente castello ormai in rovina, con il suo giardino vasto e impenetrabile, dove Meredith ha vissuto i giorni che hanno segnato il suo destino. Il castello è ancora abitato dalle tre figlie del famoso scrittore Raymond Blythe, allora giovani e bellissime, con una vita piena di promesse davanti a sé. Ma di quelle promesse la vita non ne ha mantenuta nessuna, e loro oggi non sono che tre ombre, prigioniere di una lontana follia, destinate a vagare senza pace tra i corridoi dell'antica dimora. Un luogo che, scoprirà Edie, porta impresso il ricordo di un incendio rovinoso, e di una morte che non ha mai trovato un senso. Solo immergendosi nei misteri di Milderhurst Castle, Edie potrà liberare sua madre da ciò che la opprime. Imparando, finalmente, a volerle bene.
Ogni tanto ripenso a quella borsa, e alle centinaia di missive d'amore, di bollette da pagare, di biglietti d'auguri, di letterine di bambini che mischiati insieme sussurravano i loro messaggi nell'oscurità. E aspettavano che qualcuno si accorgesse di loro. Sapete come si dice, vero? Una lettera trova sempre il suo lettore. Prima o poi, piaccia o no, le parole riescono in qualche modo ad arrivare alla luce, a svelare i loro segreti.