Nonostante il tempo per curare il mio blog sia sempre meno, per la lettura il tempo lo trovo sempre! Anzi, ho ritagliato uno spazio davvero bellissimo per questa mia passione di vita: una volta al mese partecipo ad un interessantissimo gruppo di lettura in una libreria indipendente della mia città! Fantastico, appassionante, coinvolgente... un'esperienza che è necessario fare una volta nella vita se si amano i libri.
In questo gruppo sto conoscendo diverse "personagge" (tutte donne), ognuna con una propria storia, tirata in ballo ad ogni occasione propizia (in tema con il libro in lettura), tutte cariche di sano cinismo, consigli di vita, battutacce sul mondo maschile, ma anche con una folle passione per i libri!
Fino ad ora avevo conosciuto persone di questo tipo solo qui nella nostra piccola e ben riparata blogosfera. Ma ora, frequentare persone REALI che non fanno altro che comprare libri, parlare di libri, sfogliare libri, cercare libri, volere libri... bé è un sogno divenuto realtà.
L'età delle partecipanti al gruppo di lettura è abbastanza vario, ma spiccano per sfrontatezza le 50-60enni, per equilibrio e assennatezza le 40enni (la libraia fa parte di questo gruppo) e le 30enni (come me), che siamo più simili a una cornice che a un vero e proprio dipinto, per il riserbo e l'inibizione allo scambio di opinioni... in pratica, ascoltiamo soltanto!
La lettura di giugno è stata "Breve storia amorosa dei vasi comunicanti" di Davide Mosca, un libro che a me è piaciuto molto ma che, sinceramente, non avrei neanche lontanamente intravisto se non mi fosse stato consigliato dalla libraia. Prima di tutto perché ha un titolo inoffensivo (a noi piacciono i titoli aggressivi ormai), poi perché il nome dell'autore non dice nulla (anche se avevo un omonimo alle superiori), la copertina è, sì carina, ma non spicca particolarmente per colori e soggetti, la trama è interessante ma c'è sempre un libro più interessante da scegliere da qualche altra parte. Però leggendolo ho scoperto un piccolo capolavoro!
In questo gruppo sto conoscendo diverse "personagge" (tutte donne), ognuna con una propria storia, tirata in ballo ad ogni occasione propizia (in tema con il libro in lettura), tutte cariche di sano cinismo, consigli di vita, battutacce sul mondo maschile, ma anche con una folle passione per i libri!
Fino ad ora avevo conosciuto persone di questo tipo solo qui nella nostra piccola e ben riparata blogosfera. Ma ora, frequentare persone REALI che non fanno altro che comprare libri, parlare di libri, sfogliare libri, cercare libri, volere libri... bé è un sogno divenuto realtà.
L'età delle partecipanti al gruppo di lettura è abbastanza vario, ma spiccano per sfrontatezza le 50-60enni, per equilibrio e assennatezza le 40enni (la libraia fa parte di questo gruppo) e le 30enni (come me), che siamo più simili a una cornice che a un vero e proprio dipinto, per il riserbo e l'inibizione allo scambio di opinioni... in pratica, ascoltiamo soltanto!
La lettura di giugno è stata "Breve storia amorosa dei vasi comunicanti" di Davide Mosca, un libro che a me è piaciuto molto ma che, sinceramente, non avrei neanche lontanamente intravisto se non mi fosse stato consigliato dalla libraia. Prima di tutto perché ha un titolo inoffensivo (a noi piacciono i titoli aggressivi ormai), poi perché il nome dell'autore non dice nulla (anche se avevo un omonimo alle superiori), la copertina è, sì carina, ma non spicca particolarmente per colori e soggetti, la trama è interessante ma c'è sempre un libro più interessante da scegliere da qualche altra parte. Però leggendolo ho scoperto un piccolo capolavoro!
Titolo: Breve storia amorosa dei vasi comunicanti
Autore: Davide Mosca
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa
Pagine: 208
Letto in formato cartaceo
***
Remo e Margherita sono giovani e smarriti, imprigionati entrambi in un corpo inospitale: lui soffre di bulimia, lei è anoressica. Almeno fino a quando non si imbattono l’uno nell’altra. E scoprono che insieme ci si può salvare.
Remo ha ventiquattro anni e l’ultimo trascorso è stato terribile. L’ha passato chiuso in casa, a mangiare senza sosta, ingrassando fino a superare i cento chili. Stanca della sua indolenza da fallito, la fidanzata l’ha pure lasciato. Una sera, in un bar che frequenta con dei vecchi amici, Remo conosce Margherita. Lei fa l’ultimo anno di liceo e di sera lavora nel ristorante di famiglia fino a tardi. È appassionata, curiosa, un po’ irascibile. Ed è bella, anche se pesa meno di quarantacinque chili.
Quella sera cominciano a parlare e da allora non smettono piú. Passeggiano sulla spiaggia d’inverno, inseguono la luce abbagliante della riviera ligure, si aprono l’un l’altra. Pian piano si innamorano, senza mai dirselo, forse senza neppure rendersene conto. La notte di Capodanno salgono sulla bilancia per la prima volta. Lui pesa settanta, lei cinquanta. Che sia l’inizio o la fine della storia, non importa a nessuno dei due.
***
Questa è una storia vera. L'autore, un libraio ligure, ha davvero subito le metamorfosi scritte nel libro ed è riuscito a salvarsi grazie all'amore per una ragazza con altrettanti disordini alimentari.
Breve storia amorosa dei vasi comunicanti è un romanzo ordinario e lineare, senza colpi di scena né vicende estreme o intense emozioni. Però mi è piaciuto perchè è scritto bene con uno stile fluido, conciso e diretto, che non fa perdere tempo al lettore ma lo porta dritto al punto di arrivo.
I personaggi, Remo e Margherita, sono anch'essi persone normali anche se vivono il cibo in modo problematico e dannoso per se stessi. Nonostante agli occhi degli altri siano strani e complicati, ed essi stessi fanno fatica a comprendersi, tra di loro nasce subito un'affinità molto forte. Senza accorgersene si innamorano e cominciano un percorso di guarigione sia mentale che fisico.
Remo è un ragazzo pacato, riflessivo, che cerca sempre di fare del suo meglio per salvare la situazione, che capisce le persone che ha intorno e non vuole dar fastidio a nessuno con la sua mole esagerata e la sua goffaggine. Per questo si è chiuso in casa da solo, crede di non avere posto nel mondo adesso che è grasso.
Margherita è invece una ragazza nervosa, sempre in movimento eppure fissa nelle sue idee sul cibo e nel controllo spasmodico delle calorie che ingurgita giornalmente. Con una coca light il suo corpo è sazio, ma il suo cuore è evidentemente bisognoso di qualcuno che si prenda cura di lei perché non appena conosce Remo ne diventa un gracile ma determinato satellite, in grado di smuovere i diversi strati di grasso del ragazzo per giungere in modo silenzioso alla sua forza di volontà e alla sua coscienza.
L'intento dell'autore è chiaro alla fine: non è una storia che vuole colpire nel segno, non vuole vincere il premio Strega e non vuole porre fine ai disturbi alimentari nel mondo. Davide Mosca sembra che abbia messo per iscritto la sua storia per potersela staccare un po' di dosso e guardarla dall'esterno, forse per giudicarla a distanza di anni dalle vicende narrate, oppure per averla sempre a portata di mano e rileggerla ogni tanto per ritrovare la forza interiore di quel periodo.
Di certo io non lo so con sicurezza, però mi ha fatto piacere conoscere un pezzo di vita così particolare di due persone a me sconosciute, con le quali non ho nulla in comune se non l'amore per la vita.
Questo libro credo di poterlo tranquillamente consigliare a coloro che sono in cerca di una lettura semplice, ma comunque in grado di stimolare qualche riflessione sulle persone affette da disturbi alimentari e sulla forza dell'amore, capace di scontrarsi con ogni più subdolo ostacolo insito in noi stessi e vincere!
Remo è un ragazzo pacato, riflessivo, che cerca sempre di fare del suo meglio per salvare la situazione, che capisce le persone che ha intorno e non vuole dar fastidio a nessuno con la sua mole esagerata e la sua goffaggine. Per questo si è chiuso in casa da solo, crede di non avere posto nel mondo adesso che è grasso.
Margherita è invece una ragazza nervosa, sempre in movimento eppure fissa nelle sue idee sul cibo e nel controllo spasmodico delle calorie che ingurgita giornalmente. Con una coca light il suo corpo è sazio, ma il suo cuore è evidentemente bisognoso di qualcuno che si prenda cura di lei perché non appena conosce Remo ne diventa un gracile ma determinato satellite, in grado di smuovere i diversi strati di grasso del ragazzo per giungere in modo silenzioso alla sua forza di volontà e alla sua coscienza.
L'intento dell'autore è chiaro alla fine: non è una storia che vuole colpire nel segno, non vuole vincere il premio Strega e non vuole porre fine ai disturbi alimentari nel mondo. Davide Mosca sembra che abbia messo per iscritto la sua storia per potersela staccare un po' di dosso e guardarla dall'esterno, forse per giudicarla a distanza di anni dalle vicende narrate, oppure per averla sempre a portata di mano e rileggerla ogni tanto per ritrovare la forza interiore di quel periodo.
Di certo io non lo so con sicurezza, però mi ha fatto piacere conoscere un pezzo di vita così particolare di due persone a me sconosciute, con le quali non ho nulla in comune se non l'amore per la vita.
Questo libro credo di poterlo tranquillamente consigliare a coloro che sono in cerca di una lettura semplice, ma comunque in grado di stimolare qualche riflessione sulle persone affette da disturbi alimentari e sulla forza dell'amore, capace di scontrarsi con ogni più subdolo ostacolo insito in noi stessi e vincere!