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venerdì 11 agosto 2017

recensione | I PASSI CHE CI SEPARANO

Buongiorno lettori avidi!
 Il romanzo che vi recensisco oggi mi è stato regalato attraverso un giveaway, nell'ormai remoto 2016, quando ancora ero attiva sui vostri bei blogghettini e venivo continuamente estratta a sorte per ricevere i premi dei concorsi! Fortunella che ero! Questo concorso l'aveva indetto Anna del blog Appunti di una giovane reader e, nonostante il tempo passato, le sono immensamente grata per questo bel romanzo!!! 💗



I passi che ci separano di Mirian Izaguirre pubblicato da Sperling&Kupfer nel febbraio 2016 traduzione a cura di Giulia Zavagna Pagina: 355 Genere: Romanzo letto in formato cartaceo


 



SINOSSI
Trieste, anni Venti. La bora, che sferza Trieste in certi periodi dell'anno, è un vento pieno di passione, violento e fugace, che piega i corpi e trasforma gli animi.
Salvador e Edita si conobbero lì un giorno di primavera del 1920, spinti dalla bora l'uno verso l'altra. Lei era nata a Lubiana e lui a Barcellona. Avevano vent'anni, l'età della follia. Ma Edita, bella e timida, era sposata e aveva una figlia, mentre l'unica cosa che possedeva Salvador era il suo lavoro nella bottega di un grande scultore, e il desiderio infinito di avere successo nella vita. Il vento sconvolse per sempre le loro esistenze, l'amore abbatté tutti i confini e le convenzioni. 
E solo la Storia, con la sua ferocia, avrebbe potuto dividerli.Barcellona, verso la fine degli anni Settanta. Salvador, ormai vecchio, vuole tornare a Trieste, dove aveva creduto di poter essere felice. Insieme a Marina, la giovane donna che lo accompagna, Salvador fa un viaggio nella memoria, raccontando del suo antico amore: di un parco in riva al mare, di lenzuola stropicciate e corpi abbracciati la mattina tardi, di un'attesa lungo i binari della stazione, di una colpa terribile e di un capolavoro del Rinascimento. 
Delle persecuzioni e dei segreti che si porta dietro da cinquant'anni. È un viaggio lungo, e ogni passo è importante. Perché è un passo in cerca del futuro.

lunedì 17 luglio 2017

recensione | L'isola di Alice

Buongiornoooooo lettori del lunedì mattina!!!
Cavoli ero da un po' che non scrivevo ma vi assicuro che con questo caldo ho perso tutta la voglia di fare qualsiasi cosa al di fuori delle normali faccende quotidiane!! Oggi si sta proprio bene invece e spero che anche voi stiate bene e che la voglia di leggere vi accompagni sempre. Io devo dire che non riesco proprio a trovare un passatempo migliore della lettura. Se fa caldo, se fa freddo, se stai male o se te le hanno fatte girare...un libro è sempre quel che ci vuole!

Il romanzo che vi recensisco oggi è stata una lettura SURPRISE, nel senso che non mi aspettavo di imbattermi in un libro tanto bello senza che me accorgessi! La scelta dell'Isola di Alice è avvenuta senza particolare attenzione alla cover, che è abbastanza anonima e ancora adesso che scrivo non so esattamente come sia (!!), alla trama, a cui ho dato un'occhiata veloce ma in realtà non mi ricordo di averlo fatto, e ad altre caratteristiche che di solito mi colpiscono molto di più.
Sono andata alla ceca insomma. Mi serviva un ebook da leggere e il fatto che ci fosse il termine "isola" nel titolo mi è bastato!! Va a capire la mente umana!
Già dalle prime pagine mi sono entusiasmata e ho seguito la storia letteralmente col fiato sospeso! È stato il classico amore a prima lettura! Vediamo se dalla mia recensione può piacere anche a voi!


lunedì 13 marzo 2017

Bogtour 4° tappa | VOGLIO SOLO TE di Susy Tomasiello - Recensione

Buon lunedì carissimi lettori!
Mi piace quando i lunedì cominciano con qualcosa di speciale!!! Se siete qui perchè state seguendo il blog tour dedicato al nuovo romanzo di Susy, immagino che siate anche voi molto incuriositi dalla trama e dall'impressione di altri lettori come voi! Ebbene... oggi il mio compito sarà proprio quello di parlarvi della mia lettura di Voglio solo te e dell'opinione che mi sono fatta. Se siete comodi, cominciamo!!


Voglio solo te di Susy Tomasiello pubblicato da La Sirena Edizione il 6 febbraio 2017 Genere: Romance Pagine: 250 letto in formato ebook

Sinossi
Samantha è bella, ricca e appartiene a una famiglia potente. Dylan è un ragazzo solare, ha un cuore d’oro e una gran forza d’animo. Il loro sembra un amore da favola, ma nella loro favola senza non essere previsto un lieto fine. E lei lo abbandona. Dopo quattro anni però Samantha bussa alla sua porta e tutte le convinzioni di Dylan svaniscono perché lei torna con una bambina che giura, essere anche sua figlia. Anche per lei non è facile. Nasconde un grande segreto dietro la sua scelta di lasciare Dylan ed è convinta di meritare tutto il suo risentimento, ma non può fare a meno di sperare che la presenza della piccola Mary addolcisca l’uomo e lo renda più disponibile nei loro confronti. Perché lui è l’unico che possa salvarle.


Recensione
Samantha è una madre single che ama profondamente la sua adorata figlioletta Mary. La ama così tanto da ritornare dal suo vecchio amore, Dylan, per chiedergli l'aiuto che lei non può dare alla bambina. Dylan, da subito felice alla notizia di essere padre già da 4 anni, non riesce a perdonare Sam di averlo lasciato in modo gelido senza avergli dato l'opportunità di conoscere la figlia. Ciò nonostante, il tempo passato con lei fa affiorare vecchi sentimenti sopiti e riesce a spingere ancora una volta l'uno nelle braccia dell'altro. La loro felicità è però continuamente ostacolata, e ancora una volta sembra che il lieto fine non riesca a fare capolino nella loro vita. 

La storia è raccontata in prima persona da Sam e Dylan. I loro punti di vista si intersecano e ogni tanto, sopratutto in relazione al passato, corrono su due binari paralleli. L'autrice infatti mantiene la storia su due angolazioni cronologiche: il prima e il dopo
Il prima si riferisce alla vita felice e spensierata dei due fidanzati a scuola, quando gli amici, il ballo scolastico e le prime volte erano i soli problemi della coppia. Il dopo, invece, racconta la vita di Dylan, un bellissimo ragazzo con un ottima posizione lavorativa, una bella casa e un grande vuoto nel cuore; e di Sam una giovane donna attraente, con una figlia piccola, un lavoro sottopagato e senza nessuno che si occupi di lei. 

Impossibile non affezionarsi a Samantha, alla piccola Mary e poi a Dylan. Tutti e 3 i personaggi principali entrano nel cuore del lettore per la loro umiltà, la loro dolcezza e la bontà che emanano, e che mi ha fatto commuovere in più occasioni. Gli antagonisti non mancano e, rispetto alla normalità dei primi tre, sono inaspettatamente più minacciosi, dannosi e pericolosi. 

Lo stile di Susy, come ho già potuto notare qui, è lineare, semplice e di facile lettura. Nel complesso prevale il discorso indiretto, nonostante siano presenti anche molti dialoghi efficaci alla per la comprensione delle situazioni. Le descrizioni degli ambienti e dei personaggi sono brevi e concise. I loro caratteri si definiscono principalmente attraverso le parole, i pensieri e le azioni dei personaggi. 

Voglio solo te è in apparenza un semplice romanzo rosa, molto facile da leggere e comprendere, ma che all'interno tratta di molteplici e importanti tematiche. Quella centrale è sicuramente l'amore, con i suoi alti e bassi, con contraddizioni e divergenze. C'è l'amore tra uomo e donna, quello vero e benefico di Sam e Dylan, ma anche quello malato che dà solo dolore e sofferenza. C'è l'amore totalizzante per i figli, quello dolce e carezzevole per Mary, ma anche distaccato e opportunista da parte di un padre ricco e impietoso.

In tutto questo spicca la tematica più importante e forse quella più saliente, visti i tempi che corrono: la violenza sulle donne. Un po' tutto il romanzo ne è pregno. C'è la violenza psicologica e c'è quella fisica. L'autrice ne parla in modo tenue, nonostante alcune intense scene, ma la forza del messaggio di sostegno e partecipazione arriva diretta al lettore attento.

È un romanzo più completo rispetto ai libri precedenti di Susy, che mi ha molto colpita per la sua maggiore raffinatezza stilistica. Non so se sia merito del lavoro personale dell'autrice o della casa editrice, ma è evidente la crescita. Ve lo consiglio senza alcun dubbio quindi, anche solo per apprezzarne la delicatezza e la tenerezza. 
Brava Susy!! Anche questa volta mi hai toccata profondamente!😍



Ma adesso è ora di parlare del blogtour, di cui qui sotto troverete le prossime tappe: 


Domani non perdetevi l'intervista di Susy sul blog Il salotto del gatto Libraio
Alla fine di tutte le tappe chi lascerà un commento con la rispettiva email, potrebbe vincere una copia digitale che cerca casa.

REGOLE DI PARTECIPAZIONE:

1. Diventare lettori fissi di tutti i blog partecipanti.

2. Mettere mi piace sulla pagina dell’autrice.

3. Lasciare l'indirizzo mail per essere contattati.

4. Condividere l'evento e taggare almeno due persone 


Spero che la recensione vi sia piaciuta, spero che continuate a partecipare e a commentare...Spero vi divertiate!!!😀 
Buon proseguimento a tutti!



venerdì 10 marzo 2017

l'amore raccontato da un angelo | recensione di AVRÒ CURA DI TE

AUGURI carissime lettrici💜
Sono un po' in ritardo per farveli, in effetti, ma chi dice che si fanno solo l'8 marzo?! Bisognerebbe celebrare la donna ogni giorno per ciò che è, ciò che fa e per le ingiustizie che ancora è costretta a subire tutti i giorni!! Per tutte queste ragioni (e per il fatto che non sono riuscita a farlo prima) stasera vi posto la recensione di un libro che parla dell'amore in tutte le sue forme, ed ha come protagonista principale una donna complicata...un po' come tutte noi insomma! 😎
È un libro che mi ha letteralmente stregata e che è stato per me una ricca fonte d'ispirazione! Ditemi voi che ne pensate!



Avrò cura di te ✦ di M. Gramellini e C. Gamberale ✦ pubblicato dalla Longanesi ✦ nel novembre 2014 ✦ Genere: Narrativa italiana ✦ Pagine: 208 ✦ letto in formato cartaceo


SINOSSI
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un'anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l'ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L'angelo ha un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce dell'interiorità prima che dell'aldilà, sia possibile silenziare la testa e l'istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso. 




Un tradimento uccide soltanto gli amori già morti
Quelli che non uccide a volte diventano immortali.

Chiara Gamberale e Massimo Gramellini: un'autrice e un autore a me sconosciuti ma di cui ho sentito molto parlare, in bene e in male. In Avrò cura di te smettono i panni degli scrittori per diventare Giò e Filèmone in un dialogo epistolare davvero particolare incentrato sull'amore.

Gioconda, detta Giò, è una donna di 35 anni, la cui vita matrimoniale è da poco naufragata. Si ritrova così, sola e disperata, a vivere nella casa dei suoi adorati nonni, da poco morti, ma da sempre esempio dell'amore vero e fedele che lei avrebbe voluto vivere insieme a Leonardo. La notte di San Valentino, Giò trova in un vecchio cassetto una lettera di ringraziamento della nonna destinata al suo angelo custode. Per dare sfogo alla sua frustrazione, anche lei si cimenta nello scrivere un biglietto al suo fantomatico angelo. Piena di sarcasmo e speranze disilluse, Giò lascia la lettera nel cassetto della nonna credendo che poco o nulla di magico possa accadere. E invece l'angelo risponde e si presenta: Filèmone. E la rassicura «Avrò cura di te». 

Ti sei mai chiesta perché le corde suonano, Giò? Fanno resistenza alla pressione. E’ da quella resistenza che nasce la musica. Come nella vita: è dalla capacità di resistere alla pressione che nascerà la tua musica migliore.

Comincia così la corrispondenza tra l'Angelo e la custodita: ironica, commovente, romantica e riflessiva. Piano piano scopriamo la storia di Giò, la sua incapacità di fidarsi del prossimo, l'insicurezza in se stessa, l'incomunicabilità con il padre, la diffidenza verso le scelte della madre e l'incomprensione della vita extra coniugale dell'amica. E poi  c'è Leonardo, il problematico ex marito che Giò non è riuscita ad ascoltare e ad amare. 

I botta e risposta tra Giò e Filèmone sono stati per me illuminanti e ricchi di molti spunti di riflessione. Giò è la classica ragazza con molti dubbi sull'amore e sulla vita, per nulla convinta che qualcosa di bello possa capitarle. Sarà Filèmone, però, ricordando la sua esperienza di umano, a riportarla sulla giusta strada della felicità cercando di farle comprendere le sue debolezze e il suo valore.

Solo chi si vuole bene è capace di volerne anche al prossimo.

I colpi di scena non mancano, la trama è originale e lo stile veloce, stimolante e gioioso. La parte interpretata da Gramellini è forse quella più significativa e apprezzabile. Il suo modo di raccontare è candido, soave, senza giudizi, né luoghi comuni o frasi fatte. Forse c'è un'eccessiva sdolcinatezza di fondo, ma personalmente ha reso la mia lettura più positiva e benefica per l'umore. 
Avrete sicuramente capito che questo romanzo mi è piaciuto molto e che ve lo consiglio caldamente, sopratutto se siete in uno di quei momenti in cui avete bisogno di dolcezze e tenerezze! 

L’amore perfetto non esiste: quello reale è la somma di tante imperfezioni.

Ma c'è un però... devo ammettere che il finale mi ha un po' fatta trasecolare. Alla fine non ho sentito grande empatia con Giò, e la sua scelta finale ne è la prova perchè non mi sono riconosciuta per nulla nelle sue scelte. Comunque, Chiara Gamberale è stata una bella scoperta, così come Gramellini. Continuerò a seguirli!



Ogni essere umano è un eroe. E l'eroe combatte sempre per tornare a casa. Potrebbe restarci fin dall'inizio, ma l'intuito gli suggerisce che per amare le sue radici in maniera consapevole dovrà prima lasciarle, dimenticarle, addirittura rinnegarle, per poi iniziare a struggersi nel ricordo e, superata la prova della lontananza, decidere in piena libertà di farvi ritorno. Soltanto allora sarà in grado di apprezzare ciò che già possedeva, ma non era in grado di comprendere. Il tesoro che cerchi si trova dove sei, ma come faresti a saperlo se non andassi a cercarlo da qualche altra parte?













lunedì 27 febbraio 2017

recensione | LE VERGINI SUICIDE di Jeffrey Eugenides

Buon lunedì cari lettori!
Era da più di una settimana che non recensivo e la colpa è di questo libro che, finito di leggere già da un po', non riuscivo a scriverne un'opinione! Alla fine, qualcosa è venuto fuori. Spero solo che con questa opinione riesca a farvi capire se il romanzo sia di vostro gradimento oppure no! Andiamo al sodo!




Le vergini suicide ✦ di Jeffrey Eugenides ✦ 1° pubblicazione nel 1993 ✦ edito in Italia da Mondadori ✦ nel 2003 ✦ traduzione di Cristina Stella ✦ Genere: Narrativa contemporanea ✦ Pagine: 266 ✦ letto in formato ebook

SINOSSI
Un narratore "collettivo", voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent'anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle Lisbon, oggetto proibito della loro adolescenza, avvolte in un'aura di mistero che la tragica fine comune - si sono tutte tolte la vita nel breve spazio di un anno - ha fissato per sempre. Nella memoria di questi antichi, tenacissimi spasimanti, esse divengono il simbolo di una possibilità remota e perduta: l'irruzione di un fremito ignoto nel mondo tranquillo, ordinario, opprimente dell'America suburbana degli anni Settanta. Il libro segna l'esordio folgorante di uno scrittore poco più che trentenne, ma già padrone di uno stile e di un universo letterario affatto personali.





Un libro che comincia dalla fine:




La mattina che si uccise anche l’ultima figlia dei Lisbon (stavolta toccava a Mary: sonniferi, come Therese) i due infermieri del pronto soccorso entrarono in casa sapendo con esattezza dove si trovavano il cassetto dei coltelli, il forno a gas e la trave del seminterrato a cui si poteva annodare una corda. 




Le vergini suicide racconta l'ossessione di un gruppo di ragazzi , che 20 anni dopo, ricordano gli oggetti del loro desiderio adolescenziale, le 5 sorelle Lisbon. I ragazzi rivivono i tempi della scuola quando le sorelle, una ad una, si tolsero la vita nella loro casa paterna. Perchè un gesto tanto eclatante?

Nel corso della storia, i ricordi affiorano alla mente di molti personaggi che conobbero di persona le ragazze o che ebbero con loro pochi o rari incontri. Le testimonianze, raccolte dai ragazzi, ormai uomini, sono tante e tra loro tutte correlate, infatti solo grazie a queste riusciamo ad ottenere un quadro - quasi - completo sulla vita delle sorelle Lisbon. 

Dico quasi perchè, chi racconta non è un narratore onnisciente...tutt'altro. Per come vengono descritte, le 5 protagoniste femminili rimangono lontane dal lettore, come se fossero al di là di una finestra sempre chiusa impossibile da aprire. 
Difficile quindi interagire con loro: sono ormai passate a miglior vita e i flashback che le riportano tra i mortali, le descrivono come ragazze simili ad angeli, intoccabili ed inarrivabili. Persino i timidi compagni di classe non si sentono alla loro altezza. Per questo sviluppano quella sorta di morbosità che ci accompagna per tutto il libro.

Tuttavia, il non poter accedere direttamente alle ragazze non solo le allontana dalla nostra capacità di capirle, rendercele simpatiche/antipatiche, empatizzare con loro, ma impedisce anche di non comprendere a pieno il loro suicidio. Perchè le sorelle si sono tolte la vita? I narratori non danno risposta certa, ma riportano ciò che la gente del luogo pensava: una gioventù vissuta male, un tempo storico sbagliato, pensieri malvagi, una situazione familiare divenuta stretta, un modo per non vivere tempi peggiori.



 Con il passare del tempo la gente scordò i motivi personali che potevano averle indotte a quel gesto, le reazioni psicogene, i neurotrasmettitori carenti, per attribuire la loro morte alla capacità di prevedere la rovina. La gente ravvisava quella chiaroveggenza nello sterminio degli olmi, nella luce inclemente del sole, nel declino ininterrotto della nostra industria automobilistica.
  



Alla fine non resta che farsi una idea propria. Ma è proprio questo che vuole l'autore: Eugenides decide di sganciare subito la bomba dei suicidi e poi lasciare che la mente del lettore vada alla pazza ricerca di un capro espiatorio, un significato qualunque che spieghi perchè è successo. 
Alla fine, io stessa mi sono chiesta: «Ma questo romanzo vuole davvero raccontare qualcosa?». Risposta, non ne sono sicura! Lo scopo del libro manca un po' di senso, come un senso non si riesce a dare alle 5 vergine suicide! Forse questo è il collegamento?

Tutto il romanzo è impregnato da diversi riferimenti. Quello che più mi ha colpita è la reinterpretazione della Lolita di NabokovInfatti il personaggio di Lux, la sorella più desiderata e desiderabile (impersonata da una giovanissima Kristen Dunst nel film), simboleggia le principali ossessioni adolescenziali e la sessualità implicita, di cui tutto il romanzo è costituito. Un aspetto che rende ancora più tragica questa storia, che non posso non consigliarvi di leggere almeno una volta nella vita.

Lo stile dell'autore è stato interessante da scoprire. In alcune situazioni finali forse troppo descrittivo, ma principalmente molto incisivo e malinconico.  

Vi avverto, non è un libro che definirei capolavoro assoluto, ma a distanza di qualche giorno dalla fine della sua lettura, ho sentito che era una lettura obbligata. Un classico che rimarrà nella storia della letteratura proprio per questa sua drammaticità e inconsistenza pedagogica.








venerdì 17 febbraio 2017

recensione | LA PARANZA DEI BAMBINI di ROBERTO SAVIANO

Buon venerdì a tutti!
Oggi ho proprio voglia di recensirvi un genere particolare, che su Gli Alberi ancora non aveva fatto la sua comparsa. Se conoscete Saviano sapete di quale letteratura parlo: il romanzo di formazione, o meglio, d'inchiesta. Queste sono le categorie che ho trovato in giro, ma a dire la verità non parlerei assolutamente di formazione, ma solo di narrativa d'inchiesta, quella attraverso la quale l'autore denuncia delle problematiche sociali di cui è stato testimone. È il primo libro di Saviano che leggo per intero. Gomorra l'ho iniziato e interrotto per 3 volte, complice lo stile che non mi trasmetteva molto. 
La paranza dei bambini, invece, nonostante non si discosti molto dal primo libro in quanto a stile, l'ho terminato in pochi giorni e ne sono rimasta molto colpita. Spero con la mia recensione di riuscire a trasmettervi le mie sensazioni e a descrivervi bene il carattere di questo romanzo! Non lo reputo troppo facile!



La paranza dei bambini ✦ di Roberto Saviano ✦ edito da Feltrinelli ✦ il 10 novembre 2016 ✦ Genere: Romanzo d'inchiesta ✦ Pagine: 347 ✦ letto in formato ebook 





SINOSSI
La paranza dei bambini è la storia di un gruppo di adolescenti decisi a conquistare Napoli. Un gruppo di fuoco – una paranza, appunto. Ragazzini che sfrecciando sugli scooter e sparando all’impazzata con pistole semiautomatiche e AK47 controllano strade e quartieri. Ragazzini che non hanno paura né del carcere né della morte, perché sanno che l’unica possibilità a loro disposizione è giocarsi subito la vita. “I soldi li ha chi se li prende, non chi sta ad aspettare che qualcuno glieli dia.” Paranza è nome che viene dal mare: sono “le barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce”. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze “ingannate dalla luce”, e di morti che producono morti. Roberto Saviano dà vita a un grande romanzo di innocenza e sopraffazione: crudo, violento, senza scampo.







Questo genere di recensioni non le trovo semplici  scontate da scrivere, perchè vanno al di là della normale lettura che si può fare con altri romanzi come gli YA o NY o robe così. Per me, leggere romanzi contemporanei vuol dire passare il tempo in modo tranquillo e non troppo impegnato. Invece, quando leggo i saggi, o anche i classici, mi sforzo di comprendere bene ogni parola, perchè reputo questo genere di libri importanti per la mia crescita personale!
La paranza dei bambini è a metà tra il saggio e il commerciale. Infatti, nel parlarvene, voglio sicuramente analizzare personaggi, trama e stile narrativo, ma credo che sia sopratutto importante fare un discorso più generale della storia.

La paranza dei bambini non è altro che un gruppo di adolescenti che, attraverso azioni, pensieri e comportamenti, rivendicano un proprio legame con la camorra. Conosciamo così Nicolas e i suoi "sgherri", che cercano di farsi spazio nel mondo mafioso, che credono sia quello più giusto, più figo, più adatto a fare tanti soldi e subito.



Allora sei tu ‘o Maraja?
– Nicolas Fiorillo…
– Appunto, ‘o Maraja
è importante come ti chiamano. È più importante il soprannome del nome, lo sai?
Nicolas, nome d'arte 'o Maraja, vive nell'attesa di diventare il capo dei capi, il boss mafioso per eccellenza. La sua è una lunga strada, lo vede da sé. Nessuno può prendere sul serio un ragazzino di 16 anni con mire tanto alte. Tutti alla fine passano dall'essere una comune e giovane paranza: rapinare poveri commercianti rassegnati; possedere un'arma e usarla ogni tanto giusto per far vedere chi comanda; essere messo dietro le sbarre e poi uscire per passare la vita sotto qualche boss della zona che chiede il pizzo. Ma solo chi ammazza per davvero ha la stoffa del comandante.





Non ho mai visto nessun comandante che non ha fatto mai 'nu piezzo. 
Ti do un consiglio Marajà: il primo che ti dà fastidio, 
prendi e vallo a sparare, ma da solo.

Maraja, Briato’, Tucano, Dentino, Drago’, Lollipop, Pesce Moscio, Stavodicendo, Drone, Biscottino, ... Questa è la storia della loro educazione e della loro crescita: cruenta, spietata, feroce ma anche desiderata e ostentata. Non esiste il passaggio dall'infanzia al mondo degli adulti per questi ragazzi. Un giorno vanno a scuola e il giorno dopo usano le mitragliette su pedoni inermi, per poi ascoltare l'eco delle loro missioni al telegiornale.
Sparano alle teste di chi deve pagare per un errore commesso, ma poi abbracciano le fidanzatine guardando il cielo e sussurrando alle loro orecchie Ti amo fino alle stelle

Quella di Nicolas è un'ascesa violenta ma calcolata nei minimi dettagli. È lui che sprona la paranza a colpire sempre più nel centro della camorra per fare colpo sulle persone che contano. Ma arrivato in punta si comincia a scendere. La discesa è ripida e da lì non si torna più indietro. Un ragazzino non sa che questo è il perverso gioco della vita e che a pagare per gli errori commessi sono sempre coloro a cui si vuole bene.

Dopo essere arrivata alla fine del romanzo, non ho potuto dimenticare la storia di bambini che non conoscono infanzia, futuro, innocenza, spontaneità. La paranza dei bambini macchia l'idea generale d'infanzia. Sono rimasta scioccata e schifata dalla possibilità di una realtà sociale simile, ma sono anche riuscita ad immedesimarmi nell'ossessione di prevaricazione e aggressività tanto cara a Nicolas per la sua corsa al potere. Alla fine, non si possono amare personaggi del genere, ma se l'autore è bravo riesce comunque a creare un legame con il lettore. Con me ci è riuscito benissimo!

Ho adorato l'uso del dialetto: un modo particolare per creare un collegamento più saldo tra lettore e protagonisti. Luoghi e persone sono quasi per niente descritti; al contrario, lo sono i sentimenti, le emozioni e i pensieri dei personaggi. Quindi si viene a conoscenza di tutto ciò che passa per la testa dei ragazzi: perchè si comportano in determinati modi e il loro vero modo d'essere! Sono spietati, incoscienti e ingiusti, ma dietro alla loro corazza ci sono ragazzini come tanti, che amano giocare alla play, chiudersi in camera per parlare con un fratellino o inventarsi qualcosa di galante per le fidanzate. Sembra strano ma un po' ci si affeziona a loro. 

Lo stile di Saviano passa in secondo piano con una storia così, ma mi è piaciuto e lo consiglio perchè mi ha tenuta incollata al libro, ha trattato di temi importanti, che è bene conoscere, e toccato le corde giuste per apprezzarlo completamente!



Esistono i fottitori e fottuti, null'altro. Esistono in ogni posto e sono sempre esistiti. I fottitori da qualunque condizione cercano di avere un vantaggio, che sia una cena offerta, un passaggio gratuito, una donna da portar via a un altro, una gara da vincere. I fottuti in qualsiasi condizione prenderanno il peggio.








mercoledì 1 febbraio 2017

recensione | LA RIVA VERDE di Adriana Assini

Buon mercoledì a tutti!
Spero come sempre di trovarvi bene. Quest'oggi cerco di recensirvi un libro originale, delizioso e che, neanche a dirsi, mi è piaciuto davvero tantissimo. Una storia ben diversa dalle ultime letture e uno stile particolare, difficile da descrivere ma eccezionale da leggere, con un tono quasi fiabesco. 
Spero di conquistarvi con la mia recensione. So per certo che ad alcune di voi la lettura di questo libro piacerebbe molto!


💗Ringrazio di cuore Scrittura&Scritture per avermi inviato il libro



La Riva Verde ✦ di Adriana Assini ✦ edito da Scrittura&Scritture ✦ nel 2014 Genere: Romanzo storico ✦ Pagine: 184 ✦ letto in formato cartaceo


  SINOSSI
Bruges, 1379. Sullo sfondo dello scisma d’Occidente, in piena guerra dei Cent’anni e in mezzo alle contese tra tintori del rosso e tintori del blu, le dame della Compagnia della Conocchia si riuniscono ogni notte in gran segreto. Un nugolo di donne che, per sfuggire alla tirannia maschile, sfida la sorte per coltivare un diverso sapere, foriero di sciagure. Tra loro, Greta du Glay, additata come la fattucchiera, e Rose, innamorata di Robin, un tintore del rosso, ma imminente sposa di un tintore del blu.
Sulle due corporazioni, da sempre rivali, d’improvviso piomba lo scompiglio, allontanando più d’una dalla Compagnia della Conocchia.
Il sospetto di un assassinio e una fuga inaspettata agiteranno ancor di più le acque della Riva Verde. 


Siamo nel 1379, a Bruges, una città delle Fiandre occidentali, centro europeo dei commerci delle lane, dove imperversano le lotte di mestiere tra tintori, infierisce la Guerra dei Cent'anni e nasce il mito di Giovanna D'Arco. Proprio sull'onta di questo episodio, misogino e bigotto, si inserisce la storia conduttrice del romanzo. 
8 donne fanno del loro meglio per non soccombere al loro triste ruolo di figlie fardello per padri disinteressati e serve senza valore per mariti padroni. RoseAlixGretaMargotYsengrineSebileEmmeline e Anne formano la Compagnia della Conocchia che...



...da Natale alla Candelora, vedeva riunite un nugolo di matrone solitamente dedite al fuso. Convivi notturni, convivi nascosti. Nati chissà quando dall'intraprendenza di alcune donne ansiose di sfuggire all'isolamento e all'ignoranza. Si tramandavano di madre in figlia e servivano per scambiarsi rimedi, credenze e segreti che una congrega riportava sulla pergamena. E che tutte chiamavano i Vangeli.




evangeliste, quindi, ribelli e coraggiose, che sognano un mondo costruito a regola d'arte per se stesse e per le proprie necessità, troppo spesso calpestate, e sfidano le avvilenti convenzioni religiose e sociali del tempo pur di ottenerlo. 

Il paradiso tanto agognato dalle brave donne è oltre la riva verde. Là, un meraviglioso regno muliebre...dove non circolano né uomini, né preti, le attende. Ma la riva verde è anche il luogo dove s'incontrano i due giovani innamorati: Rose e Robin. Lei figlia di un tintore del blu e promessa sposa a un operaio al soldo di suo padre; lui tintore del rosso e costretto a fuggire lontano perchè sospettato meschinamente di omicidio. Ma l'amore è più forte e sa attendere paziente perchè, come scrive il ragazzo, non c'è Robin senza Rose

Personaggi intraprendenti e ben abbozzati, che rivelano quel tanto che basta per amarli o detestarli. Inutile dire che si patteggia per le donne e il loro desiderio di evadere. Riusciranno ad ottenere la tanto agognata libertà? Non lo sapremo. Il finale lascia presagire un dolce futuro, ma siamo in pieno Medioevo e l'imprevedibilità è la parola d'ordine, sopratutto per la donna.

Nonostante la trama mi abbia incantata, ciò che fa davvero la differenza è lo stile dell'autrice: asciutto e lineare, ma anche complesso e ricco di termini ricercati, dimostra di conoscere bene il tempo di cui scrive senza mai rendere la narrazione pesante o le descrizioni troppo dettagliate. 

I colori, poi, sono uno degli elementi fondamentali nel libro. A loro sono dedicati le lotte tra tintori, la copertina e il titolo del romanzo, le descrizione del tempo, dei luoghi e delle emozioni. Impossibile non vederne l'importanza volutamente assegnata ai colori da parte dell'autrice. Leggendo un po' di Adriana Assini, però, è inequivocabile questo connubio: non è infatti una semplice scrittrice ma anche una brava pittrice, che mette colore in ciò che racconta. 

Mentre leggevo questo libro pensavo a tutte le amiche a cui l'avrei voluto regalare e a chi l'avrebbe apprezzato come ho fatto io. La Riva verde non è solo una storia d'amore e d'amicizia, ma è sopratutto un inno alla solidarietà femminile: sentimento di cui ce n'è sempre stato bisogno, ma che per una cosa o per un'altra non è mai stato abbastanza. In questo romanzo ho visto sopratutto questo. E se siete del mio stesso parere lo amerete di sicuro! 😉


  

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