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lunedì 3 febbraio 2020

Recensione | Storia della nostra scomparsa di Jing-Jing Lee



Non c'è proprio limite all'orrore umano e questo libro ne è un'ulteriore prova. 
Non conoscevo la storia delle donne comfort, e non preoccupatevi troppo se non la conoscevate neanche voi: le forze politiche giapponesi hanno fatto in modo che non trapelassero troppe informazioni a riguardo pure nei loro territori! Poi, come sempre, c'è la paura e la vergogna delle vittime, che vengono sopraffatte, di nuovo, dall'ignoranza della gente e quindi isolate e ridotte al silenzio. 
Il risultato è una grave omissione storica, l'assenza di giustizia per chi ha subito i soprusi, l'incomprensione e l'inconsapevolezza generale.
Per il Giorno della Memoria è normale e giusto leggere dell'Olocausto degli ebrei, dei campi di concentramento, dei soprusi dei nazisti e dei fascisti, ma proprio perché è un giorno del ricordo è importante non dimenticare tutti gli altri
In questo post vi racconto la mia lettura e ciò che ho provato nel leggerla.





Titolo: Storia della nostra scomparsa
Autrice:Jing-Jing Lee
Traduzione di S. Tummolini
Categoria: Narrativa asiatica
Casa editrice: Fazi
Anno di pubblicazione: gennaio 2020
Pagine: 399
Prezzo: 9.00 € Ebook - 14.45 € Brossura






Questa è la storia delle comfort women


Wang Di è una ragazza di 16 anni, molto povera, che vive con i suoi genitori e i suoi due fratelli in un villaggio vicino Singapore, dove sopravvivono vendendo uova e verdura del loro misero orto. La guerra è una pallida cornice nelle vite arrangiate di queste famiglie, che mandano a scuola i maschi ma non le femmine.


Mi ricordai con quanta sufficienza mio padre aveva detto che le figlie tocca darle via, mentre il nome della sua famiglia, per fortuna, sarebbe continuato con Yang e Meng. Per i miei genitori - specie nei momenti di massima disperazione e povertà - ero sempre stata inutile. E a disposizione.

lunedì 2 dicembre 2019

Recensione | L'ultima settimana di settembre di Lorenzo Licalzi



Pietro Rinaldi è uno scrittore ormai vecchio, vedovo, incurante degli altri, in conflitto con la vita. Decide quindi di uscire di scena a modo suo, suicidandosi, e lasciando ai suoi lettori una sorta di testamento letterario sotto forma di lettera. Preferisce finire i suoi giorni quando ancora è in grado di badare a se stesso e non aspettare la morte con le mani in mano magari finendo su una sedia a rotelle. Nel momento stabilito, quando sta per ingoiare il mix letale che lo ucciderà, suonano alla porta mandando all'aria il suo scrupoloso piano.

L'ultima settimana di Settembre, di Lorenzo Licalzi edito da Bur, è un viaggio fisico per portare il giovane Diego verso la sua nuova vita e Pietro, il vecchio scrittore inacidito, verso il destino che si è scelto. Ma è anche un viaggio emozionale di un nonno e di un nipote, che cominciano a conoscersi un po' tardi, quando troppe cose sono cambiate e troppi sono i rimpianti nel cuore. Eppure non è mai tardi per scoprire quanto la vita può ancora riservarci delle sorprese e delle belle giornate, che possono ridare il sorriso a chi ha perso tutto e la gioia di vivere a chi ha perso la speranza.


...con la mia presunzione di giudicare tutti stupidi, avevo giudicato un po' stupido anche Diego. Però in questi giorni di convivenza forzata, avevo capito che era un ragazzo in gamba, che sapeva osservare. Era ancora nel suo bozzolo, ma presto sarebbe diventato una farfalla, ne ero certo.

Finito di leggere il libro l'ho chiuso col dispiacere nel cuore. L'avventura con Pietro, Diego e il tenero cagnolone Sid era conclusa. Mi sarebbero mancati tantissimo. È stato bello viaggiare nella Dea senza il tettuccio, da Genova a Roma, con il vento tra i capelli, il sarcasmo pungente di Pietro, i silenzi imbarazzati tra nonno e nipote, i luoghi dei ricordi e l'insospettabile tenerezza che cresceva km dopo km.

Ho aspettato un po' prima di cominciare a leggere questo libro. Mi è stato consigliato da un'amica libraria, ma chi mi ha convinto maggiormente è stato il marito che con le parole davvero intenso ha dato una maggiore spinta, anche se in quel momento non mi trovavo in una fase da libro intenso. La curiosità però era tanta e alla fine è stata ben ripagata.

Ho riso molto, ho pianto e mi sono commossa. Basta questo per fare di un libro un piccolo capolavoro da leggere almeno una volta nella vita, da ricordare e consigliare. Ma è anche merito dello stile dell'autore se L'ultima settimana di settembre è quel che è. La penna di Lorenzo Licalzi mi è piaciuta immediatamente perché ha un modo di scrivere e di raccontare che cattura fin dalla prima pagina. Divertente, ironico, coinvolgente e imprevedibile sono gli ingredienti che mi hanno fatto innamorare di questa lettura. 

I personaggi sono unici e inimitabili, soprattutto Pietro, un uomo burbero, astioso e amareggiato da tutto ciò che lo circonda. I suoi dialoghi e le sue riflessioni sono argute, spiritose al limite dello sbellicarsi e brillanti.


Diciamo che non sopporto certe categorie di lettori... Intanto quelli che dicono che un libro gli ha cambiato la vita, e lo dicono convinti, perché se ti fai cambiare la vita da un libro sei un imbecille. Un libro al massimo può lasciare una traccia, ti può emozionare, far ridere, far piangere, ti ci puoi identificare...

L'ultima settimana di settembre è un romanzo di vita e di formazione. Sia a 80 anni, come Pietro, che a 15 come Diego si può imparare e si può cambiare. La vita non è mai facile, ma avere al proprio fianco le persone giuste farà diventare le difficoltà delle prove di crescita e di rinascita. 

Questo romanzo è una lettura adatta a tutti. Da leggere assolutamente, soprattutto in questo periodo dell'anno dove la bontà e il calore familiare dovrebbero essere i maggiori protagonisti! 

Titolo: L'ultima settimana di settembre
Autore: Lorenzo Licalzi
Editore: BUR
Pubblicato ad Agosto 2015
Genere: Narrativa italiana
Pagine: 300




L'abitudine è una brutta bestia, solo apparentemente mansueta: è una bestia che ti tira sempre nella stessa direzione e che spesso ti fa compiere scelte sbagliate o non ti fa vedere soluzioni a un problema che invece, magari, sarebbero a portata di mano. Perché l'abitudine cristallizza i nostri comportamenti e ci fa credere che un minimo scarto dal solco profondo che ha tracciato sia una cosa fuori dal mondo, perché il mondo diventa, per colpa dell'abitudine, soltanto quel solco dentro il quale ci fa camminare. p.143

lunedì 28 ottobre 2019

Recensione | Il sesso inutile di Oriana Fallaci



Il nome di Oriana Fallaci evoca in me grande rispetto e l'immagine di una donna forte, molto forte, che ne ha viste e fatte tante. Una donna che ha vissuto in un altro tempo, dove lavorare, viaggiare da sola, trattare con uomini potenti e scrivere le proprie opinioni a crudo, non era scontato come lo è oggi. Eppure si tratta solo della metà dell'altro secolo, ma Oriana è diventata una sorta di mito, qui e anche oltreoceano, un modello da seguire, uno spirito-guida a cui guardano nuove e vecchie generazioni di donne che vorrebbero dire la loro così come faceva lei, in modo spietato, senza peli sulla lingua, senza aver paura di alzare un po' troppo la voce.


Titolo: Il sesso inutile
Autrice: Oriana Fallaci
Editore: Rizzoli (BUR)
Anno di pubblicazione: 1961
Genere: Saggio-Inchiesta
Pagine: 219
Letto in formato Ebook




L'ho scelto perché...

Ragionavo quindi sul prossimo libro che avrei letto (un momento ricco di turbamento e di esaltazione ogni volta) e cercavo di capire quali sensazioni mi crescessero in quella parte del corpo che comanda questo genere di scelta, il cuore (sembra un'immagine puramente poetica, invece è proprio da lì che arrivano gli input per scegliere cosa leggere). Optare per un libro della Fallaci è sicuramente dovuto al fatto che volevo qualcosa di impegnato e impegnativo, che mi desse delle conoscenze in più e che mi facesse ragionare sulla società di oggi. 

lunedì 30 settembre 2019

Recensione | Così allegre senza nessun motivo di Rossana Campo

Titolo: Così allegre senza nessun motivo
Autrice: Rossana Campo
Genere: Narrativa italiana
Pubblicato il 5 giugno 2019
Editore: Bompiani
Pagine: 192
Prezzo: € 17,00








"𝕀𝕆 P𝔸R𝕃𝕆, 𝕀𝕆 𝕃𝕆𝕋𝕋𝕆, 𝕀𝕆 𝕊𝕆N𝕆"

lunedì 9 settembre 2019

Recensione | Volevo solo essere te di Ariel



Lungi da me pensare di abbandonare il blog! Non lo pensavo e non pensatelo! Ma ho deciso di non prendermela a male se sarò ancora meno costante di prima. Era da parecchi giorni però che pensavo al mio ritorno qui con qualche recensione e non ho potuto aspettare oltre per parlarvi di una gran scoperta emergente, l'autrice e blogger Ariel di L'angolo di Ariel. Poco tempo fa aveva dato notizia di essere arrivata finalista al concorso ILMIOLIBRO2018 col suo ultimo romanzo, Volevo solo essere te. Bè, dopo aver letto la trama ed avermi incuriosita non poco, ho deciso di leggerlo. E bè, dopo averlo letto e averci riflettuto su qualche giorno, ho deciso che questo libro dev'essere fatto conoscere!!




Titolo Volevo solo essere te
Autrice Ariel
Pubblicato da Self-publisher
Il 17 luglio 2019
Genere Thriller
Letto in Ebook









*** COSA HO LETTO...

Fingere di essere qualcuno è un modo che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo adottato per stare meglio con noi stessi, per evadere da una realtà scomoda, o per prendere le sembianze di un'altra persona, a nostro giudizio, migliore. Comportarsi così non è certo un'azione condannabile in sé, ma cosa succede se per colpa di alcune coincidenze, rischiamo di mandare in galera colei a cui volevamo tanto assomigliare?

Poche pagine servono per capire che Giada soffre di un grave senso di inferiorità nei confronti di sua sorella Ambra, che è sempre stata la più bella, la più brava, più intelligente, la più intraprendente, la più infaticabile...
Difficile competere con una tale forza della natura. Per questo Giada si è arresa all'evidenza di essere l'eterna seconda, anche in amore visto che il suo fidanzato ha deciso di sposare Ambra e non lei. Ma quando incontra Angelo, decide che non ne può più di mettersi da parte e stare solo a guardare. Capisce che per avere una qualche possibilità con quel ragazzo incontrato dal nulla deve smettere di essere se stessa e diventare sua sorella. Solo così potrà ottenere qualcosa per sé.

Ma la situazione sfugge al suo controllo. Angelo viene assassinatop prima del loro appuntamento e le accuse ricadono tutte sulla ragazza che da tempo intratteneva una corrispondenza con la vittima: la dolce, bella, intelligente, perfetta Ambra.
Solo Giada sa che sua sorella non c'entra nulla, ma dire la verità può costarle davvero caro. 
Contro ogni possibilità di successo, comincia a indagare sulla morte del ragazzo e sulla vita delle persone intorno a lui, scoprendo verità scomode, segreti di famiglia inconfessabili e personalità a lungo rimaste nell'ombra.

〰〰〰〰〰〰

***COSA NE PENSO SINCERAMENTE...

Quando ho deciso di intraprendere questa lettura non sapevo bene cosa aspettarmi. Sapevo che era la creazione di una giovane autrice self, di una blogger che seguo da anni e a cui sono anche affezionata, le cui potenzialità avevo già cominciato a scoprire con un altro romanzo, poi lasciato stupidamente a metà (giuro che lo riprenderò!!). 

Volevo solo essere te è un thriller caratterizzato da ottima suspence e da una trama davvero ben congeniata. Cominciando a leggerlo, mai si potrebbe pensare a cosa ci condurrà l'autrice. E anche una volta superata la metà del libro, non c'è indizio o un particolare sfuggito che possa far trapelare il vero colpevole.
"Oh cavolo" è quello che ho esclamato alla fine, presa com'ero dallo stupore e dalla sincera ammirazione per Ariel, che ha saputo davvero colpirmi. 

Che poi la vera sorpresa è sempre e solo una quando si ha a che fare con un autore emergente: ma davvero hai saputo creare un romanzo simile?! E perché sei ancora "emergente" scusa?!
Pensiamo che i libri belli siano quelli nelle librerie, quelli che ce l'hanno fatta! Che "essere emergente" o "self-publisher" sia una sorta di condanna sociale all'eterno oblio amazoniano e niente più. Invece le librerie o le classifiche che tutti amiamo spulciare potrebbero tranquillamente essere il degno trampolino di lancio per un libro come questo. Certo, qualche limatura qua e là ci sta, non si nasce con indosso un vestito perfettamente su misura, per quello esistono i sarti. Nel caso di un libro, ci sono gli editor che tanto bene adattano un testo al gusto di una determinata fascia di lettori, e nel caso di Volevo solo essere te, dopo una rapida sistemata al testo, lo vedrei bene a guardarci dallo scaffale di una libreria (meglio se indipendente) o dalla newsletter mensile di Ibs, per cui vado matta :)

Detto questo, vi invito alla lettura del nuovo romanzo di Ariel se: vi piacciono le storie che sanno stuzzicare il vostro interesse fino alla fine, se siete stufi di essere sempre consigliati dalle classifiche e volete ogni tanto usare la vostra testa, se semplicemente volete poi tornare qui per darmi ragione su quello che ho scritto 😄

Complimenti Ariel💜






lunedì 22 luglio 2019

Recensione| Breve storia amorosa dei vasi comunicanti di Davide Mosca



Nonostante il tempo per curare il mio blog sia sempre meno, per la lettura il tempo lo trovo sempre! Anzi, ho ritagliato uno spazio davvero bellissimo per questa mia passione di vita: una volta al mese partecipo ad un interessantissimo gruppo di lettura in una libreria indipendente della mia città! Fantastico, appassionante, coinvolgente... un'esperienza che è necessario fare una volta nella vita se si amano i libri. 
In questo gruppo sto conoscendo diverse "personagge" (tutte donne), ognuna con una propria storia, tirata in ballo ad ogni occasione propizia (in tema con il libro in lettura), tutte cariche di sano cinismo, consigli di vita, battutacce sul mondo maschile, ma anche con una folle passione per i libri! 
Fino ad ora avevo conosciuto persone di questo tipo solo qui nella nostra piccola e ben riparata blogosfera. Ma ora, frequentare persone REALI che non fanno altro che comprare libri, parlare di libri, sfogliare libri, cercare libri, volere libri... bé è un sogno divenuto realtà. 
L'età delle partecipanti al gruppo di lettura è abbastanza vario, ma spiccano per sfrontatezza le 50-60enni, per equilibrio e assennatezza le 40enni (la libraia fa parte di questo gruppo) e le 30enni (come me), che siamo più simili a una cornice che a un vero e proprio dipinto, per il riserbo e l'inibizione allo scambio di opinioni... in pratica, ascoltiamo soltanto!

La lettura di giugno è stata "Breve storia amorosa dei vasi comunicanti" di Davide Mosca, un libro che a me è piaciuto molto ma che, sinceramente, non avrei neanche lontanamente intravisto se non mi fosse stato consigliato dalla libraia. Prima di tutto perché ha un titolo inoffensivo (a noi piacciono i titoli aggressivi ormai), poi perché il nome dell'autore non dice nulla (anche se avevo un omonimo alle superiori), la copertina è, sì carina, ma non spicca particolarmente per colori e soggetti, la trama è interessante ma c'è sempre un libro più interessante da scegliere da qualche altra parte. Però leggendolo ho scoperto un piccolo capolavoro!




Titolo: Breve storia amorosa dei vasi comunicanti
Autore: Davide Mosca
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa
Pagine: 208
Letto in formato cartaceo









***


Remo e Margherita sono giovani e smarriti, imprigionati entrambi in un corpo inospitale: lui soffre di bulimia, lei è anoressica. Almeno fino a quando non si imbattono l’uno nell’altra. E scoprono che insieme ci si può salvare.

Remo ha ventiquattro anni e l’ultimo trascorso è stato terribile. L’ha passato chiuso in casa, a mangiare senza sosta, ingrassando fino a superare i cento chili. Stanca della sua indolenza da fallito, la fidanzata l’ha pure lasciato. Una sera, in un bar che frequenta con dei vecchi amici, Remo conosce Margherita. Lei fa l’ultimo anno di liceo e di sera lavora nel ristorante di famiglia fino a tardi. È appassionata, curiosa, un po’ irascibile. Ed è bella, anche se pesa meno di quarantacinque chili. 

Quella sera cominciano a parlare e da allora non smettono piú. Passeggiano sulla spiaggia d’inverno, inseguono la luce abbagliante della riviera ligure, si aprono l’un l’altra. Pian piano si innamorano, senza mai dirselo, forse senza neppure rendersene conto. La notte di Capodanno salgono sulla bilancia per la prima volta. Lui pesa settanta, lei cinquanta. Che sia l’inizio o la fine della storia, non importa a nessuno dei due.

***

Questa è una storia vera. L'autore, un libraio ligure, ha davvero subito le metamorfosi scritte nel libro ed è riuscito a salvarsi grazie all'amore per una ragazza con altrettanti disordini alimentari.
Breve storia amorosa dei vasi comunicanti è un romanzo ordinario e lineare, senza colpi di scena né vicende estreme o intense emozioni. Però mi è piaciuto perchè è scritto bene con uno stile fluido, conciso e diretto, che non fa perdere tempo al lettore ma lo porta dritto al punto di arrivo.

I personaggi, Remo e Margherita, sono anch'essi persone normali anche se vivono il cibo in modo problematico e dannoso per se stessi. Nonostante agli occhi degli altri siano strani e complicati, ed essi stessi fanno fatica a comprendersi, tra di loro nasce subito un'affinità molto forte. Senza accorgersene si innamorano e cominciano un percorso di guarigione sia mentale che fisico.

Remo è un ragazzo pacato, riflessivo, che cerca sempre di fare del suo meglio per salvare la situazione, che capisce le persone che ha intorno e non vuole dar fastidio a nessuno con la sua mole esagerata e la sua goffaggine. Per questo si è chiuso in casa da solo, crede di non avere posto nel mondo adesso che è grasso.

Margherita è invece una ragazza nervosa, sempre in movimento eppure fissa nelle sue idee sul cibo e nel controllo spasmodico delle calorie che ingurgita giornalmente. Con una coca light il suo corpo è sazio, ma il suo cuore è evidentemente bisognoso di qualcuno che si prenda cura di lei perché non appena conosce Remo ne diventa un gracile ma determinato satellite, in grado di smuovere i diversi strati di grasso del ragazzo per giungere in modo silenzioso alla sua forza di volontà e alla sua coscienza. 

L'intento dell'autore è chiaro alla fine: non è una storia che vuole​ colpire nel segno, non vuole vincere il premio Strega e non vuole porre fine ai disturbi alimentari nel mondo. Davide Mosca sembra che abbia messo per iscritto la sua storia per potersela staccare un po' di dosso e guardarla dall'esterno, forse per giudicarla a distanza di anni dalle vicende narrate, oppure per averla sempre a portata di mano e rileggerla ogni tanto per ritrovare la forza interiore di quel periodo. 

Di certo io non lo so con sicurezza, però mi ha fatto piacere conoscere un pezzo di vita così particolare di due persone a me sconosciute, con le quali non ho nulla in comune se non l'amore per la vita. 

Questo libro credo di poterlo tranquillamente consigliare a coloro che sono in cerca di una lettura semplice, ma comunque in grado di stimolare qualche riflessione sulle persone affette da disturbi alimentari e sulla forza dell'amore, capace di scontrarsi con ogni più subdolo ostacolo insito in noi stessi e vincere!



lunedì 1 luglio 2019

Recensione | I Leoni di Sicilia di Stefania Auci



Benritrovati amici lettori!
Mi sono presa una pausa nel mese di giugno (solo dalla scrittura e non dalla lettura ovviamente) e oggi ritorno di nuovo, più carica, per parlarvi di un libro che sta facendo il giro del mondo.  

Finalmente riesco a recuperare una recensione che mi premeva scrivere per farvi sapere la mia opinione su un nuovo caso editoriale italiano, I leoni di Sicilia di Stefania Auci, già ampiamente conosciuto e apprezzato all'estero. 
Ho amato davvero tanto questa lettura e il perché è semplice: non solo è ben scritto, con personaggi forti a cui è facile abituarsi fin dalle prime righe, ma è anche paragonabile come intensità di trama a un'altra saga italiana molto conosciuta qui e altrove, L'amica geniale della Ferrante. Quindi mettetevi comodi per un'altra delle mie recensioni entusiastiche!





Titolo: I leoni di Sicilia
Autrice: Stefania Auci
Editore: Editrice Nord
Genere: Saga familiare/Narrativa italiana
Pagine: 436
Pubblicato il 6 maggio 2019





Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione… 

E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo in tutta Europa… 

In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell’ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e – sebbene non lo possano ammettere – hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, iche sacrifica tutto – compreso l’amore – per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.

***

"I Leoni di Sicilia" è giunto nelle mie mani grazie a IBS che mi ha selezionata per ricevere una copia gratuita in anteprima. Non me lo aspettavo proprio, e per questo la sorpresa è stata ancora più incredibile. 
Come tutti i libri che mi ispirano, anche di questo non ho voluto leggere la trama, quindi l'ho cominciato sapendo solo che avevo tra le mani un libro apprezzatissimo, che parlava di una famiglia siciliana importante. 
Non sapere nulla della lettura che ho tra le mani è una cosa che mi affascina e che mi fa salire grandi brividi di eccitazione lungo le braccia. 
Tutti però sappiamo che tanta aspettativa
rischia poi di deludere. Invece no, questa volta il carico di lungimiranti previsioni e utopistiche fantasticherie è stato ampiamente soddisfatto!! 

Ho iniziato a leggere... poi ho cominiato a immaginare... 
alla fine mi ci sono trovata dentro. 

La storia dei Florio comincia con Paolo e Ignazio, due fratelli irrequieti ma anche molto determinati, che si prodigano fino allo sfinimento nell'aromateria di Via dei Materassai, a Palermo, come speziali. Da un piccolo negozietto umido e malconcio, il nome di Casa Florio diverrà il marchio di fabbrica di una delle più famose famiglie industriali italiane del XX secolo.

Partendo dalla vendita delle spezie, poi dello zolfo, acquisendo terreni e proprietà dell'ormai stantia nobiltà palermitana, passando dalla metallurgia alle tonnare fino al rilancio del Marsala, il vino dei poveri, Paolo, Ignazio e infine Vincenzo fanno valere il loro diritto al benessere, all'abbandonaza economica e alla scalata sociale. Seppur l'invidia e le rivalità concorreranno invano a fermare tutto questo, Palermo dovrà fare i conti con la cieca ambizione degli uomini Florio e il loro oscuro carisma.

Al loro fianco due donne forti: Giuseppina, moglie di Paolo, femmina caparbia ancorata alla sua terra d'origine con le unghia e con i denti, vittima per tutta la vita delle scelte dei suoi tre uomini, è un personaggio che si fatica ad amare, ma su cui alla fine prevarrà la più totale compassione.
Giulia è invece la donna di Vincenzo, la milanese, colei per cui il detto "dietro a un grande uomo c'è una grande donna" calza a pennello. Un personaggio di cui avrei voluto sapere molto di più, ma che per ragioni narrative e storiche non era possibile approfondire.

Il primo volume della duologia dedicata ai Florio mi ha molto colpita, sia per la facilità d'immedesimazione con le emozioni dei personaggi, soprattutto con l'entrata in scena di Vincenzo, sia per la seducente storia familiare e storica relamente accaduta. Certo, qualcosa di inventato c'è, ma il romanzo fonda la sua esistenza su ciò che veramente successe durante tutto l'800 in Sicilia: le insurrezioni popolari, la discesa dei nobili a beneficio della borghesia, le discontinue dominazioni borboniche...

Nulla è lasciato al caso dall'autrice. Il ritmo di lettura è stato per me incalzante fin dalle prime pagine, le numerose citazioni in dialetto per nulla fastidiose anzi davvero azzeccate, i personaggi indimenticabili, le descrizioni suggestive. Se non si è ancora capito, "I Leoni di Sicilia" è immediatamente entrato a far parte nel manipolo dei miei romanzi preferiti. Lo stile coinvolgente di Stefania Auci ha tratteggiato un intreccio sorprendente, che mi ha saputo trascinare al suo interno e dal quale non mi sarei più voluta sottrarre. Per questo motivo aspetto con ansia il secondo volume della saga che, vi anticipo, vedrà in azione il figlio di Vincenzo e la rovinosa discesa dei Florio. Non vedo l'ora!


Fatemi sapere cosa ne pensate di questo libro! 
Come procede la vostra estate? 


giovedì 2 maggio 2019

Recensione | La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola di Raphaelle Giordano



Ci sono libri che non hanno bisogno di avere troppe presentazioni, nè grande risonanza tra blogger e lettori per catturare l'attenzione. La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola è un titolo che di per sé già fa capire tutto: diamo troppo per scontata la nostra esistenza e proseguiamo sulla strada che ci troviamo di fronte senza accorgerci di tutte le possibili direzioni di cui disponiamo se solo girassimo la testa. Ma arriva un momento in cui ci accorgiamo che la terra sotto i nostri piedi comincia a sbriciolarsi e diviene necessario raccogliere le proprie forze per tirarsi su, per salvarsi. Questo libro parla di come è riuscita una donna a capire che di vita ne aveva una sola e non doveva sprecarla.  



Titolo: La tua seconda vita comincia 
quando capisci di averne una sola
Aurice: Raphaelle Giordano
Traduttrice: Sara Arena
Editore: Garzanti
Prima pubblicazione: 2015
Genere: Narrativa francese
Pagine: 215
Prezzo cartaceo: 16,90€ 



La mia opinione

Ci sono giornate in cui tutto va storto. È così per Camille, quando sotto un incredibile diluvio si trova con l’auto in panne e senza la possibilità di chiamare nessuno. Tutte le sfortune del mondo sembrano concentrarsi su di lei. Ma Camille non sa che quello è il giorno che cambierà il suo destino per sempre. 
Un uomo le offre il suo aiuto. Si chiama Claude, e si presenta come un «ambasciatore della felicità». Le dice che lui è in grado di dare una svolta alla vita delle persone. Camille sulle prime non dà peso alle sue parole. Eppure, riscoprire la bellezza delle piccole cose renderebbe tutto più facile: l’aiuterebbe ad andare di nuovo d’accordo con il figlio ribelle e a ritrovare la sintonia di un tempo con il marito.

Così decide di ricontattare Claude e di seguire le sue indicazioni. Per liberarsi delle caratteristiche negative c’è ogni giorno un semplice esercizio da compiere, un piccolo passo alla volta: ripercorrere le sensazioni di un momento felice, guardarsi allo specchio e farsi dei complimenti, contare tutte le volte che ci si lamenta durante la giornata. A volte basta solo ringraziare per quello che di buono accade, dal profumo del caffè la mattina a una realizzazione personale. 

Camille comincia a mettere in pratica questi consigli, e intorno e dentro di lei qualcosa succede. Con il sorriso sulle labbra, non è più così difficile parlare con suo figlio e riscoprire con suo marito i motivi per cui si erano scelti. 
Ma c’è una cosa ancora più importante che Camille ha imparato: non c’è felicità se non la si divide con qualcuno. Questo è davvero l’ultimo tassello per fare di ogni giorno un giorno speciale, di ogni istante un istante da ricordare.


"La capacità di essere felici si allena, si rafforza giorno dopo giorno. Basta rivedere il proprio sistema di valori, rieducare il nostro sguardo sulla vita e sugli eventi. Ma a volte c’è bisogno di un aiuto. Di un ambasciatore della felicità, diciamo"


Cadere nell'abitudine è un attimo, abituarsi pressocché la norma, venirne fuori difficile! Ecco perché Camille, la protagonista, chiede aiuto a un abitudinologo...! Credo che tutti noi avremmo bisogno di una persona in grado di aprirci gli occhi sulle nostre possibilità sopite e di indirizzarci, col solo potere delle parole, a cambiare le abitudini che ci disturbano e che ci tengono schiavi a delle situazioni sbagliate e spesso nocive. Magari a volte non ce ne accorgiamo neanche, ma dentro di noi i disagi crescono per poi diventare delle bombe a orologeria pronte a innescarsi in un momento qualsiasi, spesso in concomitanza ad altre situazioni problematiche.

L'autrice ha disseminato i vari capitoli di numerosi esercizi pratici e altrettante riflessioni per aiutare il lettore a intraprendere la strada per una guarigione emotiva cosi come accade a Camille. 
Com'era ovvio ho preso molti appunti, anche se alla fine del libro c'è un facile riepilogo, per poter seguire passo per passo i diversi esercizi e arrivare a una svolta esistenziale e poter vivere ogni giorno in modo felice, pieno di gratitudine e soddisfazioni.

Seguire gli insegnamenti non è semplice e immediato, bisogna mettersi in gioco, guardarsi dentro e fare i conti con le proprie paure. La parte più difficile è sicuramente quella di essere costanti e di impegnarsi tutti i giorni, tutto il giorno, affinchè la visione della vita migliori in tutti i suoi aspetti

Funziona? Leggendo questo libro si può ritrovare la propria dimensione zen e sopraelevarsi dal torpore quotidiano che ci affossa inesorabilemente? Secondo me sì! Alla fine i consigli dell'abitudinologo sono abbastanza logici nel loro insieme, ad esempio:


- ringraziare ogni giorno per ciò che si ha
- smettere di compiangersi
- esprimere le proprie contrarietà quando si presentano dei dissidi
- annotarsi tutto ciò che di positivo capita nella giornata per poi recuperare le sensazioni associate
- essere creativi in amore per poter recuperare il rapporto con il proprio partner
- capire i propri errori e non accusare gli altri
...

I consigli per ritrovare se stessi e la parte romanzata del libro, che vede passo passo una Camille sempre più sicura, avventurosa e di successo, mi hanno conquistata e fatto apprezzare tantissimo questa lettura che consiglio un po' a tutti quelli che sentono il bisogno di una spinta per cambiare qualcosa nella propria vita. 

Questo libro vuole, alla fin fine, far comprendere l'importanza di imparare a prendere di petto ciò che ci succede, senza aspettare che qualcuno o qualcosa ci salvi, a vedere il lato bello della vita, e non quello brutto, a vivere le giornate con energia e a mettersi in gioco affinché i propri sogni si realizzino. 
Solo lavorando su di sé e scoprendo che, le proprie fragilità se affrontate diventano dei punti di forza, è possibile riacquistare fiducia e sicurezza e vivere la vita in modo più sereno.



venerdì 15 marzo 2019

Recensione | La valle delle meraviglie di Amy Tan



Buongiorno!
É da diverse settimane che non mi faccio vedere sul mio bloghettino, ma nulla di grave solo una brutta influenza che mi ha davvero messa a terra. Finalmente sono guarita, o quasi, e posso di nuovo passare il mio tempo libero al computer e non a dormire!! 
Anche se non stata bene il tempo per leggere non mi è mancato, ma delle varie letture fatte non ho messo per iscritto neanche una parola. Il romanzo che vi recensisco oggi è di un libro letto quasi un mese fa, ma volevo parlarvene non tanto perché mi ha emozionato quanto perché non l'ha fatto! E si, le brutte letture capitano a volte anche a me, ma di rado! Questa non è stata terribile ma neanche fantastica. 




Titolo: La valle delle meraviglie
Autrice: Amy Tan
Editore: Salani
Genere: Romanzo storico




Trama

"Questa è la storia di Violet, figlia di Lulu, tenutaria di una “casa di piaceri” di lusso nella Shangai del 1905. Lulu è americana e single, mentre il padre di Violet è Lu Shing, famoso pittore erede di una ricca famiglia cinese. 

Violet, capricciosa e viziata, convinta che la madre non la ami abbastanza, vive nel lusso finché a 14 anni un avventuriero – amante della madre – la rapirà per venderla a un’altra casa di piaceri come “cortigiana vergine”. Violet dovrà adattarsi alla sua nuova vita con l’aiuto di Zucca Magica, ex cortigiana presso sua madre che diventa la sua assistente e unica confidente e alleata. Questa sarà solo la prima delle tante rivoluzioni che Violet subirà nel corso della sua vita, in un susseguirsi di scoperte, delusioni, cambiamenti e nuovi amori.

Spaziando tra oltre 40 anni di Storia e due continenti, La valle delle meraviglie descrive anche da un nuovo punto di vista la fine dell’ultima dinastia imperiale cinese, l’avvento della Repubblica, l’esplosione degli investimenti stranieri e molto altro ancora.

La mia opinione

La valle delle Meraviglie è una storia che mi ha fatto scoprire fatti e persone realmente esistiti che ignoravo per la lontananza geografica, e forse anche per l'ignoranza generale. Leggendo mi sono commossa, arrabbiata e orripilata dalla crudeltà con la quale sono state trattate donne e bambine nella Shangai dei primi anni del '900. Conoscevo le Geishe, anche grazie al famoso romanzo Memorie di una Geisha, e sapevo che erano donne che fin da giovanissime venivano istruite in tutto e per tutto per soddisfare il piacere maschile, anche se non proprio a livello sessuale come poi si è scoperto.

In questo romanzo però non si parla di geishe ma di un altro tipo di "prostituzione femminile". Nelle case di piacere di lusso, le "bellezze", ovvero le cortigiane, vengono anch'esse educate al culto dell'uomo fin dalla più tenera età, ma qui il sesso è una parte importante del rapporto tra cortigiana e cliente, soprattutto perchè i frequentatori di queste case non sono solo giapponesi, più placidi e composti, ma anche e soprattutto ricchi stranieri americani, abituati ad avere dalle donne tutto e subito. 

Tuttavia, nelle lussuose case di piacere in cui è cresciuta Violet, la protagonista principale, l'uomo deve saper aspettare, corteggiare, lusingare con regali costosi e rispettare rigide regole di bon ton prima di poter avere una cortigiana. 

La deflorazione di Violet avviene un anno dopo la sua entrata - forzata - nella casa di piacere di Madame Li. La lunga e travagliata preparazione mentale della ragazza di appena 14 anni avviene per fortuna in modo non traumatico dalla brava e generosa Zucca Magica, una cortigiana ormai "anziana", decisa a diventare lei stessa una tenutaria di una casa di piacere.

Violet, traumatizzata e umiliata dalla separazione della madre, diventa una donna forte, ma costantemente in conflitto con se stessa: metà americana e metà cinese imparerà solo col tempo ad apprezzare entrambe le sue origini e ad esserne orgogliosa. 

In una Shanghai di traffici, mafie e corruzione, Violet diventerà una cortigiana corteggiatissima e di grande successo, ma come ogni adolescente sognerà di incontrare l’amore…

In questo romanzo, l'autrice affronta molti temi interessanti, dalla forza dell’amicizia fra donne a quello della doppia identità, al commovente rapporto madre-figlia.

Lo stile di Amy Tan non è stato male! Sicuramente è una storia coinvolgente e racconta bene sia il pensiero di Violet che gli eventi politici della Cina, ma non mi ha appassionato come avrei sperato. Le peripezie di Violet si susseguono imperterrite diventando a volte un po' inverosimili. GLi eventi politici sono troppi specifici per un europeo che non ha la minima idea di che cosa si stia parlando. 

In certi casi avrei voluto che l narrazione accelerasse, altre che rallentasse perché troppo veloce. Insomma, questa è e sarà la mia prima e unica lettura di quest'autrice perché non è riuscita a entusiasmarmi come altri romanzi sono riusciti a fare.


Ma questo non vuol dire che a qualcuno di voi non possa piacere!! Quindi se avete da aggiungere altro perché conoscete Amy Tan, o, se nonostante tutto, questo libro vi interessa fatemelo sapere!


lunedì 28 gennaio 2019

Recensione | Il giardino dei segreti di Kate Morton



Sbaglio o vi avevo detto che ero in periodo romance/mistery? E infatti eccomi qui di nuovo a recensire una storia d'amore della Morton, autrice che ho conosciuto solo poco tempo fa ma che di fatto mi ha stregato come solo la Elena Ferrante aveva saputo fare! Stavolta mi sono ributtata su un suo romanzo spinta dagli appassionati consigli di diverse blogger e anche per poter partecipare alla sfida di lettura annuale di Gaia del blog Le parole segrete. Il tema della prima sfida voleva che si leggesse un libro la cui lettura era stata rimandata a quest'anno. Ho scelto Il giardino dei segreti perché inizialmente era il libro che mi era stato consigliato per conoscere la Morton, ma poi avevo virato su un altro suo romanzo.
Comunque sia, sono stata di nuovo testimone di una lettura davvero affascinante e meravigliosamente scritta e sviluppata, che mi ha fatto sognare a occhi aperti e immedesimarmi alla perfezione con la protagonista. Non so se riuscirò a rendere giustizia a questo libro con la recensione, però ci provo😉






Titolo: Il giardino dei segreti 
Autrice: Kate Morton
Editore: Sperling&Kupfer
1° edizione: 2008
1° edizione italiana: 2010
Genere: Narrativa/Avventura
Pagine: 590
Letto in formato ebook









La mia opinione

È il 1913 e sulla costa dell'Inghilterra una nave è pronta a salpare per l'Australia: a bordo, tra i passeggeri in cerca di fortuna e i rudi marinai intenti alle manovre, una bambina di quattro anni, Neil, stringe il prezioso libro di favole che le ha regalato la misteriosa Autrice, Eliza Makepeace. Che dovrebbe prendersi cura di lei, ma l'abbandona sul ponte. Distratta dalle attenzioni di un bimbo più grande che la invita a giocare, Neil non si accorge che il rombo dei motori si fa più incalzante, e la nave lascia il molo diretta verso il mare aperto. Dopo una traversata che sembra infinita, quando il transatlantico arriva a destinazione, la piccola si ritrova sperduta nel porto di Maryborough: è smarrita, non ricorda il suo nome e tutto ciò che le è rimasto è una valigina bianca che contiene qualche vestito e quel bellissimo libro di fiabe. Per Hugh, il capitano del porto, quella delicata creatura pare piovuta dal cielo, a consolare lui e la moglie della loro sterilità. Da quel momento sarà sua figlia. Solo la sera del suo ventunesimo compleanno Neil apprende dal padre il segreto delle sue origini e la sua vita cambia per sempre.

In un primo momento ci innamoriamo della piccola e dolce Nell con un radioso futuro davanti a sé, per poi ritrovarla subito dopo già adulta, una nonna un po' scontrosa e assente, alla ricerca quasi ossessiva della sua vera famiglia. Ma nonostante la ricerca duri una vita, questa non basta, ed ecco che un'eredità così pesante viene lasciata a sua nipote, Cassandra, la seconda donna di questa storia a cui mi sono affezionata per la forza di carattere e per un passato difficile, che le ha lasciato grandi traumi.

Cassandra decide di ripercorrere a ritroso i passi della nonna, nella bella e malinconica Cornovaglia, per svelare il mistero delle sue origini e capire così perché una bambina di 4 anni venne abbandonata su una nave e da chi. In questo modo viene alla scoperta dell'esistenza dell'Autrice, una donna vissuta a inizio '900, conosciuta per le sue bellissime fiabe per bambini, ma legata a Cassandra e a Nell in modo molto più stretto di quel che sembra.

Comincia così un'avventura di suspense e mistero raccontata da tre diversi punti di vista: da Cassandra ai giorni nostri, da Nell negli anni '70, e dall'Autrice a inizio XX secolo. Tre diverse epoche storiche collegate da oscuri segreti e legami di parentela che troveranno un soluzione solo nelle ultime pagine.

Non ho fatto alcuna difficoltà a seguire tutte e tre le voci, con i diversi cambi di scena e le diverse personalità in rilievo. Chi ho amato di più? Impossibile scegliere. La Morton è abilissima nel creare un forte legame tra il lettore e il personaggio. Cassandra, Nell ed Eliza sono diverse una dall'altra e vivono situazioni molto differenti, ma dire quale di queste sia la più interessante è quasi impossibile. 

Certo, vivere nell'epoca di Eliza, in un cottage al limitare di una scogliera, nascosto da un giardino segreto e immerso nella natura, sarebbe fantastico, ma anche ritrovare Cassandra, quasi un secolo dopo, proprio in quel cottage, ormai abbandonato e polveroso, è un'esperienza che non scarterei.

Intorno a loro gravitano poi altri personaggi secondari. Ma è con Eliza che si presentano degli antagonisti degni di questo nome. La crudele zia Adeline, l'ambiguo zio Linus, la dolce ma infelice cugina Rose e il suo arrendevole marito. Le loro vite, intrecciate a quella dell'Autrice, porteranno la piccola Nell a crescere senza conoscere le proprie origine e la forte Cassandra a chiudere un cerchio lungo un secolo.

La prima lettura di quest'anno si è rivelata straordinaria. Le emozioni che ho provato mentre leggevo, e dopo che chiudevo il libro, sono state davvero travolgenti. Conoscere la fine della storia mi ha sollevata, ma non poter più essere in compagnia di Eliza, Nell e Cassandra, e delle atmosfere che si portavano dietro, è stata dura per i primi giorni. Riuscire a provare queste sensazioni per dei personaggi fittizi è pura pazzia, lo ammetto, ma Kate Morton riesce davvero a spingermi fisicamente nelle sue storie e a tenermi ancorata là dentro, nonostante intorno a me la realtà continui ad andare avanti. 


Il giardino dei segreti è un romanzo incredibile. Mi ha sconvolta, mi ha appassionata, mi ha scosso, mi ha solleticato l'immaginazione, mi ha dato certezze e poi me le ha tolte! Nonostante l'avessi già reputata incredibile l'anno scorso con Una lontana follia, con questo romanzo ha ottenuto una nomina a mia autrice preferita!!
Se volete evadere. Se volete ispirazione. Se cercate emozioni. Leggete questo romanzo!



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