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giovedì 2 maggio 2019

Recensione | La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola di Raphaelle Giordano



Ci sono libri che non hanno bisogno di avere troppe presentazioni, nè grande risonanza tra blogger e lettori per catturare l'attenzione. La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola è un titolo che di per sé già fa capire tutto: diamo troppo per scontata la nostra esistenza e proseguiamo sulla strada che ci troviamo di fronte senza accorgerci di tutte le possibili direzioni di cui disponiamo se solo girassimo la testa. Ma arriva un momento in cui ci accorgiamo che la terra sotto i nostri piedi comincia a sbriciolarsi e diviene necessario raccogliere le proprie forze per tirarsi su, per salvarsi. Questo libro parla di come è riuscita una donna a capire che di vita ne aveva una sola e non doveva sprecarla.  



Titolo: La tua seconda vita comincia 
quando capisci di averne una sola
Aurice: Raphaelle Giordano
Traduttrice: Sara Arena
Editore: Garzanti
Prima pubblicazione: 2015
Genere: Narrativa francese
Pagine: 215
Prezzo cartaceo: 16,90€ 



La mia opinione

Ci sono giornate in cui tutto va storto. È così per Camille, quando sotto un incredibile diluvio si trova con l’auto in panne e senza la possibilità di chiamare nessuno. Tutte le sfortune del mondo sembrano concentrarsi su di lei. Ma Camille non sa che quello è il giorno che cambierà il suo destino per sempre. 
Un uomo le offre il suo aiuto. Si chiama Claude, e si presenta come un «ambasciatore della felicità». Le dice che lui è in grado di dare una svolta alla vita delle persone. Camille sulle prime non dà peso alle sue parole. Eppure, riscoprire la bellezza delle piccole cose renderebbe tutto più facile: l’aiuterebbe ad andare di nuovo d’accordo con il figlio ribelle e a ritrovare la sintonia di un tempo con il marito.

Così decide di ricontattare Claude e di seguire le sue indicazioni. Per liberarsi delle caratteristiche negative c’è ogni giorno un semplice esercizio da compiere, un piccolo passo alla volta: ripercorrere le sensazioni di un momento felice, guardarsi allo specchio e farsi dei complimenti, contare tutte le volte che ci si lamenta durante la giornata. A volte basta solo ringraziare per quello che di buono accade, dal profumo del caffè la mattina a una realizzazione personale. 

Camille comincia a mettere in pratica questi consigli, e intorno e dentro di lei qualcosa succede. Con il sorriso sulle labbra, non è più così difficile parlare con suo figlio e riscoprire con suo marito i motivi per cui si erano scelti. 
Ma c’è una cosa ancora più importante che Camille ha imparato: non c’è felicità se non la si divide con qualcuno. Questo è davvero l’ultimo tassello per fare di ogni giorno un giorno speciale, di ogni istante un istante da ricordare.


"La capacità di essere felici si allena, si rafforza giorno dopo giorno. Basta rivedere il proprio sistema di valori, rieducare il nostro sguardo sulla vita e sugli eventi. Ma a volte c’è bisogno di un aiuto. Di un ambasciatore della felicità, diciamo"


Cadere nell'abitudine è un attimo, abituarsi pressocché la norma, venirne fuori difficile! Ecco perché Camille, la protagonista, chiede aiuto a un abitudinologo...! Credo che tutti noi avremmo bisogno di una persona in grado di aprirci gli occhi sulle nostre possibilità sopite e di indirizzarci, col solo potere delle parole, a cambiare le abitudini che ci disturbano e che ci tengono schiavi a delle situazioni sbagliate e spesso nocive. Magari a volte non ce ne accorgiamo neanche, ma dentro di noi i disagi crescono per poi diventare delle bombe a orologeria pronte a innescarsi in un momento qualsiasi, spesso in concomitanza ad altre situazioni problematiche.

L'autrice ha disseminato i vari capitoli di numerosi esercizi pratici e altrettante riflessioni per aiutare il lettore a intraprendere la strada per una guarigione emotiva cosi come accade a Camille. 
Com'era ovvio ho preso molti appunti, anche se alla fine del libro c'è un facile riepilogo, per poter seguire passo per passo i diversi esercizi e arrivare a una svolta esistenziale e poter vivere ogni giorno in modo felice, pieno di gratitudine e soddisfazioni.

Seguire gli insegnamenti non è semplice e immediato, bisogna mettersi in gioco, guardarsi dentro e fare i conti con le proprie paure. La parte più difficile è sicuramente quella di essere costanti e di impegnarsi tutti i giorni, tutto il giorno, affinchè la visione della vita migliori in tutti i suoi aspetti

Funziona? Leggendo questo libro si può ritrovare la propria dimensione zen e sopraelevarsi dal torpore quotidiano che ci affossa inesorabilemente? Secondo me sì! Alla fine i consigli dell'abitudinologo sono abbastanza logici nel loro insieme, ad esempio:


- ringraziare ogni giorno per ciò che si ha
- smettere di compiangersi
- esprimere le proprie contrarietà quando si presentano dei dissidi
- annotarsi tutto ciò che di positivo capita nella giornata per poi recuperare le sensazioni associate
- essere creativi in amore per poter recuperare il rapporto con il proprio partner
- capire i propri errori e non accusare gli altri
...

I consigli per ritrovare se stessi e la parte romanzata del libro, che vede passo passo una Camille sempre più sicura, avventurosa e di successo, mi hanno conquistata e fatto apprezzare tantissimo questa lettura che consiglio un po' a tutti quelli che sentono il bisogno di una spinta per cambiare qualcosa nella propria vita. 

Questo libro vuole, alla fin fine, far comprendere l'importanza di imparare a prendere di petto ciò che ci succede, senza aspettare che qualcuno o qualcosa ci salvi, a vedere il lato bello della vita, e non quello brutto, a vivere le giornate con energia e a mettersi in gioco affinché i propri sogni si realizzino. 
Solo lavorando su di sé e scoprendo che, le proprie fragilità se affrontate diventano dei punti di forza, è possibile riacquistare fiducia e sicurezza e vivere la vita in modo più sereno.



venerdì 20 aprile 2018

Recensione | I segreti di mia sorella



Ecco ci sono cascata un'altra volta. Un'altro thriller psicologico. Anzi stavolta si tratta di un mystery/suspense, cioè di quel genere che prevede un mistero da investigare, degli elementi psicologici che devono impressionare il lettore (o almeno i lettori come me) e uno stile adrenalinico dall'inizio alla fine per tenere chi legge col fiato in gola fino alla conclusione della storia.
Alla fine mi è piaciuto anche stavolta, ma cavolo, le storie di cronaca raccontate fanno letteralmente accapponare la pelle!!! Se ne sentono già troppe in televisione e non è che abbia voglia anche di leggerle, ma di nuovo mi è successo di non capire assolutamente dalla trama di cosa trattasse il libro. Comunque il parere che darò è positivo!

Titolo: I segreti di mia sorella
Autrice: Nuala Elwood
Traduttrice: Francesca Toticchi
Editore: EditriceNord
Genere: Mystery/Suspense
Pagine: 352
Letto in formato ebook
Dal 9-04 all'11-04-2018





Kate è una giornalista tutta d'un pezzo e molto coraggiosa, che ha speso la sua giovane vita come inviata di guerra in Siria, dove ha conosciuto da vicino molta gente del posto e visto molta sofferenza. Tutto questo le si è attaccato addosso come una seconda pelle.
Ritornata nella sua casa di origine, lasciata da poco vuota per la morte dell'adorata mamma, i ricordi del passato e gli incubi del presente si mescolano, portandola allo stremo della sopportazione psicologica.
Eppure il bambino che vede e sente di notte non è un fantasma della sua immaginazione, ma è sicura che sia reale. Decide quindi di mettere a tacere i dubbi e il fatto che quelli intorno a lei la trattino un po' come una pazza traumatizzata.

Gran parte del libro viene raccontato proprio da Kate. Ma di punto in bianco Kate sparisce. Non voglio svelarvi altro perchè se qualcuno vorrà leggere il libro ne rmarrà abbastanza interdetto!
Questo libro, che non rappresenta un mio genere preferito, mi ha fatto provare tante emozioni tutte insieme. All'inizio curiosità, perchè lo stile è molto fluido e veloce. L'autrice scrive bene e non si perde in nulla di superfluo, quindi è un piacere leggere un libro all'apparenza "normale".
Poi sono stata colta da un primo sbigottimento! E allora il ritmo di lettura si è velocizzato in modo impressionante. Sono stata ore attaccata a queste pagine per arrivare alla fine. Qui sono rimasta scioccata! Non mi immaginavo nulla del genere!

A distanza di qualche giorno sono contenta di aver letto I segreti di mia sorella. Mi aspettavo tutt'altro sinceramente, ma il feedback finale è positivo per tutta una serie di elementi. Trama originale, stile veloce, personaggi totalmente fuori dalla norma. Ecco proprio sui personaggi avrei qualcosa da ridire: li ho detestati!! Kate e sua sorella Sally sono l'antitesi delle comuni protagoniste di romanzi!! Alcolizzate, paranoiche, trasandate, egoiste: avere a che fare con loro è stato proprio difficile, lo ammetto. Ma senza di loro questo romanzo non sarebbe stato lo stesso.

Non capita spesso che un libro mi stupisca. Alcune volte i romanzi mi piacciono, altre mi piacciono tantissimo oppure per niente, ma che mi sorprendano in uesto modo per la storia che raccontano succede proprio di rado. Quindi vi consiglio questa lettura se avete voglia di uscire dalla comfort zone e provare qualcosa di diverso dai romanzi romantici, con protagonisti normali e trame lineari!!



martedì 27 febbraio 2018

Recensione | Il giardino delle farfalle




Ogni tanto esco dalla mia comfort zone letteraria per avvicinarmi a libri più commerciali e meno classicheggianti, che mi hanno colpito per il titolo, per la cover, per il nome dell'autore, per la trama o per una recensione letta su qualche blog. 

Il giardino delle farfalle ha di per sè un titolo molto bello, che può deviare sulla sua reale natura, infatti si tratta di una sorta di thriller dell'orrore e non di una bella e placida storia d'amore. E io di solito non sono un'appassionata lettrice di libri del genere, per una serie di motivi scemi, tra cui quello che mi impressiono un po' se leggo di scene caratterizzate da perversioni e crudeltà varie.

Avendo letto alcune opinioni di blogger, però, sapevo già cosa dovevo aspettarmi e per questo motivo, avendo vinto il libro in un piccolo giveaway, mi ci sono buttata senza pensarci troppo. Non vi nego che qualche pagina mi ha un po' inquietata, però è andata meglio del previsto, e non mi sono venuti gli incubi!!!! 





Titolo: Il giardino delle farfalle
Autrice: Dot Hutchison
Editore: Newton Compton
Pubblicato a Luglio 2017
Genere: Thriller
Pagine: 334
Letto in formato cartaceo
Dal 17-02 al 17-02-2018









Le creature bellissime hanno vite molto brevi, così mi aveva detto al nostro primo incontro. Lui se ne assicurava e si sforzava di dare alle sue 
Farfalle una strana specie di immortalità.



martedì 10 ottobre 2017

Recensione | Storie di bimbe, di donne, di streghe






Nell’anno 1691, Lois Barclay stava ritta sul piccolo molo di legno, cercando l’equilibrio sulla terra ferma esattamente come, otto o nove settimane prima, aveva tentato di fare sul ponte rollante della nave, che la portava dalla Vecchia alla Nuova Inghilterra. Trovarsi ora sulla terra era ugualmente strano che, poco tempo prima, esser cullati dalle onde del mare, giorno e notte; e ugualmente strano era il paesaggio. Tutt’intorno le foreste lontane, ma non poi così distanti dalle case di legno della città di Boston, avevano sfumature di un verde diverso e anche contorni diversi, da quelle che Lois Barclay conosceva bene a casa sua, nel Warwickshire. Si sentì mancare, mentre se ne stava lì sola ad aspettare il capitano della bella Redenzione, il vecchio marinaio burbero e buono, che era il suo unico amico conosciuto in quel continente sconosciuto. Ma il capitano Holdernesse, come si era resa conto, aveva da fare e ci sarebbe probabilmente voluto del tempo prima che potesse occuparsi di lei; sicché Lois si sedette su uno dei barili che erano lì intorno, si avvolse ben stretto il pesante mantello grigio, e si riparò alla meglio sotto il cappuccio dal vento penetrante, che sembrava inseguire ostinatamente chi aveva maltrattato in mare, per continuare a tormentarlo sulla terra ferma. Pazientemente Lois sedeva lì, anche se era esausta e gelata; infatti, per esser maggio, la giornata era rigida, e la Redenzione, carica di generi di necessità e di ristoro per i coloni puritani della Nuova Inghilterra, era la prima nave ad essersi avventurata attraverso i mari.




Jane Austen, le sorelle Bronte, Virginia Woolf, Mary Shelly, Louisa May Alcott... ed Elizabeth Gaskell dove la lasciamo? Perchè non ha la stessa risonanza delle altre donne della letteratura? Eppure ha scritto un sacco di romanzi, per lo più di successo! Dovrei auto-flagellarmi per questa imperdonabile dimenticanza. Eppure io della Gaskell so davvero poco, quasi nulla, se non avessi, solo poco tempo fa, letto in un post il titolo Nord e sud, che mi ha incuriosito al punto da andare a ricercare su internet da chi fosse stato scritto e di cosa parlasse. E poi scopro che è contemporanea della Charlotte Bronte, inglese anche lei e amica di quest'ultima (della quale poi scriverà la prima biografia). E io, a 30 anni suonati, non ne sapevo niente! Ah bene!

lunedì 27 febbraio 2017

recensione | LE VERGINI SUICIDE di Jeffrey Eugenides

Buon lunedì cari lettori!
Era da più di una settimana che non recensivo e la colpa è di questo libro che, finito di leggere già da un po', non riuscivo a scriverne un'opinione! Alla fine, qualcosa è venuto fuori. Spero solo che con questa opinione riesca a farvi capire se il romanzo sia di vostro gradimento oppure no! Andiamo al sodo!




Le vergini suicide ✦ di Jeffrey Eugenides ✦ 1° pubblicazione nel 1993 ✦ edito in Italia da Mondadori ✦ nel 2003 ✦ traduzione di Cristina Stella ✦ Genere: Narrativa contemporanea ✦ Pagine: 266 ✦ letto in formato ebook

SINOSSI
Un narratore "collettivo", voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent'anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle Lisbon, oggetto proibito della loro adolescenza, avvolte in un'aura di mistero che la tragica fine comune - si sono tutte tolte la vita nel breve spazio di un anno - ha fissato per sempre. Nella memoria di questi antichi, tenacissimi spasimanti, esse divengono il simbolo di una possibilità remota e perduta: l'irruzione di un fremito ignoto nel mondo tranquillo, ordinario, opprimente dell'America suburbana degli anni Settanta. Il libro segna l'esordio folgorante di uno scrittore poco più che trentenne, ma già padrone di uno stile e di un universo letterario affatto personali.





Un libro che comincia dalla fine:




La mattina che si uccise anche l’ultima figlia dei Lisbon (stavolta toccava a Mary: sonniferi, come Therese) i due infermieri del pronto soccorso entrarono in casa sapendo con esattezza dove si trovavano il cassetto dei coltelli, il forno a gas e la trave del seminterrato a cui si poteva annodare una corda. 




Le vergini suicide racconta l'ossessione di un gruppo di ragazzi , che 20 anni dopo, ricordano gli oggetti del loro desiderio adolescenziale, le 5 sorelle Lisbon. I ragazzi rivivono i tempi della scuola quando le sorelle, una ad una, si tolsero la vita nella loro casa paterna. Perchè un gesto tanto eclatante?

Nel corso della storia, i ricordi affiorano alla mente di molti personaggi che conobbero di persona le ragazze o che ebbero con loro pochi o rari incontri. Le testimonianze, raccolte dai ragazzi, ormai uomini, sono tante e tra loro tutte correlate, infatti solo grazie a queste riusciamo ad ottenere un quadro - quasi - completo sulla vita delle sorelle Lisbon. 

Dico quasi perchè, chi racconta non è un narratore onnisciente...tutt'altro. Per come vengono descritte, le 5 protagoniste femminili rimangono lontane dal lettore, come se fossero al di là di una finestra sempre chiusa impossibile da aprire. 
Difficile quindi interagire con loro: sono ormai passate a miglior vita e i flashback che le riportano tra i mortali, le descrivono come ragazze simili ad angeli, intoccabili ed inarrivabili. Persino i timidi compagni di classe non si sentono alla loro altezza. Per questo sviluppano quella sorta di morbosità che ci accompagna per tutto il libro.

Tuttavia, il non poter accedere direttamente alle ragazze non solo le allontana dalla nostra capacità di capirle, rendercele simpatiche/antipatiche, empatizzare con loro, ma impedisce anche di non comprendere a pieno il loro suicidio. Perchè le sorelle si sono tolte la vita? I narratori non danno risposta certa, ma riportano ciò che la gente del luogo pensava: una gioventù vissuta male, un tempo storico sbagliato, pensieri malvagi, una situazione familiare divenuta stretta, un modo per non vivere tempi peggiori.



 Con il passare del tempo la gente scordò i motivi personali che potevano averle indotte a quel gesto, le reazioni psicogene, i neurotrasmettitori carenti, per attribuire la loro morte alla capacità di prevedere la rovina. La gente ravvisava quella chiaroveggenza nello sterminio degli olmi, nella luce inclemente del sole, nel declino ininterrotto della nostra industria automobilistica.
  



Alla fine non resta che farsi una idea propria. Ma è proprio questo che vuole l'autore: Eugenides decide di sganciare subito la bomba dei suicidi e poi lasciare che la mente del lettore vada alla pazza ricerca di un capro espiatorio, un significato qualunque che spieghi perchè è successo. 
Alla fine, io stessa mi sono chiesta: «Ma questo romanzo vuole davvero raccontare qualcosa?». Risposta, non ne sono sicura! Lo scopo del libro manca un po' di senso, come un senso non si riesce a dare alle 5 vergine suicide! Forse questo è il collegamento?

Tutto il romanzo è impregnato da diversi riferimenti. Quello che più mi ha colpita è la reinterpretazione della Lolita di NabokovInfatti il personaggio di Lux, la sorella più desiderata e desiderabile (impersonata da una giovanissima Kristen Dunst nel film), simboleggia le principali ossessioni adolescenziali e la sessualità implicita, di cui tutto il romanzo è costituito. Un aspetto che rende ancora più tragica questa storia, che non posso non consigliarvi di leggere almeno una volta nella vita.

Lo stile dell'autore è stato interessante da scoprire. In alcune situazioni finali forse troppo descrittivo, ma principalmente molto incisivo e malinconico.  

Vi avverto, non è un libro che definirei capolavoro assoluto, ma a distanza di qualche giorno dalla fine della sua lettura, ho sentito che era una lettura obbligata. Un classico che rimarrà nella storia della letteratura proprio per questa sua drammaticità e inconsistenza pedagogica.








martedì 20 settembre 2016

RECENSIONE | First. La mia prima volta

Bentrovati amiche e amici!!
Siamo quasi in autunno, una stagione davvero bella per tanti fattori. Io, che tendo ad annoiarmi facilmente, vivo i cambi di stagione come un nuovo inizio. Sono, quindi, molto contenta di questo scambio di testimone tra estate e autunno, mi ci voleva proprio! Quello che più mi piace però è il cambio di vestiti nell'armadio: basta con cosine leggere dai toni accesi, finalmente si ricomincia con cardigan, giacche, stivaletti e colori come marrone, arancione, rosso...

Ma passiamo all'argomento per cui siete qui, i libri!!
La scorsa settimana, sul sito della Newton Compton, erano in offerta a 0,99 euro alcune nuove uscite in digitale. Molti erano gialli, e io non vado pazza per il genere anche se leggendo thriller e romanzi simili ne rimango sempre piacevolmente colpita. 
Quello che più di tutti volevo leggere era uno young adult con un titolo e una trama parecchio interessanti.



First. La mia prima volta ♦ di Laurie Elizabeth Flynn ♦ titolo originale: Firsts ♦ pubblicato da Newton Compton ♦ l'8 settembre 2016 ♦ traduzione di Rosa Prencipe ♦ Genere: Young Adult ♦ Pagine: 276 ♦ letto in formato ebook

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A diciassette anni, Mercedes Ayres ha le idee ben precise in fatto di sesso: la porta della sua camera da letto è aperta solo per ragazzi alla prima esperienza. Mercedes è pronta a indirizzarli e aiutarli, e in cambio chiede solo che rendano speciale la prima volta delle loro ragazze. Che sia una prima volta perfetta, quella che Mercedes non ha avuto. Fino ad ora mantenere il segreto su ciò che accade nella sua camera da letto è stato facile. La sua impegnatissima madre è sempre fuori durante il giorno e non immagina quali siano le attività extrascolastiche della figlia, e la sua migliore amica super religiosa, Angela, non si azzarda neanche a pronunciare la parola “sesso” prima del matrimonio… Ma ci sono cose che Mercedes non ha messo in conto: non avrebbe mai potuto prevedere, ad esempio, che proprio il fidanzato di Angela venisse da lei e le chiedesse un “trattamento speciale” in cambio del silenzio, o che qualcuno fosse attratto da lei per com'è e non per ciò che sa fare a letto… Quando la sua perfetta organizzazione va in frantumi, Mercedes dovrà darsi da fare per salvare la propria reputazione e anche per capire che posto dare al suo cuore…

giovedì 25 agosto 2016

RECENSIONE | Il più e il meno di Erri De Luca

Buonasera carissimi!
Questa è l'ora delle streghe per me. Avrei già voluto essere a letto per il troppo sonno che avevo, ma mi sono imposta di finire e pubblicare questa recensione! E per fortuna ce l'ho fatta senza crollare! Ora però vado eh!
Buona lettura! Vi abbraccio forte...a domani!


Il più e il meno ♦ di Erri De Luca ♦ edito da Feltrinelli ♦ a Ottobre 2015 ♦ Collana: I Narratori ♦ Genere: Mainstream/Narrativa ♦ Pagine: 144 ♦ letto in formato cartaceo

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Il più e il meno sono segni della contabilità, della partita doppia dare/avere. Qui riguardano lo scorrere del tempo. Il Più è già arrivato, era un vento di corsa alle spalle spingendo innanzi, sparecchiando tavole, sfrattando inquilini, stringendo appigli e libri. Il Più è stato giovane e indurito come un callo. Il Meno governa il presente e mantiene quello che dice. Il Meno è sobrio, risoluto perché deve condurre fino in fondo.

“Ho saputo da me che per scrivere bisogna stare sgomberi, sfrattati, come alloggi in cui arrivano le storie, a carovane zingare in cerca dello spazio di nessuno.”
“Avevo saputo quel giorno la notizia certa che la scrittura era campo aperto, via di uscita. Poteva farmi correre dove non c’era un metro per i piedi, mi scaraventava al largo mentre me ne stavo schiacciato sopra un foglio. Sono uno che si è messo a scrivere da quel giorno, per forzare le chiusure intorno.”  

mercoledì 10 agosto 2016

RECENSIONE | Parigi è sempre una buona idea

Buongiorno a tutti!
Sono stata poco presente in questi giorni ma ci sono ancora, non sono andata al mare, per ora! E visto che le mie letture procedono lente come i miei post, solo oggi vi recensisco il libro che ho finito di leggere pochi giorni fa!
Questa lettura mi era stata consigliata, attraverso la sua recensione, da Jasmine del blog Stoffe d'Inchiostro, che mi aveva incuriosita tantissimo. Trovandolo in biblioteca ho colto l'occasione al volo! 



Parigi è sempre una buona idea ♦ di Nicolas Barreau ♦ tradotto da Monica Pesetti ♦ pubblicato da Feltrinelli ♦ a settembre 2015 ♦ Genere: Romanzo Rosa ♦ Pagine: 272 ♦ letto in formato cartaceo

Parigi è sempre una buona idea, si sa. Innamorati o no, vale sempre la pena di fare una passeggiata per le vie della Ville LumièreLì, in rue du Dragon, una deliziosa stradina nel cuore di Saint-Germain, ci si può imbattere in un piccolo negozio con una vecchia insegna di legno, un campanello d’argento démodé sulla porta e, dentro, mensole straripanti di carta da lettere e bellissime cartoline illustrate: la papeterie di Rosalie Laurent.
Talentuosa illustratrice, Rosalie è famosa per i biglietti d’auguri personalizzati che realizza a mano. Ed è un’accanita sostenitrice dei rituali: il café crème la mattina, una fetta di tarte au citron nelle giornate storte, un buon bicchiere di vino rosso dopo la chiusura della papeterie. I rituali aiutano a fare ordine nel caos della vita, ed è per questo che ogni anno, per il suo compleanno, Rosalie fa sempre la stessa cosa: sale i 704 gradini della Tour Eiffel fino al secondo piano e, con il cuore in gola, lancia in aria un biglietto su cui ha scritto un desiderio. Ma finora nessuno è mai stato esaudito. Tutto cambia il giorno in cui un anziano signore entra come un ciclone nella papeterie. Si tratta del famoso scrittore per bambini Max Marchais, che le chiede di illustrare il suo nuovo libro. Rosalie accetta felice e ben presto i due diventano amici, La tigre azzurra ottiene premi e riconoscimenti e si aggiudica il posto d’onore in vetrina. Quando, poco tempo dopo, un affascinante professore americano, attratto dal libro, entra in negozio, Rosalie pensa che il destino stia per farle un altro regalo. Ma prima ancora che si possa innamorare, ha un’amara sorpresa. Perché l’uomo è fermamente convinto che la storia della Tigre azzurra sia sua…


sabato 23 luglio 2016

RECENSIONE | Diritto di volare di Sofia Gallo


Ciao care lettrici e lettori,
oggi ci rivediamo di nuovo!
Un altro bel libro letto e quindi un'altra opinione libraria abbastanza positiva. In effetti mi accorgo di leggere solo ed esclusivamente libri che mi piacciono. Ma come mai? Eppure non scelgo le mie letture in modo preciso, anzi, una rapida lettura alla trama, uno sguardo alla cover, qualche recensione in un blog amico e il gioco è fatto. Non che la cosa mi dia fastidio, certo che no. Ma alcune volte mi chiedo se non sia troppo poco critica!


Diritto di volare ♦ di Sofia Gallo ♦ pubblicato da Giunti ♦ nel 2010 ♦ Pagine: 256 Genere: Letteratura per ragazzi ♦ letto in formato cartaceo




Elena ha poco più di 18 anni, un ragazzo che si occupa attivamente di politica e che la rende partecipe, una sorella più giovane ancora più attratta dagli aspetti più superficiali della vita e un fratello minore a cui è legatissima. La sua vita si intreccia con gli avvenimenti che hanno cambiato l'Italia agli inizi degli anni Settanta. Contestazione, scioperi, ciclostili e manifestazioni convivono con le prime esperienze d'amore, la ricerca dell'approvazione di genitori troppo distanti e il tentativo di trovare il proprio posto e un futuro.



Il messaggio è chiarovogliamo questo, 
lo vogliamo perchè è giusto 
e quindi datecelo. 
Questo è il mitico '68.

Questo romanzo è ambientato nella Torino degli anni '70, e per me che sono una grande appassionata di storia, sopratutto locale, leggere dei luoghi che quotidianamente frequento, ma rivestiti del loro vecchio abito novecentesco, mi ha dato delle forti emozioni e dei grandi brividi. 

Elena, la protagonista, è una ragazza della Torino-bene che si affaccia alla sua nuova vita adulta. Ha finito le superiori, ha un ragazzo complicato, una famiglia in contrasto, un'amica che pensa al matrimonio, vive in una città in tumulto e si occupa attivamente di politica. Tutto questo però lo vive con disagio, come se ogni cosa le volesse tarpare le ali, sopratutto dopo aver incontrato, durante una manifestazione a Bologna, Ernesto, un misterioso ragazzo che la salva dalla polizia, la bacia e poi scompare.
Da questo momento Elena vive la vita come se fosse perennemente sulle montagne russe. All'interno di questa giostra l'autrice inserisce i temi cruciali che delinearono l'Italia negli anni '70: gli scontri di piazza, il nascente terrorismo, i compagni di Lotta Continua, l'alba del femminismo, le fughe da casa, gli espropri proletari, le migrazioni dal sud, il sesso libero, i gap generazionali e i mal d'amore.

La storia, vissuta e raccontata dalla giovane Elena, assume dei contorni evocativi dei bei tempi passati. E questo è la reale intenzione specificata dall'autrice a fine libro: far conoscere alle nuove generazioni l'anima di quegli anni. 

Gli eventi si susseguono in maniera dinamica, forse un po' rapida, ma portano con sé la carica emotiva e sentimentale di Elena, che si appresta a spiccare il volo nonostante le difficoltà intorno a lei. Con l'espressione "diritto di volare", secondo me l'autrice cerca di dare al personaggio la libertà di vivere senza dover rimanere impigliata nelle solite limitazioni sociali. Perchè, nonostante, furono anni di nuove libertà sessuali, psicologiche e di genere, ciò che rimane lampante è la prevaricazione dei genitori sui figli, l'uomo sulla donna, il più forte sul più debole, ecc. 


È stato bello leggere delle proteste delle donne a favore di aborto e divorzio e delle motivazioni di quelle donne che, invece, si opposero a tali cambiamenti perchè spaventate dalla possibilità di essere lasciate dai mariti con il beneplacito della legge. Un progresso per noi oggi scontato ma che alle origini non portarono solo assensi ma anche timori e sofferenza.

Seppur scritto per un pubblico giovane, ho trovato questo romanzo utile anche per lettori più adulti, come me, che non hanno vissuto il periodo descritto. E a mio avviso, da semplice spettatrice, Sofia Gallo è stata brava nel rappresentare quel mondo con elementi annessi e sconnessi. Certo comprendere fino in fondo gli anni '60 e '70 è, non impossibile, ma complicato per chi non li ha vissuti sulla propria pelle. Un libro del genere, però, riesce a delineare, seppur in maniera un po' sfocata, i contorni di quel tempo e di tutto ciò che ad esso è collegato, rendendolo più accessibile ai non addetti ai lavori!


È quindi una lettura che vi consiglio se volete rituffarvi nel nostro vicino ma turbolento passato e capire alcune delle dinamiche che hanno condotto gli italiani agli attuali giorni, con le loro problematiche e risoluzioni.




martedì 24 maggio 2016

RECENSIONE | Il piccolo principe

Buon martedì carissimi!
Il mese di maggio è stato un po' morto per Gli Alberi, sia per la mia piccola assenza che per una brusca frenata nella lettura. Ho letto, infatti, molto poco in quest'ultimo periodo, ma la colpa è anche di Stephen King, che mi sta intrattenendo più del dovuto con il suo 22.11.63. Bellissimo eh, ma che lungo!! Spero per fine maggio-inizio giugno di finirlo e recensirlo! Sto poi leggendo Una famiglia quasi perfetta di Jane Shemilt, un thriller, che di solito non leggo, davvero angoscioso!! L'ho comprato al Salone (al breve il post) perchè era in offerta, ma non sapevo di che parlasse. La lettura è molto piacevole e interessante ma il fatto che venga descritto in modo molto dettagliato la vita di una madre la cui figlia sparisce, mi sta un po' abbattendo il morale. Quindi, per riprendermi ho letto tutto d'un fiato una storia con una trama più rilassata ma non per questo banale, Il piccolo principe.

lunedì 18 aprile 2016

RECENSIONE | Chi è Mara Dyer

Buon lunedì e buon inizio.
La scorsa settimana mi sono data totalmente all'horror. Certe volte mi faccio domande altamente stupide tipo questa: se fossi incinta e avessi queste voglie letterarie, come si tradurrebbero sulla pelle del mio ipotetico bebè?? Per il genere horror un voglia a forma di teschio e per i romanzi rosa un cuore?! Vabbè, a parte queste domande esistenziali un po' dementi, anche voi avete settimane nelle quali sentite il bisogno di leggere libri di un unico genere o amate cambiare sempre? 
Dopo due libri horror sento ora l'esigenza di cambiare totalmente ambiente e darmi ai classici. Diciamo che sento il bisogno di affidarmi «ai miei fratelli maggiori» per «non perdere la strada» di casa, come dice la mia cara amica e collega Rosa de La Balena Parante^_^


PRO
  • Trama imprevedibile fino alla fine
  • Bella storia d'amore
  • Stile di scrittura comprensibile


CONTRO
  • Narrazione lenta
  • Personaggi piatti 



giovedì 24 marzo 2016

RECENSIONE > Il circo dell'invisibile

Buon giovedì cari avventori,
finalmente ho finito di leggere un'altra ultima uscita della casa editrice Dunwich. Ho approfittato degli ultimi giorni di Kindle Unlimited per terminare questo libro, che mi ha incuriosito fin da subito! 
Ora basta nuove uscite! Da domani solo libri di secoli fa, per i quali il copyright è decaduto e gli autori non possono denunciarmi se li leggo gratuitamente:)



mercoledì 9 marzo 2016

RECENSIONE > Vincolo Di Sangue di Alessia Coppola

Buongiorno a tutti,
come state? La primavera sta sbocciando, non vi sentite rintontiti? Io molto! Ma è così ogni anno e quindi non ci faccio caso! In più le giornate si stanno allungando e la cosa mi mette di buonumore! Il caldo si avvicina! Evviva!!
Ultimamente sto recensendo parecchio, perchè parecchio sto leggendo! Questo devo dire che succede grazie all'abbonamento di Kindle Unlimited di Amazon, dove sono presenti molti titoli di scrittori emergenti, liberamente scaricabili, pagando mensilmente 10 euro. QUI vi avevo illustrato pro e contro dell'offerta ed ero poi arrivata alla conclusione di non rinnovare il servizio. Purtroppo l'ha fatto Amazon al posto mio senza chiedermi nulla, forte del fatto che avevo registrato, tempo prima, una carta di credito sul sito, e da lì zitto zitto si è preso i soldi! Ovviamente, a quel punto ho deciso di usufruire di quanti più libri possibili! E questo è uno di quelli!^_^


lunedì 1 febbraio 2016

Recensione: Scrivimi ancora


Buon lunedì a tutti,
come state? Vi state accorgendo che il tempo passa veloce e che il periodo natalizio è lontano già più di un mese?
Ogni tanto ci penso e mi chiedo se non stia buttando il tempo giù da un dirupo. In effetti penso che proprio questo sto facendo...sto sprecando la mia vita. Uno dei miei sogni nel cassetto sarebbe quello di viaggiare, ma non di hotel in hotel comodamente con l'aereo...no! Comprare un camper (decente ma niente di più così mi darebbe più l'idea di un'avventura), vivere là sopra con la mia famigliola, imboccare una strada e vivere alla giornata, esplorando il mondo (o giù di lì). Non certo per tutta la vita, ma 4 o 5 anni sarebbero l'ideale per vedere un bel po' di cose no?
Poi, finito l'entusiasmo di essere vagabondi senza fissa dimora, comprerei casa, arredata con tante belle cose prese un po' dappertutto, e divento una scrittrice famosa!!! ^_^
Vabbè, a parte fantasie varie, il libro che vi recensirò, e che immagino che molti di voi abbiano letto o visto come film, ha come oggetto principale proprio le occasioni perdute, la monotonia della vita, l'accontentarsi e gli sbagli. In fin dei conti racconta delle vite ordinarie con alti e bassi, pro e contro. Non ci sono supereroi o magie che mettono a posto la situazione. È la vita vera, incapace di dare la vera felicità ma capace di essere indimenticabile.

sabato 23 gennaio 2016

Review: Il Circolo Dante

Care Lettrici e cari Lettori,
il libro che recensisco oggi è un romanzo che coinvolge le peculiarità del poliziesco unite a quelle del libro storico. L’ho letto alcuni anni fa ma l’ho voluto rileggere per annoverarlo tra le possibili letture da fare assolutamente una volta nella vita! Premetto, però, che la storia è quanto mai ordinaria, già letta, vista e sentita da altre parti.
Ciò che invece maggiormente mi ha colpito è l’aspetto storico di questo romanzo. Sì perché una delle vicende che trovo realmente interessante è il processo d’indipendenza che portò gli Stati Uniti a svincolarsi dalla casa madre inglese. In Se fossi una strega, avevamo lasciato gli Indiani d’America ormai consapevoli della sempre più numerosa e costante presenza dell’uomo bianco nei loro territori.
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