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mercoledì 27 aprile 2016

Recensione | La famosa invasione degli orsi in Sicilia di DINO BUZZATI




PRO
. Trama originale
. Significati nascosti
. Personaggi a cui affezionarsi
CONTRO
. Scrittura adatta ad alunni delle scuole elementari e medie





Titolo: La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Autore: Dino Buzzati
Editore: Mondadori Scuola
Anno dell'edizione: 1996
Prima pubblicazione nel 1945
Pagine: 124
Genere: Libro per ragazzi
Formato di lettura: Cartaceo


Recensione...
Nel lontano 1996, esattamente in IV elementare, il maestro ci fece comprare questo libro da leggere. Mi ricordo che, all'epoca, mi era piaciuto moltissimo e, a conferma di ciò, a distanza di 20 anni me ne ricordavo ancora, in linea generale, la trama. Dunque, visto l'esiguo numero di pagine e la semplicità di scrittura, mi è sembrato carino rileggerlo per potervelo far conoscere o, semplicemente, portarlo alla mente di chi l'avesse dimenticato!^_^

Dunque ascoltiamo senza batter ciglia
la famosa invasione degli orsi in Sicilia.

Nel 1945 usciva a puntate sul Corriere dei piccoli, un racconto che aveva come personaggi principali gli orsi. 
Erano un popolo numeroso e pacifico ed avevano un re, Leonzio. Un giorno, mentre andava in cerca di funghi sui monti della Sicilia col figlioletto Tonio, due cacciatori rapirono il piccolo. Re Leonzio, addolorato, non poteva far la figura di chi avesse perso il figlio e così ritornò dai suoi sudditi dicendo che Tonio era morto cadendo da un dirupo. 
Anni dopo, un gran freddo prese alla sprovvista gli orsi sulla montagna. L'unica cosa da fare per non morire era quella di scendere a valle dove vivevano gli uomini. Questi, però, erano gente cattiva ed avevano al loro comando un uomo ancora più terribile, il Granduca, che altri non era che il tiranno della Sicilia. Gli orsi non potevano scendere pacificamente per procurarsi un nuovo posto per vivere perchè il tiranno li avrebbe fatti uccidere sicuramente. Re Leonzio decise, quindi, di combattere contro gli umani per prendere il loro posto e nel mentre cercare il caro Tonio. La potenza in massa degli orsi ebbe i frutti sperati e il Granduca dovette levare le tende con il suo esercito. Da questo momento cominciano le avventure degli orsi in Sicilia per ritrovare il giovane principino!


       

Gli orsi sono creature buone e ignare dei pericoli che potrebbero incontrare sul loro cammino. La loro ingenuità viene sfruttata, per così dire, dall'ex astrologo e stregone del Granduca, il professor De Ambrosiis, il quale per sbarazzarsi di loro cercherà di tendergli numerosi tranelli. 

Ora il professore De Ambrosiis, arrabbiatissimo con Re Leonzio e con gli orsi [..] voleva vendicarsi. E pensò che sarebbe stato magnifico far capitare le belve alla Rocca Demona; ingenui com'erano, alla vista dei fantasmi gli orsi sarebbero rimasti per lo meno morti sul corpo.

Ma gli orsi, seppur semplicioni, sono un popolo molto coraggioso e per nulla sprovveduto. Lo stesso mago riconoscerà il valore degli orsi diventando loro leale amico e sacrificando ciò che ha di più caro per salvare il piccolo Tonio ritrovato: la sua magia.

Ahimè cos'è la vita. Noi si immagina 
di avere tempo. Se ci si è attardati
non ci si bada. Poi si volta pagina
e già tredici anni son passati!


E così, Re Leonzio, riunitosi col figlioletto, diventa il sovrano di orsi e umani della Sicilia. Tutto sembra andare per il meglio, ma dopo tanti anni di convivenza tra gli uomini, Leonzio si accorge quanto siano cambiati i suoi orsi.

Una volta modesti, semplici, pazienti, bonaccioni: ora superbi, ambiziosi, pieni di invidie e di capricci. Non per niente sono vissuti tredici anni in mezzo agli uomini. [...] E fosse solo questo. Ma litigavano per la minima sciocchezza, dicevano parolacce, si alzavano tardi alla mattina, fumavano sigari e pipa, mettevano su pancia, diventavano di giorno in giorno sempre più brutti.

Anche le buone bestie vengono corrotte da lussi, soldi e abbondanza. L'unica soluzione possibile? Prendere le distanza dagli uomini.

Buttate via l’oro. Gettate i cannoni, i fucili e tutte le altre diavolerie che gli uomini vi hanno insegnato. Tornate quelli che eravate prima. Come si viveva felici in quelle erme spelonche aperte ai venti, altro che in questi malinconici palazzi pieni di scarafaggi e di polvere!

Come in tutte le favole, anche in questa l'autore ha voluto celare la sua visione della realtà sotto forma di racconto ironico, divertente e fantasioso. Leggendolo, risulta evidente il cattivo giudizio di Buzzati nei confronti dell'uomo e del suo modo di vivere. La critica riguarda anche tutte quelle cose superflue di cui alcuni cercano avidamente di contornarsi senza pensare all'abbrutimento interiore. Il pessimismo nei confronti dei suoi simili è lampante: gli orsi, creature buone e innocenti, traviate dai costumi umani, hanno come unico rimedio quello di allontanarsi da loro senza neanche cercare di migliorarli, perchè sarebbe inutile.

Sono molto contenta di aver riletto questo libro. La prosa, intervallata da alcune frasi in rima, scorre veloce, è efficace e accende la curiosità del lettore. I disegni, creati dallo stesso Buzzati, sono bellissimi ed evocativi.
Spero vi sia piaciuto questo viaggio. Conoscevate la storia? E l'autore?
Un abbraccio e buona continuazione di giornata!!












4 commenti:

  1. Ciao Nik, conosco Buzzati, ma non ho mai letto questa storia. Credo che prima o poi lo farò perchè mi piacciono molto le vicende apparentemente semplici e favolistiche che, sotto sotto, celano significati importanti e interessanti spunti di riflessione :-)

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    Risposte
    1. Anche a me intrigano parecchio. Sono storie travestite da libri per bambini che cercano, forse, di cambiare il mondo puntando sulle giovani menti ancora fresche. Chissà se riescono nell'intento?!:)

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  2. Ecco un libro che desidero leggere da molto tempo! Mi sa che ruberò la copia di mio nipote...

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